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venerdì 17 febbraio 2017

Lo Sapevate Che: "LA LA LAND", Oscar per un declino quello dell'Impero Americano...



Le 14 nomination per gli Oscar a La La Land sono uno dei segni, forse più frivoli ma non per questo poco significativi, del declino dell’impero americano. Il record che accosta il film più sopravvalutato dal decennio a Eva contro Eva e Titanic si può spiegare soltanto con l’immensa nostalgia di Hollywood per lo splendore perduto, la stessa nostalgia di grandezza che in maniera assai più allucinata e preoccupante ha spinto milioni di elettori a eleggere con lo slogan “faremo di nuovo grande l’America il Romolo Augustolo dell’impero americano, l’ineffabile Donald Duck Trump. La La Land è un film non brutto, ma neppure indimenticabile, che ne copia un’altra ventina con garbo e senza guizzi, È l’eterna storia di una coppia di aspiranti star che il successo separerà, un soggetto che dopo il meraviglioso New York, New York di Scorsese sarebbe meglio non sfiorare. La sceneggiatura è piuttosto banale, con qualche battuta divertente, e una serie di caratteri già visti, a cominciare dalla ragazza venuta da un piccolo paesello della sterminata provincia americana che arriva nella grande cittò a fare la barista, col sogno di recitare nel cassetto. Poiché l’interprete è Emma Stone, lo spettatore dal primo fotogramma ha la certezza che il sogno si realizzerà, sia pure dopo mille umiliazioni, come in tutte le cento puntate precedenti. Un po' più contemporaneo è il carattere maschile interpretato da Ryan Gosling, uno dei millenials ammaliati dal vintage – nel suo caso l’età d’oro del jazz – ma questo pure copiato da Midnight in Paris di Woody Allen. Si aggiunga che Stone e Gosling sono una magnifica coppia di attori, già sperimentati in Crazy, Stupid Love, film minore ma superiore a La La Land per qualità dello humor, ma decisamente un po' goffo nella danza e intonati ma flebili nel canto. La squadra di critici del NY Times, spesso in disaccordo, ha deciso all’unanimità di non inserirlo in nessuna delle classifiche dei 10 migliori film dell’anno. In definitiva è un “né né di cassetta, non un grande musical, paragonato alle leggende che evoca, non una bella storia d’amore e neppure una commedia brillante o un melodramma sul successo, ma un astuto mix industriale di tutti questi generi senza dire nulla di nuovo in alcuno. La nomination è appunto l’omaggio alla perduta magnificenza del sogno americano. E tutti noi che l’America l’abbiamo amata e odiata nella vita, ora abbiamo capito che semplicemente dovremo farne a meno.
Curzio Maltese – Contromano – Il Ven erdì di Repubblica – 10 febbraio 2017 -

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