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mercoledì 22 febbraio 2017

Lo Sapevate Che: Attenti professori, da oggi si vota sul vostro carisma...



Ai Mali Della scuola italiana, che lei elenca nella sua risposa a Michela Altoviti sul numero del venerdì di metà gennaio, ne aggiungerei un terzo: la folla indistinta di intellettuali che parlano a ruota libera di scuola e insegnanti sapendone ben poco o nulla. Il loro unico scopo, forse anche il suo, sembra solo quello di essere offensivi, distruttivi. Quali competenze ha lei per affermare che gli insegnanti non sanno la matematica, la fisica, la letteratura, la filosofia? Si sono tutti laureati, hanno in gran parte superato concorsi pubblici. Non hanno carisma? Non affascinano? Vogliamo introdurre un “valutatore di carisma” o di fascino nella selezione del personale docente? Mi scusi, ma io rifuggo dal carisma e dal fascino, che possono essere armi molto pericolose. Insegno filosofia in uno storico liceo del centro di Roma. Gran parte dei miei studenti sono figli di famiglie benestanti che potrebbero mandarli nel fior della scuola privata. Se vengono da noi, vuol dire che noi insegnanti non saremo BRAVI, ma almeno discreti sì.
Paola Orsucci   paola.orsucci58@gmail.com

Io Non Scrivo sul venerdì, ma su D La Repubblica delle donne. Un po' di attenzione, prima di lasciarsi prendere dal furore dell’ira, non guasta. Che molti professori (sottolineo: molti, non tutti) non abbiano una competenza sufficiente della loro materia è cosa nota agli studenti, ai genitori e ai colleghi professori. Questi ultimi, quando dovesse capitar loro di subentrare l’anno successivo in quell’insegnamento, si trovano a dover recuperare due anni in uno. E c’è chi lo fa e chi non ritiene suo compito farlo. Gli studenti si arrangino come possono. Essere laureati non è di per sé indice di competenza- Posso garantirle che ci si può laureare ad esempio in filosofia anche senza aver letto una sola pagina di Platone o di Kant. (..). Quanto a me, qualche conoscenza diretta della scuola la possiedo, avendo insegnato, prima di accedere all’università, nelle scuole medie inferiori, negli istituti tecnici, negli istituti magistrali, nei licei scientifici e classici. Ho fatto parte di commissioni concorsuali, dove ho potuto toccare con mano il basso livello di competenza di molti candidati, che, per ragioni davvero incomprensibili, superavano comunque il concorso. Lei mi chiede se: “Vogliamo introdurre un ?valutatore di carisma? O di fascino nella selezione del personale docente?” Le rispondo. Assolutamente sì. Come avviene in qualsiasi colloquio di lavoro, dove chi si presenta viene sottoposto a un test di personalità per verificare, per esempio in una casa editrice, se il candidato è abbastanza ossessivo e quindi idoneo a fare il correttore di bozze. (..). Da ultimo lei si è accorta che nei licei si è rinunciato alla formazione dei giovani, giudicati solo sulla base della loro prestazioni oggettive che fanno media matematica, per cui alla fine del quadrimestre uno si trova in pagella un 6 che risulta dalla media di compiti che vanno dal 0 al 3, dal 2 all’8. Ma che idea può farsi uno studente in questa altalena di voti? E poi, perché non si fanno più temi, ma solo la comprensione di un testo scritto con un voto a scalare per ogni parola incompresa? Forse perché in un tema si esprime la soggettività dello studente che non è valutabile in termini oggettivi, e magari obbliga l’insegnante a tener conto delle condizioni psicologiche dei suoi alunni? Perché, cari professori, non aprite un libro di Psicologia dell’età evolutiva? Forse capireste perché Freud, già nel 1909 scriveva: “La scuola deve fare qualcosa di più che spingere i giovani al suicidio, e suscitare l’interesse per la vita che si svolge fuori nel mondo!”. Sembra che i giovani questo interesse oggi lo avvertano appena escono da scuola. Come mai?
umbertogalimberti@repubblica.it  - Donna di Repubblica – 11 febbraio 2017 -

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