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venerdì 20 giugno 2014

Lo Sapevate Che: Podemos....




Il ragazzo col codino che disse
Podemos ed è stato di parola

Professore precario e sottopagato, in tre mesi ha scalato la politica spagnola. E ora promette che….

Madrid. Il New York Times l’ha già ribattezzato il Barack Obama spagnolo. E Pablo Iglesias, 35 anni, leader della nuovissima formazione politica che sta conquistando Madrid, da Obama ha mutato di certo lo slogan: Yes we can, ovvero Podemos, che letteralmente significa Possiamo farcela. Nato appena tre mesi fa, il movimento è gia diventato la quarta forza del Paese, riuscendo a ottenere 1,2milioni di voti, pari all’8 per cento dei consensi, e ben cinque seggi al Parlamento europeo.
Di bell’aspetto, pizzetto e codino, giacca di pelle e una moto come mezzo di trasporto, in Spagna Iglesias è già diventato una star: battuta sempre pronta, dialettica brillante, il professore di Scienze Politiche dell’Università Complutense di Madrid, figlio di due militanti socialisti andalusi e con un nonno ucciso dal franchismo, non manca certo di carisma. Ormai, le trasmissioni televisive fanno a gara per averlo nel loro parterre de rois.
E’ un uomo colto – il suo curriculum di 23 pagine annovera due lauree e due master - , mai banale, abile provocatore, e anche nei dibattiti più accesi sa bene come mettere alle corde l’avversario politico, ma senza mai perdere la calma.
Passando oltre le polemiche e le divisioni interne ai partiti, ha cavalcato i temi sociali in un Paese ancora in crisi, dove il tasso di disoccupazione  è arrivato al 26 per cento. Il suo programma più vicino alla sinistra radicale, parla di un’Europa diversa, di una politica contro la corruzione, a favore di un salario minimo e del diritto alla casa. Insomma “meno banche e più persone”. Senza tuttavia mai attaccare l’istituzione comunitaria né chiedere l’uscita dall’euro. Più in sintonia con Tsipras che con il Front National di Marine Le Pen. Il leader di Podemos sembra lontano mille miglia anche dalle posizioni dell’olandese Geert, Wilders dal populismo del M5S italiano, anche se il paragone con Beppe Grillo non è mancato.
A Pablo Iglesias però, da buon studioso di due precettori dell’anticapitalismo come Tony Hard e Slavoj Zizek, non mancano sapere e contenuti. E soprattutto non gli piace urlare. Da adolescente milita nel partito dei giovani comunisti, qualche anno dopo partecipa al G8 di Genova in veste di no global. Nel 2008 comincia ad allontanarsi dalla tradizione comunista per avvicinarsi alle proteste organizzate di piazza, partecipando attivamente al movimento degli Indignatos. E’ lì che si forma e prende corpo in buona parte il suo fiammante Podemos, nato nel marzo 2014.
Nei pochi mesi di campagna elettorale Iglesias ha girato la Spagna con un furgoncino comprato grazie al crowdfunding e pochi euro in tasca. D’altronde, come lui stesso ricorda spesso, fa il professore con un contratto a progetto. Insomma, un giovane milleuristas tra i giovani milleuristas (spagnoli stipendiati a mille euro). Dopo la vittoria alle europee ha detto deciso: “Siamo nati per andare avanti e non ci fermeremo”, immaginando già la prossima sfida politica. Tant’è. Al momento chi vuol parlare con lui deve mettersi in coda: il suo ufficio stampa è in crisi, in due ricevono fino a 80 richieste al giorno. E non solo dalla Spagna.
Silvia Ragusa – Venerdì di Repubblica – 13 giugno 2014 -

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