Il Mio Nuovo Libro l’ho dedicato a chi insegna la
geografia e la storia, a chi le studia, a chi le ama, a chi vuole riscoprirle.
Mi dicono che nelle scuole queste materie vengono trascurate. Per adeguarci al
nuovo mondo ci servono solamente matematica e fisica? Che paradosso. Viaggiamo
sempre di più e capiamo sempre di meno. Mentre lo attraversiamo a gran
velocità, il mondo attorno a noi ci disorienta. Perfino leader potenti, della
politica o dell’economia, sembrano brancolare senza una visione. Fissano sulle
carte “linee rosse” (il titolo del mio libro) che loro stessi non capiscono.
Forse perché non leggono più. Paradossalmente certi autocrati (come il
presidente cinese Xi Jinping, che cita Tucidide), non avendo scadenze
elettorali, hanno più tempo per i libri. I nostri leggono solo tweet? Tutto
quello che il mondo vuole dirci è spiegato nei disegni. Il nostro destino è
scritto nelle carte geografiche, e nella loro storia. Se impariamo a
decifrarle. Ogni crisi vicina e lontana – dai profughi del Mediterraneo alla
Corea, da Brexit a Trump, dal terrorismo islamico al cambiamento climatico,
dagli autoritarismi di Cina e Russia ai nuovi protezionismi, dalle “missioni
impossibili” di papa Francesco all’inquietante utopia/distopia dei social media
– ci costringe a capire la fisicità del mondo in cui vivevamo. La geografia e
la storia come le abbiamo studiate sui banchi di scuola non ci bastano più. Un
po' anche perché il mondo è stravolto rispetto alle fotografie già obsolete dei
manuali scolastici. Tante “linee rosse”, confini nazionali o frontiere
culturali, invecchiano a gran velocità. E poi la scuola non ci ha insegnato a
guardare “oltre”, a penetrare il significato nascosto delle carte, a incrociare
il paesaggio terrestre con la storia della civiltà, dei popoli e degli imperi.
Partendo dai focolai più pericolosi del caos contemporaneo, ma senza
sottovalutare le nuove frontiere delle opportunità, con l’aiuto degli atlanti
vi invito alla scoperta di una geografia segreta del mondo che fu, del mondo
com’è oggi, plasmato da rapporti di forza reali, e di quello che ci aspetta. Il
libro contiene tanti racconti di viaggio. Ci sono le mie puntate in terre
lontane, i diari della mia vita all’estero, reportage, inchieste, trasferte al
seguito di leader stranieri, summit internazionali. In alcuni casi forse
aumenterò la vostra curiosità, e le mie ricognizioni in avanscoperta vi
serviranno come itinerari. Se i miei viaggi ispirano i vostri, queste carte
“raccontate” vi serviranno come guide di un tipo nuovo per guardare dietro le
apparenze. La storia antica riappare negli atlanti, come una trama che si
ripete. I grandi imperi di una volta non sono mai del tutto scomparsi, hanno
lasciato tracce che ci guidano inconsapevolmente. Ci sono anche le linee rosse
invisibili che stanno costruendo il mondo di domani: i confini dell’influenza
di un soft power religioso; il
paesaggio rivoluzionario di una tecnologia nuova; l’inattesa penetrazione di
uno stile di vita italiano negli angoli più remoti del pianeta- Oscar Wilde
sosteneva che il paese più importante da segnare sulle mappe è l’Utopia: non
conta solo dove siamo qui e ora, ma la direzione di marcia, il traguardo che ci
ispira. Alcune delle carte geografiche più utili sono frutto della fantasia.
Quelle di Italo Calvino che si susseguono in Le città invisibili, per esempio: “Il Gran Kan possiede un atlante
in cui sono raccolte le mappe di tutte le città: quelle che elevano le loro
mura su salde fondamenta, quelle che caddero in rovina e furono inghiottite
dalla sabbia, quelle che esistevano un giorno e al cui posto ancora non
s’aprono che le tane delle lepri. (…) L’atlante tra questa qualità: rivela la
forma delle città che ancora non hanno una forma né un nome”.
Federico Rampini – Opinioni – Donna di La Repubblica – 4
novembre 2017 -
Nessun commento:
Posta un commento