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sabato 4 febbraio 2017

Lo Sapevate Che: Ma perchè gli eroi della trasparenza stanno con Putin? E Putin con Trump?...



Per secoli fake news, wikileaks e post verità si sono adagiate sulla favola di Esopo del giovane pastore burlone che gridava “Al lupo, al lupo e poi, all’ennesima volta, il lupo arrivava davvero ma nessuno lo soccorreva perché abituati allo scherzo. Nel secolo Ventesimo quella verità venne provata falsa dal dottor Goebbels, che enunciò il teorema basilare del nazismo: “Ripeti cento volte una menzogna e questa diventerà vera”. Tra i due periodi, una diversa valutazione dell’ascoltatore medio (chiamato anche popolo). Per Esopo, il popolo non era scemo. Per Goebbels, sì. Poi venne internet, e la denuncia del prof. Eco su come la tecnologia abbia fatto passi da gigante nell’arte di coglionare le masse. Le ultime notizie americane non fanno altro che aggiungere incertezze, a noi massa coglionabile. Si scopre che una squadra di “falsificatori” di notizie, agli ordini di Vladimir Putin, da anni lavorava a demonizzare Hillary Clinton e che disponeva di agganci, soldi, analisti. Uno degli snodi distributivi era Julian Assange, inventore di Wikileaks, un tempo un eroe della trasparenza, passato sotto l’egida di Putin medesimo. La sua prima fonte, il soldato semplice Bradley Manning, gli passò centomila mail in cui si raccontavano parecchie malefatte del Pentagono nella guera irachena. Manning fu condannato a 35 anni di carcere e considerato il peggior traditore mai esistiti sulla Terra; poi però Obama gli ha praticamente concesso la grazia, riconoscendo un certo valore alla sua azione e per le sofferenze subite (Manning ha cambiato sesso, è detenuta in una prigione maschile e ha tentato più volte il suicidio). Complicato? Sì, ma siamo solo all’inizio. Perché se Assange (il committente di Manning, oggi uomo di Putin) parlasse di come funziona la baracca, potrebbero essere guai seri per Donald Trump, la cui sorte, peraltro, è appesa al lavorio di una quantità impressionante di spie. Nessuno sa come finirà, né ovviamente, se mai vedremo il famoso video della pioggia dorata nell’hotel di Mosca. Un fake? Un kompromat, alla russa? Noi provinciali eravamo rimasti alla “macchina del fango”, e prima ancora alla “giarrettiera di Wilma Montesi”, e quindi abbiamo difficoltà a capire la vastità industriale e finanziaria del problema. Ci appare piuttosto una cybergiungla liquida dove gli eroi della libertà e della trasparenza nascono, si vendono, cambiano idea e committenti. Ad esempio di come siano cambiati i tempi, eccovi questa storiella. Nel dicembre scorso, due uomini molto anziani si presentarono al portiere della Casa Bianca, con una lettera da consegnare al presidente Obama. Chiedevano che la loro madre, Ethel Rosenberg, uccisa sulla sedia elettrica nel 1953 insieme al marito Julius come spia russa (leak di segreti atomici), fosse graziata post mortem, essendo da tempo stata appurata la sua innocenza. Obama non rispose, ma sarà stato colpito anche lui dalla storia. I Rosenberg, in fondo, erano gli Assange, i Manning, gli Snowden di una volta…Tempi dell’“Al lupo, al lupo”. Caspita: ne ha fatta di strada, la Russia.
Enrico Deaglio -  Annali – Il Venerdì di Repubblica – 27 gennaio 2017 -

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