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mercoledì 4 giugno 2014

Lo Sapevate Che: E alla fine il Caimano è rimasto senza denti...




Voti in caduta libera. Poco potere di condizionare il governo. Partito fuori controllo. Con la crisi di Berlusconi la destra diventa un cantiere aperto dove  nulla sarà come prima

Il grande movimento degli elettori in questi due anni si è indirizzato in ogni dove salvo un caso, dove invece ha seguito una strada precisa: punire Berlusconi. Nel 2012 il PdL. Perde la bellezza del 16 per cento dei voti (e incredibilmente qualcuno arrivò a definire il Cavalieri”vincitore” delle elezioni) e alla europee di domenica un altro 5 per cento riducendosi al 16,8-
Questo dimezzamento dei voti, così come l’irruzione del M5S e il trionfo del Pd, segnala che le vecchie appartenenze politiche si sono allentate. Proprio l’affermazione di Beppe Grillo alle elezioni politiche dell’anno scorso dimostra che i cittadini si sentono ormai svincolati dalla fedeltà all’una parte o all’altra della divisione destra-sinistra. Quello che non è mai riuscito ai centristi, da Casini a Monti, l’ha ottenuto uno showman capace di parlare alla pancia tormentata del paese.
IL 25 Maggio Il Beneficiario del movimento degli elettori è stato il Pd. La capacità di attrazione del Partito democratico ha nettamente superato i suoi voti in uscita. Secondo una stima dell’Swg a fronte di una perdita di circa 2 milioni di voti, Renzi ne guadagna 4 e mezzo. Alla fine, un saldo positivo di proporzioni colossali, alimentato da Scelta Civica, passata quasi in blocco al Pd, dal M5S – un milioni gli elettori che, probabilmente, sono rientrati alla casa  madre – e dall’astensione. Pochi invece i  travasi diretti da destra, dall’avversario di sempre. Come sottolinea anche l’istituto Cattaneo il passaggio di fronte è ancora raro. E’ vero che in molti hanno abbandonato Berlusconi, ma non per questo sono accorsi da Renzi. L’elettorato forzista aveva a disposizione scelte diversificate, sia all’interno dell’area del centro-destra vecchio e nuovo  (dalla Lega ai Fratelli d’Italia passando per l’Ncd di Alfano), che in un altrove percepito non estraneo o nemico come il M5S. E infine, soprattutto, si poteva rifugiare nell’astensione in attesa di vedere come evolvono gli eventi. Proprio quello che è successo: il grosso degli elettori in uscita da forza Italia, così come dal M5S, si è astenuto. Quindi, l’elettorato moderato non si è volatizzato né di vedere cosa succede al proprio campo.
Ed E’ Molto Probabile che l’offerta politica di qui a qualche mese cambierà. Per il semplice fatto che Berlusconi è stato inequivocabilmente sconfitto. Il risultato di domenica scorsa mette al riparo da ogni possibile equivoco, dato che, ancora qualche settimana fa, circolava la domanda se veramente il M5S avrebbe superato Forza Italia. Benché le sparate di Grillo sul “vinciamo noi” si siano rivelate un boomerang e lo obblighino a ripensare comunicazione e strategia, il perdente indiscusso è Berlusconi. E’ un caimano sdentato quello che emerge dalle europee. Non ha più forza elettorale, non ha più un potenziale di condizionamento verso il governo, non è più in grado di far fare “la fine di Fini” ai traditori dell’Ncd, non ha più il controllo assoluto del partito. Nel momento in cui svanisce l’aura del vincitore e il tocco del leader non è più “salvifico”. Anzi diventa un bacio della morte, un partito a trazione carismatica come Fi perde ragion d’essere. Non si scioglierà dall’oggi al domani, ma tutti al suo interno oggi capiscono che il bastone del comando non è più in mani salde. E quindi incomincerà la lotta per il potere. L’exploit elettore di Raffaele Fitto, immesso nelle liste elettorali dopo un lungo braccio di ferro, dimostra che le leadership è contendibile. Si apre una fase che oscilla tra l’imprimatur dinastico ad un estremo, e la democratizzazione interna con regole e procedure precisamente statuite ed effettivamente adottate, all’altro estremo. E in mezzo tutti i compromessi possibili. A ogni modo, con la crisi di Forza Italia tutta la destra diventa un cantiere aperto e, oltre ad Alfano, sono in campo sia la Lega, rilanciata dalla partnership con il Front National francese, sia i Fratelli d’Italia, eredi della destra classica di ispirazione aennina ed ora guidati da una figura giovane e in crescita. Di certo, nei prossimi mesi la configurazione di questa area politica non sarà più la stessa.
Piero Ignazi – L’Espresso – 5 giugno 2014

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