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mercoledì 29 novembre 2017

Lo Sapevate Che: Il santone predatore...



Nei momenti difficili la maggior parte di noi si rivolge: a Dio – o a sacerdoti, santoni e guru. La fede dà sollievo. Un luogo di culto offre sostegno e rafforza l’identità sociale. A volte, però, può anche essere un luogo di abusi, e Dio aiuti coloro che raccontano la verità. In India un episodio in particolare è arrivato alla ribalta internazionale. Un eccentrico santone, che ha anche recitato in alcuni film in cui si presentava come salvatore o messo divino, è stato finalmente incarcerato per stupro. E si è scatenato l’inferno. Gurmeet Singh, al secolo Gurmeet Ram Rahim Singh Insaan, è stato condannato a distanza di 15 anni dalla denuncia. Nel frattempo, il fratello della vittima e un giornalista sono stati uccisi. Eppure i politici Eppure i politici sono accorsi a frotte per difendere il guru, compreso il premier Narendra Modi. Nello Stato in cui risiede, i ministri dell’Istruzione e dello Sport si sono fatti fotografare sorridenti al suo fianco. Alcuni gli hanno regalato dei soldi come risarcimento. Dal momento della condanna continuano a uscire notizie sconvolgenti sul suo conto: arsenali di armi, castrazioni di seguaci, passaporti falsi. Ma la cosa più sconvolgente è che i suoi proseliti hanno fatto l’impossibile per mettere sotto pressione la corte il giorno del verdetto, scatenando violenze di piazza che hanno provocato diversi morti. Non è un caso isolato. Quando la polizia è andata ad arrestare un altro santone. Asaram Bapu – la sua impresa vanta 400 ashram sparsi per il mondo – si è dovuta scontrare con i devoti. Rapu è il guru che, dopo il brutale stupro di gruppo della ragazza sul bus nel 2012, aveva scaricato la colpa sulla vittima, poi deceduta, dicendo che avrebbe dovuto implorare pietà di fronte ai suoi stupratori e chiamarli “fratelli”. Asaram è accusato di aver violentato una minorenne, che la famiglia aveva mandato da lui per una seduta di “guarigione”. La cosa incredibile è che, anche dopo che la ragazza aveva raccontato l’accaduto ai genitori, il loro primo impulso non è stato quello di rivolgersi alla polizia, ma di cercare di incontrare Asaram per un chiarimento: si sono rivolti alla polizia solo quando è stata negata udienza. Per fortuna, il padre della vittima aveva soldi a sufficienza per dare battaglia in un contesto che si è complicato: con tre testimoni morti, un altro accoltellato e un altro ancora aggredito con l’acido. Anche il figlio di Asaram è accusato di stupro. Su entrambi pesa il sospetto della morte di due ragazzi trovati morti in un ashram e di altri due che ne frequentavano un altro ritrovati sottoterra, a quanto pare privi di organi vitali. Sembra impossibile, ma Asaram continua ad avere milioni di devoti. Poi c’è Sakshi “Maharaj” (termine onorifico usato anche per i re), parlamentare del Bjp (il partito al potere), che definisce l’assassino del Mahatma Gandhi un patriota, chiede alle donne indù di proteggere la religione sfornando quattro figli a testa e vuole che la conversione all’Islam e al cristianesimo diventi reato da pena di morte. La sua curiosa teoria sugli stupri prevede che siano provocati da giovani coppie che amano girare in bicicletta, e per questo dovrebbero essere incarcerate. Anche lui ha una rete di ashram. Nel 2000, la preside di un collegio ha sporto denuncia per stupro di gruppo contro lui e due suoi nipoti: è stato assolto. Potrei citarne altri: Swami Premananda, Swami Nithyananda, Swami Bhimanand, Swami Gangesanantha  Teerthapadar e Kaushlendra Prapannacharya anche detto “Falahari Baba”, cioè il santone (baba) che mangia frutta (è un fruttariano). L’ultimo a finire in prigione è stato Shantisagar  Maharaj, un monaco gianista digambara (significa “vestito d’aria”: i monaci di questa confessione non indossano vestiti), con l’accusa di aver violentato una ragazza di 19 anni. Nonostante le prove, migliaia di seguaci hanno protestato e accusato i genitori della ragazza di volerlo ricattare. Sappiamo tutti che alcuni guru, sacerdoti, maulana (dotti islamici) abusano di bambini e donne. Quando questo episodi riguardano altre religioni, tutti ne restano sconvolti ma, quando si tratta della propria, non riescono ad ammettere che questi santoni siano solo uomini pieni di difetti. Così la spirale di violenza e omertà continua. (traduzione di Fabio Galimberti).
Annie Zaidi – Opinioni – Donna di La Repubblica – 26 novembre 2017 -

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