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lunedì 12 marzo 2018

Lo Sapevate Che: Tre Manifesti in Italia...


Quando rinascerà una forte opinione pubblica in Italia? Per rispondere, prendiamola un po’ alla larga, da due film americani protagonisti della notte degli Oscar, The Post di Steven Spielberg e Tre manifesti a Ebbing, Missouri di Martin McDonagh. Sono due film divertentissimi con alcuni punti in comune. Parlano del passato per raccontare il principale problema del presente, la perdita della memoria storica. Sono film contro l’America di Donald Trump, ma soprattutto contro la malattia sociale che sta distruggendo tutte le nostre democrazie, la rassegnazione popolare. Entrambi hanno come protagonisti donne e uomini che lottano con ostinazione per ottenere verità e giustizia, contro ogni convenienza personale e di fronte a un potere fondato sulla menzogna. Con tutta la mia ammirazione per Spielberg, dai tempi di Duel, raddoppiata dal culto per Meryl Streep e Tom Hanks, il vero capolavoro è l’altro. Spielberg narra una storia bellissima ma tutta dentro parametri hollywoodiani, con un gran cattivo, Nixon, il Trump di allora, e due supereroi, esponenti dell’establishment buono, l’editrice e il direttore del Washington Post. Tre manifesti è invece la confusa, contraddittoria ma colossale epopea di una piccola donna, interpretata dalla straordinaria Frances McDormand, che affitta tre manifesti per inchiodare il potere locale con le domande sullo stupro e l’assassinio di sua figlia, risvegliando dal torpore morale un’intera comunità. La storia non la cambia l’eroismo dei grandi, ma la perseveranza dei piccoli. L’apparato militare politico che aveva per decenni sparso menzogne sulla guerra in Vietnam non è stato spazzato via dalle campagne del Post sui Pentagon Papers e poi il Watergate, quanto piuttosto dall’indignazione popolare. E alla fine, poiché non si era compiuta una profonda rivoluzione delle coscienze, quel potere è sempre rinato, con Reagan, i Bush, ora con Trump. Per venire all’Italietta immiserita dall’interminabile era berlusconiana, qui l’opinione pubblica è sparita quasi del tutto. Non che manchi l’informazione sui reali problemi del Paese, per quanto gli spazi di critica si stiano riducendo anno dopo anno, ma questa non produce alcuna reazione. Siamo assuefatti alla corruzione, all’evasione fiscale, alla distruzione del paesaggio e allo spreco pubblico, come fossero catastrofi naturali. Non protestiamo più contro l’assurdo di un grande Paese che butta decine di miliardi per grandi opere inutili e si blocca per dieci centimetri di neve. Quello che non spegne del tutto la fiammella della speranza non è l’attesa di un improbabile messia politico, quanto la presenza in ogni Ebbing italiana di tante Mildred che comunque vada non si arrenderanno.
Curzio Maltese – Contromano – Il Venerdì di La Repubblica – 9 marzo 2018 -

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