Genova. Da Genova a Pittsburgh (e poi ancora
più su, sulla Stazione spaziale internazionale), nel nome della salute delle
donne. Riccardo Gottardi, 39 anni, già ricercatore al Dipartimento di
ingegneria biofisica ed elettronica dell’Università di Pittsburgh con una borsa
di studio della fondazione Ri.Med, studia l’impatto ormonale sullo stato delle
ossa ma soprattutto delle cartilagini. “Mi sono reso conto che da molto tempo
si studia l’osteoporosi, e quindi come affrontarla, ma non l’osteoartrosi: vale
a dire non si conosce ancora il modo per riparare le cartilagini, fortemente a
rischio dopo la menopausa. E invece questa sarebbe una svolta per la medicina
rigenerativa” dice dal suo laboratorio al Pittsburgh Medical Center, uno dei
dieci principali ospedali Usa, dove lavora con un team che comprende anche
laureandi del Politecnico di Milano. Dopo la menopausa le donne hanno una
probabilità doppia rispetto a quella degli uomini di sviluppare l’osteoporosi,
e la terapia ormonale sostitutiva, spiega Gottardi, “non dà una risposta
adeguata: probabilmente perché somministra ormoni in maniera indifferenziata,
mentre si dovrebbero rispettare le variazioni dei livelli di estrogeni e
progesterone durante il ciclo mestruale. La mia ricerca vuole accertare proprio
quali combinazioni ormonali siano efficaci nella protezione della cartilagine”.
Fondamentale per questo studio è il bioreattore che il ricercatore ha messo a
punto per far crescere tessuti ingegnerizzati di osso e cartilagine. “Questi,
una volta perfezionati, potrebbero andare a sostituire quelli degenerati nelle
artrosi plastiche all’anca o al ginocchio” spiega Gottardi. Il suo lavoro gli
ha permesso di aggiudicarsi il bando di uno spin-off della Nasa, il Casis
(Center for the advancement of science in space): il suo bioreattore andrà
perciò sulla Stazione spaziale internazionale. In condizioni di microgravità,
infatti, i processi degenerativi subiscono una forte accelerazione (di qui i
problemi alle ossa, degli astronauti) e questo, per Gottardi, significa poter
testare gli effetti a lungo termine di farmaci e terapie in appena un mese di
tempo. Ma, dice “ci vorrà ancora almeno un anno prima di arrivare sulla rampa
di lancio”. Nel frattempo la Fondazione Ri.Med, nata nel 2006 da un’intesa tra
il governo italiano e l’Università di Pittsburgh, realizzerà un campus di
ricerca a Carini, alle porte di Palermo, per progetti di ricerca biotecnologica
e biomedica: il bando di gara per la costruzione della struttura è stato
pubblicato a fine gennaio e a fine 2017 è previsto l’inizio dei lavori, che
dovrebbero durare tre anni. Poi il Campus si aprirà ai ricercator, Gottardi
compreso.
Donatella Alfonso – Scienze – Il Venerdì di Repubblica – 17
febbraio 2017 -
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