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mercoledì 28 marzo 2018

Lo Sapevate Che: Donald nella tempesta perfetta...


Avevamo visto stagiste innamorate chiamare Monica e “pupe” di Cosa Nostra come Judith Campbell, vittima e amante sia di un boss mafioso che di John Kennedy a giorni alterni. Ci sono state discipline autiste dell’esercito, molto care al cuore del presidente Generale Eisenhower, e una lontana cugna che Franklyn Delano Roosevelt amava portare con sé nella sua residenza di campagna nello Stato d New York. E proprio quando credevamo di averle viste tutte, letteralmente parlando, ne letti, nei salottini, sui divanetti della Casa Bianca irrompe una figura di donna nuova la pornostar. Si chiama Stephany Clifford, nota ai cultori della pornografia come Stormy Daniels e in quel su nome d’arte, “Stormy”, la Tempestosa, c’è una minaccia di maltempo che nessuno dei presidenti americani aveva mai dovuto affrontare. La trentottenne signora, già attrice in vari film hard e da anni produttrice e regista di lungometraggi tra i quali uno ambientato nel Far West, non è l’ingenua regista o la discreta amante di altri tempi. È un’imprenditrice che ha fatto del sesso la propria industria, e che sta usando Donald Trump come lui usò lei. Stormy non si atteggia a vittima. Non lamenta molestie, ricatti, violenze fisiche o psicologiche. Nel 2006 ebbe un rapporto con Donald Trump perfettamente consensuale e compensato. Né a lei poteva interessare il fatto che il suo cliente, il signor Trump, fosse sposato e che la moglie, la signora Melania, fosse fresca del parto di Barron, l’ultimo figlio di Donald. Per lei, quello che era accaduto con quell’uomo era stata soltanto una prestazione professionale. Ma dieci anni più tardi, nel 2016, quando il suo cliente sentì avvicinarsi la possibilità di diventare presidente, quella prestazione professionale della pornostar acquisì un valore leggermente diverso. Gli avvocati di Trump l’avvicinarono e le proposero un pagamento di 130mila dollari per “dimenticare” e per stare zitta per sempre. Stormy accettò, incasso i soldi, li investì nel Sexy Western che stava producendo e firmò il patto del silenzio. Ma è una businesswoman, una donna d’affari, e nel contratto del silenzio lei, con l’aiuto dell’avvocato, scoprì un dettaglio: al documento manca una firma di Donald Trump, il contratto del silenzio è dunque, per lei, difettoso e invalido e la signora Tempesta si è scatenata. Sta preparando interviste a pagamento, documentari. I legali del Presidente stanno furiosamente entrando e uscendo dai tribunali per ottenere un gag onder, un bavaglio col quale zittirla, ma per ora senza successo, perché Stormy ha un grande vantaggio a proprio favore: il tempo. Trump è in trappola dentro la Casa Bianca e la magistratura penale non ha ragioni per intervenire, e dunque per accelerare i tempi. E la storia è ormai fuori dal sacco. Nessun tribunale potrà cancellare le foto della vistosa signora dalle prime pagine dei tabloid sui quali troneggia da settimane né cancellare il nome dalla Rete, dai social network e dai quotidiani più autorevoli che tengono vivo il romanzo. L’America ha perdonato già troppi presidenti, nel passato, per crocefiggere Trump, alla sua involontaria partecipazione a un porno show, e anche la destra più ipocritamente bacchettona ha digerito rospi colossali quando ha votato quell’uomo che si vantava di mettere le mani addosso alle donne a proprio piacimento. Per ora, la sola punizione sembra quel gelo coniugale sceso fra lui e Melania, l’elegantissima “convitata di pietra” che sembra non vivere, ma sfilare come una modella sulla pedana accanto a lui, negandogli il piccolo gesto del tenersi per mano. Con un figlio di 12 anni, sul limitare della pubertà, proteggerlo dalle avventure del papà con una pornostar deve essere la sua preoccupazione principale.
Vittorio Zucconi – Opinioni – Donna di La Repubblica – 24 marzo 2018 -

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