“Carissimi è carissima, il viaggio di
Destinazione Italia si conferma ogni giorno un’esperienza straordinariamente
importante. Una campagna di incontro e ascolto lontana anni luce dalle inutili
beghe della politica romana”. Mi era finita nello spam della posta questa
perla. L0intelligenza algoritmica di Gmail aveva filtrato la missiva di
Francesco Bonifazi, tesoriere del Pd che saluta il destinatario con la
richiesta di una donazione anche piccola mettendola in automatico tra i fastidi
evitabili. Scopre per caso che la propaganda Pd, così come quella di altri nei
database dei quali per qualche motivo sono schedato, finisce tra le avances di
porno, compagnie telefoniche e abbonamenti satellitari. Gmail a volte sbaglia.
Deformazione professionale e voglia di continuare a stupirmi, in negativo, mi
rendono infatti d’interesse sapere in quali modi la principale foza di governo
in Parlamento stia cercando di recuperare terreno sui tempi che sembrerebbero,
alla luce delle infinite sconfitte elettorali, sfuggirle quotidianamente di
mano. Insomma, il treno del Pd, nonostante tutto, sta continuando la sua corsa
lontano “anni luce dalle inutili beghe della politica romana”. Provo
immediatamente fastidio proprio laddove il Bonifazi o chi per lui aveva
previsto di avere gioco facile sulla soglia d’attenzione media del
destinatario. Poche cose mi deprimono come leggere “casta”, “politica
politicante”, “professionisti della politica”, o, appunto, “inutili beghe della
politica romana”. Che tu sia dirigente leghista, berlusconiano, grillino o
piddino, abbassare il livello della considerazione della politica romana, che
poi è quella a cui tutti ambiscono, è l’autolesionistico obiettivo
pervicacemente mirato da ognuno. Se penso che per anni abbiamo considerato
Bossi un rustico dai modi sgarbati con scarso rispetto delle istituzioni e del
lavoro che si candidava a fare, pur bramando le istituzioni stesse, quasi mi
viene da scusarmi con lui. Intanto l’elettore di sinistra di Ostia ha
agonizzato nel pieno delle due settimane più lunghe della sua passione
politica: quelle in cui Movimento 5 Stelle e Centrodestra si giocano il
municipio (già sciolto per mafia quando gestito dal Pd) con Casa Pound e clan
mafiosi a furoreggiare”. L’elettore di sinistra domenica non sa che fare.
Votare il meno peggio? Astenersi come fanno quasi tutti? Smettere di ritenersi
di sinistra andando a votare convinto qualcosa che non avrebbe votato mai? Sono
state le settimane della definitiva ribalta televisiva di chi ora non ha più
pudore a definirsi fascista come fosse la cosa più pop del mondo. Nel mentre,
l’ultimo candidato alla presidenza del Consiglio nato nella storia del Pci, se
va in Tv è per presentare il suo nuovo romanzo. Abdicare alla propria ragione
sociale, a sinistra, non è mai stato tanto evidente.
Diego Bianchi – Il Sogno Di Zoro – Il Venerdì di La
Repubblica – 17 novembre 2017 -
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