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venerdì 13 giugno 2014

Lo Sapevate Che: Contromano....




Per cambiare l’Italia serve un rivoluzione.
Sarà la volta buona?

Fra i tanti terremoti elettorali che hanno attraversato l’Italia di questo
ultimi venti anni, l’avanzata del Pd di Renzi è la più sorprendente e
travolgente. Non immaginavo di vedere in questo Paese un Pd al 41
per cento, una sinistra nel suo complesso, contando anche la lista Tsipras, al 45 per cento, largamente maggioritaria nel Nord del Paese, dove ha guadagnato più voti che al Centro o al Sud. Più di un cambiamento, una rivoluzione elettorale, è l’atto di nascita della Terza repubblica. Ma per tradurre questa speranza in realtà, occorrono fatti. Altrimenti anche questa sarà stata l’ennesima, finta rivoluzione  all’italiana. Ne abbiamo avute tante dal ’92: il crollo in pochi mesi del sistema di partiti che avevano guidato il paese dal dopoguerra, la vittoria dell’Ulivo di Prodi e il primo governo di sinistra, i trionfi elettorali di Berlusconi, il clamoroso successo di un movimento anti sistema, i 5 Stelle, passato in alcuni mesi da zero al 25 per cento dei voti. Tutti questi sconvolgimenti non hanno intaccato però di una virgola gli antichi problemi italiani, che non sono il bicameralismo perfetto o il costo del lavoro. Sono la disoccupazione cronica, soprattutto giovanile, e lo spaventoso impoverimento progressivo  del potere d’acquisto di lavoratori dipendenti e autonomi, e del ceto medio in generale, che è la linfa della democrazia occidentale. Sono poi il continuo degrado del sistema scolastico, la corruzione delle classi dirigenti, l’evasione fiscale colossale, l’avanzata economica delle mafie colluse col potere politico, l’intangibilità di un sistema finanziario e bancario malato e di una burocrazia mostruosa del capitalismo all’italiana, il degrado ambientale e tanto altro. Ad esempio, per citare un tema al quale ho dedicato tempo, la massa insensata di privilegi economici e di regalie di Stato al Vaticano, che si conferma anche con i papi più progressisti e francescani.
Tutti i partiti o movimenti nuovi e nuovisti che si sono avvicendati sulla movimentata scena politica del ventennio, dalle Lega e Forza Italia, dall’Ulivo ai 5 Stelle, per convenienza o per incapacità, alla fine si sono comportati nei confronti di tutti questi mali profondi esattamente come quelli morti con la Prima repubblica, acconciandosi a difendere lo status quo e anzi peggiorarlo. Si capisce che non basta qualche riformina, occorre una rivoluzione. Ma troppi treni sono già passati. Se non ora, quando?
Curzio Maltese – Venerdì di Repubblica – 6 giungo 2014

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