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giovedì 26 giugno 2014

Lo Sapevate Che: Contromano....




La lezione delle tangenti: in politica non vinci
Se non sei un po’ ricattabile

Ho conosciuto l’ingegner Mazzacurati anni fa, dopo un articolo su
Venezia nel quale avevo parlato della polemica sul Mose, illustrando
le ragioni pro e contro, perché in verità la questione era controversa. Dipende
da quanto uno crede alle previsioni degli scienziati sul riscaldamento globale e l’innalzamento del livello dei mari, che variano di anno in anno e da un istituto di ricerca all’altro. La più sensata (e affidabile) allora mi parve quella di Massimo Cacciari: “Se il mare si alza di 60 non serve perché allora ci vuole una diga ferma. Insomma, stiamo buttando in mare la bellezza di cinque miliardi quando ne basterebbe uno per sistemare la città in maniera splendida”.
Oggi i miliardi sono diventati sei o sette, oltre le mazzette. L’ingegner Mazzacurati, padre del regista Carlo, che conoscevo come bella persona, si precipitò a casa mia, per spiegarmi quando fosse folle, irresponsabile e anti scientifico contestare l’utilità dell’opera. Il governo Prodi, su parere dell’allora ministro delle infrastrutture Antonio di Pietro, aveva in ogni caso deciso di approvare il Mose. Ora si viene a sapere dalle carte dei magistrati che il galantuomo Mazzacurati gestiva una cupola di corruzione che distribuiva non tangenti, ma veri e propri stipendi in nero a governatori, sindaci, funzionari di Stato, forse ministri. Una cupola, parte di un sistema superiore e nazionale, che governa le scelte dei governi, distribuisce i ministeri, decide le opere pubbliche da fare e impone a suon di tangenti i suoi uomini in ogni angolo del Paese. Le elezioni, il voto, la democrazia sono soltanto business. “Brunetta ha un vantaggio di un milione, devi chiedere i soldi a Mazzacurati” ordinano i dirigenti di partito all’”indipendente” candidato sindaco di Venezia, l’esimio professor Orsoni.
E quello accetta, pur di vincere. Perché, se non sei complice e ricattabile, in politica non entri e comunque non vinci. Se concorri per una carica pubblica che ti darà uno stipendio di 5, 6, 10 mila euro e devi spendere un milione per arrivarvi, qualcuno i soldi deve tirarli fuori. E quando te li consegna in contanti, in una busta, hai già capito come dovrai sdebitarti. Il sistema è così forte che i singoli, i galantuomini alla Orsoni, non possono che star fuori oppure dentro fino in fondo. I cittadini potrebbero accorgersene. I soldi si vedono. Non esiste altro Paese dove un sindaco spende un milione in campagna elettorale o dove un semplice presidente di Regione può permettersi di viaggiare sullo yacht di villa in villa. Ma tutti preferiscono seguire lo spettacolo in tv, la sera.
Curzio Maltese – Venerdì di Repubblica – 20 giugno 2014

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