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venerdì 20 giugno 2014

Lo Sapevate Che: Pantheon....




L’Italia del fare,arraffare, malaffare….

Grazie all’inchiesta sul Mose e sul Consorzio Venezia Nuova all’uopo creato, un italico ventennale arcano è stato svelato. Finalmente scopriamo qual era “l’Italia del fare”.
Certo, alla luce di fatti e misfatti tanto valeva battezzarla Italia dell’arraf-fare, del malaf-fare, del contraf-fare. E naturalmente del grande af-fare per soddis-fare l’ingordigia carnevalesca di appalti, tangenti, lucri e benefici, rendite da duchi della corona, jet e grand hotel, svelata dai protagonisti dello scandalo sullo sfondo del ponte di Rialto, o di rialzo sarebbe il caso di dire, viste le cifre in ballo.
Un Milioncino L’Anno. Non Grandi Opere. Ma grandi affari – il Mose e anche l’Expo – che uniscono in un campiello di fratellanza politici locali del Pd e papaveri nazionali di Forza Italia e del fu Pdl. In testa Giancarlo Galan, doge-gigante del territorio, ben pasciuto, afflitto da beni e usi assai dispendiosi, per sua fortuna adottato dal Consorzio a un milioncino di euro l’anno. Ecco cosa vuol dire “fare sistema”.
Armadi e Buche. Un sistema delinquenziale con note da vaudeville. Se non sono trasferiti in eden fiscali, i denari truffaldini vengono nascosti dietro agli armadi, come negli anni Cinquanta i ragazzini con i giornaletti porno, le lolite con i loro diari, i personaggi di Totò e Pappino. Oppure occultati in bucoliche buche come nei romanzi di Dumas, i bigliettoni nudi e crudi alla mercé di pioggia, marmotte o gatti, il geniale nascondiglio è frutto del q.i. del generale della Finanza Emilio Spaziante, tra l’altro uomo dal tenore di vita smodato, scrivono gli inquirenti, mica un carabiniere da barzelletta (certo, questi alti ufficiali! Indimenticabile  il suo collega Roberto Speciale, che usò l’aereo di Stato per un via vai di spigole).
Mangiare Il Foglio. Oddio, in fondo i quattrini sotterrati erano solo duecentomila euro. Briciole per Spaziante e il suddetto ambientino. Paolo Venuti, commercialista di Galan, alla frase di un collega che nota la “sparizione di montagne di banconote” sbuffa: “Montagne! E’ sempre relativo, qualche milioncino di euro”. E non è forse da cabarettismo alla Mr. Bean e alla Lino Banfi il suggerimento di Franco Morbiolo, presidente del Consorzio Coveco, a un collaboratore sul punto di redigere un documento scottante: “Scrivilo su carta mangiabile. Se un giorno arriva qualcuno è deludibile: no, non sto scherzando”.
Nomi da Presagio. Che dire poi dei nomi dei protagonisti? Il presidente del Consorzio, burattinaio di tutto, vera furia affaristica umana, si chiama Giovanni Mazzacurati e, se nomen omen, l’etimologia del cognome non poteva tranquillizzare. Vale però anche il contrario. Patrizio Cuccioletta, per esempio, ex presidente del Magistrato alle Acque, non è tipo che scodinzoli per niente. Ma per mezzo milione di euro depositato in Svizzera, il conto all’Harry’s bar in occasione del compleanno della consorte, i soggiorni e lo stage e l’assunzione della figlia, sì.
Magari Cinque . Anche Erasmo Cinque facoltoso costruttore romano, legato ad Altiero Matteoli, secondo l’ipotesi dei pm e i verbali di Piergiorgio Baita, ex presidente Mantovani, dirazza rispetto al suo nome.
Sembra che chiedesse una maggiorazione del 6,5 per cento da destinare alla politica, non del cinque visto il promettente cognome. Pure quello del doge Galan, fotografato la notte prima dello scoppio dello scandalo in grande spolvero con Denis Verdini e Daniela Santanchè alla cerimonia dei Ciak d’oro, non ha nessuna probabilità di essere l’abbreviazione di Galan-tuomo.
Denise Pardo – L’Espresso – 19 giugno 2014

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