“Siamo donne, oltre le gambe c’è di
più. Donne donne, un universo immenso e più”. Del resto di quel testo della
canzone proposta al Festival di Sanremo del 1991 da Sabrina Salerno e Jo
Squillo nessuno ricorda molto. Il giorno dopo la prima puntata del Festival di
Sanremo del 2017, scorrendo i dettagli della polemica accesa dalla presentatrice
Rai Caterina Balivo (che poi chiederà scusa) circa la scarsa coerenza della
presentatrice Sky Diletta Leotta nell’andare a parlare della propria privacy
violata con le gambe troppo in mostra, ho pensato a quella canzone. Che era una
brutta canzone, per lo più ridicolizzata nelle chiacchiere da bar dell’epoca
per la discutibile autorevolezza canora delle due interpreti, ma che divenne
presto tormentone, tanto da rimanermi in testa ancora oggi, a distanza di anni.
E siccome internet non serve solo ad amplificare polemiche ma anche a dar corpo
ai ricordi più affievoliti, trovare il video di quell’esibizione su You Tube è
stato tanto facile quanto col senno di poi, frustrante. Sabrina Salerno,
showgirl nota soprattutto per video in topless che davano corpo e sostanza ad
ammiccanti motivetti da discoteca, ballava lottando con l’unico bottone di
giacca utile a coprirle il bikini. Jo Squillo, già allora era punk nota per la
voglia di osare sempre e comunque, le cantava e ballava accanto in striminzita
minigonna. Le provocazioni delle due cantanti, fossero frutto di marketing o di
sincera trasgressione poco cambia, venivano metabolizzate e digerite senza
grandi traumi dalla tv di nicchia, ma nazional popolare come solo al Festival
di Sanremo è richiesto di essere nel tempo, Ma se oggi salissero sul palco
dell’Ariston Jo Squillo e Sabrina Salerno mezze nude a rivendicare che “oltre
le gambe c’è di più”, gli si rovescerebbero addosso migliaia di tweet indignati
e insulti utili a ribadire il concetto che non è in bikini che si può vantare
un cervello. Anzi, più semplicemente, oggi sul palco dell’Ariston, Jo squillo e
Sabrina Salerno non le farebbero proprio salire. E non per la discutibile
qualità musicale del pezzo, ma per tutti i paletti che il trionfo del
politicamente corretto, spesso foraggiato dal connaturato bigottismo patrio, ha
prodotto in Italia negli ultimi decenni. Nella musica, nella satira, nel
cinema, nella letteratura. Non è nostalgia, ma semplice comparazione. Sempre
grazie a You Tube scoprirò che Jo Squillo, su Rai 2, nel 1983 cantava
Violentami, presentata da Vaco Rossi. In sostanza, già nel 1991, si osava meno
che nel 1983.
Diego Bianchi – Il Sogno di Zoro – Il Venerdì di Repubblica –
17 febbraio 2017-
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