C’è una frase che ripetiamo spesso, è diventata quasi
un proverbio. A volte appare pronunciata da una persona con cuore buono e
generoso: “Ama il prossimo tuo come te stesso”. È una frase che fa parte del
catechismo cristiano ed è ampiamente condivisa. Papa Francesco pochi giorni fa
ha detto con i tempi che corrono dobbiamo modificarla dicendo “ama il prossimo
tuo più di te stesso”. Trenta a te e settanta al prossimo. Lo trovo un detto
bellissimo, ma a pensar bene contiene molti significati e anche qualche
oscurità che vale la pena di illuminare. In cosa consiste il bene del prossimo?
E il prossimo qual è? Per un sacerdote che cura le anime sono i fedeli della
sua parrocchia, per un vescovo quelli della sua diocesi, per un Pontefice il
mondo intero: il Dio Unico è ovunque e non è proprio di nessuna religione, ma
anche per i laici quel detto vale. Se la domanda sul prossimo, viene presa alla
lettera la risposta è facile: il prossimo ti sta vicino, sta in tua prossimità
e dunque sei anzitutto te stesso, il tuo Io, sei tu. Il bene a te stesso è
tutto ciò che ti soddisfa e ti rende felice, perciò varia da persona a persona.
Contiene il bene ma neanche il male che tu puoi arrecare agli altri con i tuoi
comportamenti, involontariamente o spesso volontariamente. Il Noi è la terza
forma che assume il prossimo: gruppi di persone che praticano gli stessi
interessi oppure si associano per tutelare progetti e affari. Interessi
economici e sociali che sboccano poi in organizzazioni industriali o sindacali.
Ma esistono anche associazioni politiche che assumono la forma di partito.
Questo è un prossimo politicizzato e guidato da un ristretto e autorevole
gruppo e da un leader che esercita il suo ascendente personale sugli aderenti.
Questi sono i partiti. Se hanno un’ideologia essa attira un numeroso gruppo di
iscritti. Ma esiste contemporaneamente un’altra specie di Noi, quella
familiare. Questa ce l’hanno tutti ma anche qui ci possono essere dissidenze e
contrasti, spesso la famiglia non è coesa e oggi ancora meno dopo l’avvento
delle nuove tecnologie ampiamente diffuse soprattutto tra i giovani. Nelle
famiglie si vive una sterminata massa di affetti tra genitori, figli e
fratelli, spesso i nonni. Questo è il vero problema che educa i sentimenti
comuni tra loro. Ma anche nelle famiglie esistono problemi, rivalità.
Incomprensioni, fino all’abbandono dei giovani rispetto a chi li ha creati. Le
tecnologie hanno messo a disposizione di un gran numero di persone (e dei giovani
in particolare) la possibilità di avere notizie, elementi di conoscenza con
l’intero pianeta nel quale viviamo. Il prossimo è ormai ovunque, in diverse
città, nazioni, continenti. Queste connessioni hanno abolito di fatto sia il
passato sia il futuro. Vivono il presente e costituiscono un prossimo mondiale
che ti è peraltro vicinissimo perché lo contatti con grande facilità. Spesso
avviene anche che attraverso i computer nascano incontri sessuali “solitari”
tra persone che vivono nel palazzo accanto o addirittura a migliaia di
chilometri di distanza. Il prossimo dunque ha trionfato e la sua vita è in continuo
movimento, virtuale naturalmente e non reale. Questa grande
rivoluzione ha
effetti su tutta la popolazione del pianeta e ha messo in movimento interi
popoli che sfuggono dalla povertà e cercano di migliorare la loro condizione. È
un fenomeno, quello delle migrazioni, che si verifica da secoli. Coinvolgeva
solo alcune nazioni e, una volta finito il traffico degli schiavi, il risultato
per gli emigrati era lavoro e integrazione nei nuovi paesi. Oggi la situazione
è molto diversa. L’ondata dei migranti, se non si concretizza in lavoro e
accoglienza, arriva a provocare guerre. Entro certi limiti, laddove trionfa
l’integrazione dei popoli, si va verso un meticciato, soprattutto in Europa che
è il continente maggiormente preso di mira dai popoli poveri. Stanno aumentando
guerre e terrorismo, ma anche integrazione e diminuzione delle disuguaglianze.
L’amore per il prossimo è in gran parte diventato una condizione che riguarda
tutti e sempre più lo sarà. È il concetto di prossimo che ha cambiato natura:
per certi aspetti è scomparso e per altri invece finisce per coinvolgere
l’intera popolazione del nostro pianeta.
Eugenio Scalfari – Il Vetro Soffiato – L’Espresso – 26
novembre 2017 -
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