Perché andiamo a caccia
di potere
La volontà di dominio
sugli altri prevale su tutti i sentimenti che possiedono la nostra anima. Anche
su amore e amicizia.
Non solo riesce a darci
un piacere unico, ma risponde anche all’istinto fondamentale: la sopravvivenza
Da molti anni sono affascinato dallo studio degli istinti che
animano gli umani, uomini o donne che siano nelle diverse età della loro vita.
Ho letto molti libri che si occupano di questo problema, ho parlato con persone
che operano professionalmente per curare disturbi mentali che con gli istinti
sono strettamente connessi: psichiatri, psicoanalisti e con altri che hanno
attraversato drammi o addirittura tragedie che ne hanno sconvolto l’anima.
Infine ho usato me stesso come documentazione diretta e insostituibile,
esperienza tutt’altro che facile poiché richiede un’oggettività e quindi un
distacco dalla propria mente, dal sé e dall’io che non sempre si riesce a
realizzare: è infatti molto forte il sentimento di giustificazione delle
proprie azioni e dei propri sentimenti, guardando ciò che accade nell’anima
nostra e nei nostri comportamenti con benevolenza; a volte anche con
malevolenza masochista e così deformando la validità documentale del nostro
viaggio interiore.
Non V’E’ Dubbio che la radice primaria sia l’istinto
di sopravvivenza, ma esso è presente in tutti gli esseri viventi, dai vegetali
agli animali siamo, anche se con caratteristiche che ci distinguono dalle altre
specie.
Sono arrivato a concludere che gli istinti dominanti della
nostra èsiche sono tre: l’amore, l’amicizia, il potere.
La vita di tutte le persone è guidata da questi tre connotati
e il loro carattere è da essi plasmato fin dall’infanzia e si perfeziona
durante gli anni dell’adolescenza, quando diventa addirittura la visione che
abbiamo della vita. Perfino il talento ne è influenzato e la letteratura ,
l’arte, la poesia, la musica ne dimostrano la presenza. Amore, amicizia,
potere.
I primi due sono simili. Le analogie tra di essi sono
numerose: entrambi riflettono un affetto verso gli altri, un voler bene,
un’identificazione verso altre persone, un desideri d’accompagnarsi ad esse, di
scambiarsi idee, progetti, reciproco aiuto. Non sono la stessa cosa, l’amore e
l’amicizia, se non altro perché l’amore può anche comportare un’attrazione
fisica che è invece assente nell’amicizia. Ma il voler bene è presente in tutti
i due quei sentimenti.
Il potere è invece tutt’altra cosa e i sentimenti che
quell’istinto genera e attraverso i quali si manifesta e si esprime sono il
successo e il possesso.
Di Solito Diamo AL potere un significato politico o economico
ed è vero che spesso il successo e il possesso caratterizzano l’economia e la
politica. I potenti è in quei campi che operano: successo, possesso. Ma non
soltanto. Il potere infatti si fa sentire anche in campi del tutto diversi
dalla ricchezza e dal governo delle istituzioni pubbliche. Si fa sentire per
esempio nella gestione della famiglia, nel rapporto tra padre e figli, tra
fratelli e sorelle, tra il padre e la madre. Ed è spesso il potere cosiddetto
temporale che ispira i sacerdoti ministri della religione in genere e di quelle
monoteistiche in particolare.
Infine il successo e il possesso danno spesso il piacere
erotico e quindi quegli amori nei quali l’erotismo è presente e determinante.
Successo e possesso, quindi conquista , non è anche questa una frequente forma
d’amore?
La conclusione di questo esame dimostra che tra amore,
amicizia e potere è quest’ultimo ad avere la prevalenza rispetto agli altri
due, è presente anche nelle altre specie animali per la semplice ragione che è
il prodotto più diretto della sopravvivenza che come abbiamo già detto è la
radice stessa della vita.
Eugenio Scalfari – L’Espresso – 30 aprile 2014
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