Il Cervello
La Memoria in Tilt
Come distinguere se è
Alzheimer o no
Quante volte abbiamo avuto difficoltà a trovare le chiavi, o
gli occhiali, o dimenticato il nome di una persona appena incontrata? Quante
volte usciamo di casa e ci rendiamo conto di esserci dimenticati qualcosa – chi
non ha memoria abbia gambe – evidentemente
se c’è un proverbio, il fenomeno deve essere ragionevolmente comune.
Il nostro cervello è fra tutti gli organi quello che
invecchia meno anche se va incontro a cambiamenti fisiologici. Come risultato
alcune persone si rendono conto che hanno necessità di un tempo maggiore per
apprendere nuove informazioni o nel rievocare, cioè richiamare dai magazzini
della memoria, ciò che già conoscono. Se si ha sufficientemente tempo per
rispondere, non vi sono molte differenze fra giovani ed anziani sani che, anzi,
possono avere alcune competenze cognitive, come il vocabolario e la conoscenza
di concetti di nozioni più ricche e più efficienti.
Una fisiologica riduzione della memoria legata all’età non
impedisce di vivere una vita piena e produttiva e non deve disturbare la nostra
capacità di lavorare, vivere in modo indipendente o mantenere una vita sociale.
C’è una differenza, però tra le variazioni normali in memoria
e il tipo di perdita di memoria nell’Alzheimer e nei disturbi correlati.
Noi tutti dimentichiamo i dettagli esatti di una
conversazione o di quello che qualcuno ci ha detto di fare, ma una persona con
Alzheimer dimentica quello che è appena accaduto, quello che qualcuno ha appena
detto, o quello che lui o lei ha appena detto, e quindi ripete e fa ripetere le
cose più e più volte. E dimentica
completamente un’esperienza, e raramente se ne ricorda in un secondo momento.
Una persona con normali alterazioni dovute all’età, invece, dimentica parte di
una esperienza, ma non tutta e spesso il ricordo del nome, o il dettaglio
riemerge in un secondo momento. E’ capace di organizzarsi con appunti o
strategie, di leggere e comprendere istruzioni sia scritte che orali ed il
resto degli strumenti cognitivi rimane valido.
La presenza di un solo sintomo, quale la riduzione della
memoria, non indica che una persona abbia la malattia di Alzheimer o una demenza che sono patologie progressive
e che quindi coinvolgono anche le altre capacitò cognitive.
Se il disturbo della memoria viene percepito dal soggetto
come un problema serio è importante consultare il medico od un neurologo che
effettuerà un esteso colloquio, un esame obiettivo generale e neurologico con
particolare attenzione ai farmaci che la persona assume. Se il dubbio di
difetto cognitivo persiste è necessario eseguire una batteria di test
neuropsicologici.
Alcune persone con problemi di memoria possono avere una
condizione chiamata Disturbo Cognitivo Lieve Amnestico (aMCI). Queste persone
hanno più problemi di memoria rispetto al normale per le persone della loro
età, ma sono in grado di svolgere le loro normali attività. Circa il 10%
migliora dopo un anno e molti rimangono stabili nel tempo. Vi è però una
percentuale che peggiora e si sta cercando di comprendere perché questo
avvenga.
Esistono molte altre cause di perdita di memoria, comprese
carenze di vitamina B12, e altre patologie del sistema nervoso, tiroide, rene o
del fegato. L’alcolismo è una causa frequente. Infine ricordiamo che se abbiamo
una condizione di stress o di depressione, diminuisce la nostra attenzione al
mondo e quindi sarà minore ciò che poi ricorderemo. Ansia o depressione possono
essere scambiate per demenza, spesso negli adulti ma soprattutto in chi è più
anziano.
Ordinario di Neurologia – Università di Firenze – Clinica
Neurologica Careggi
Sandro Sorbi – Salute di La Repubblica – 11 marzo 2014
Nessun commento:
Posta un commento