Non E’ Difficile immaginare lo stupore del dottor
Allan Wu quando una donna di Los Angeles gli raccontò di quello strano clic che
sentiva quando apriva l’occhio. Si trattava di microformazioni ossee nate a seguito
di un trapianto di cellule staminali mesenchimali a cui si era sottoposta per
eliminare le rughe. Quelle staminali avevano generato osso. I rischi del
mercato della speranza a base di preparazioni cellulari “intruglio”, sbagliate
o inadatte, emergono sempre più nella letteratura medica. Conosciamo la storia
di una ragazza americana di 17 anni affetta da sclerosi multipla: un trapianto
di presunte staminali in Costa Riva le causò l’encefalomielite fulminante.
E quella di un ragazzo con una malattia
neurologica, volato da Israele in Russia per un trapianto di dubbie staminali
fetali. Dopo due anni cominciò ad accusare mal di testa. Una risonanza e una
biopsia evidenziarono una massa cerebrale (tumorale)di cellule non sue. La
parola “staminale” nell’immaginario collettivo ha assunto un significato quasi taumaturgico.
L’idea, errata, è che possa riparare ogni tessuto danneggiato e “curare” ogni
malattia. Le staminali sono molto diverse tra loro. Ci sono staminali nel
sangue, nella cornea, nella pelle, nel muscolo. Funzionano rigenerando il
tessuto in cui risiedono. Poi ci sono le staminali embrionali o riprogrammate,
le più plastiche. Gli studiosi le isolano, le amplificano, le studiano per anni
per capire se c’è una strada terapeutica. Delle decine di migliaia di malattie,
solo tre tipologie si curano con le rispettive staminali: alcune del sangue, le
lesioni della cornea e della pelle. Terapie made in Italy. Nelle nostre (spesso
umiliate) università sappiamo lavorare bene. E mentre si cercano dati sugli
animali e sono in corso sperimentazioni cliniche per alcune malattie, per altre
le staminali non avranno alcun ruolo. E’ pericoloso inseguire le “declamazioni
di efficacia”. Il “turismo delle staminali, attraverso passaparola o il web,
richiama soldi e “clienti” verso paesi con scarse regolamentazioni a protezione
dei malattie, a oggi, scarsa scienza. Forse non è un caso che Davide Vannoni,
artefice dell’inganno Stamina, abbia tentato di proseguire le infusioni delle
sue “pozioni” (in realtà rischiosi detriti cellulari) in Georgia. Ma ci sono
anche cliniche private del mondo occidentale che propongono terapie-truffa. Un
esempio è la clinica Excell in Germania. Il governo tedesco in pochi mesi
chiuse “l’affare”, ma un malato morì come conseguenza dei trattamenti costosi,
inutili e fuori controllo. Esistono circa 600 strutture nel mondo i cui siti
internet millantano cure con pretese staminali per tante malattie. Alcune
lasciano al paziente la scelta del trattamento delle staminali, del numero di
somministrazioni. Una madre mi mostrò la risposta di uno di questi centri a cui
si era rivolta per il giovane figlio ammalato di distrofia muscolare. Le
garantivano trattamenti curativi (purtroppo oggi inesistenti) e offrivano “un
pacchetto di sei iniezioni invece di tre) con un risparmio immediato del 30%
sul costo totale. Non possiamo impedire
alle famiglie e ai malati di partire. Le istituzioni mediche e sanitarie,
scientifiche e politiche, però, hanno il compito di informare su cosa sia
medicina e cosa no, e sui rischi di trappole mirate a realizzare grossi
guadagni. Di fronte alle aspettative dei malati, spesso commisurate alle
sofferenze, la scienza e la medicina lavorano per consegnare risultati solidi e
verificabili. Ma ciò richiede il tempo necessario ad accumulare prove di
sicurezza ed efficacia. Nel frattempo bisogna offrire ascolto, e la
rassicurazione che ogni proposta razionale, scientificamente provata e
medicalmente valida, sarà perseguita.
Elena Cattaneo – Opinioni – Donna di Repubblica – 4 febbraio
2017 -
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