Qui ci vuole Gualtiero
Un bel trancio di merluzzo arrosto, su un lettino di bietole,
con un sottile aroma di limone candito. Può capitare anche un piatto così
ricercato, creato dalla fantasia dello chef Gualtiero Marchesi, alle persone
che soffrono di scompenso cardiaco e si trovano ricoverate presso la
cardiologia dell’Università di Ferrara. Nel reparto la buona tavola, insieme
alla medicina narrativa ed ai farmaci, sono le armi per contrastare una
patologia che nei prossimi anni colpirà una persona su cinque sopra i
quarant’anni. La crescita esponenziale dei casi è anche figlia della buona
sanità.
L’infarto era spesso mortale, mentre oggi può essere superato
grazie alle terapie in urgenza come l’angioplastica e gli stent che mantengono
dilatati i vasi dando sangue al cuore. “Si sopravvive sempre di più e si entra
in una situazione di scompenso cardiaco cronico, che richiede un’attenta
gestione da parte del medico ma anche una forte adesione alle cure da parte del
paziente”, spiega Roberto Ferrari, direttore della cattedra di Cardiologia
dell’Università di Ferrara, che ha creato al suo interno una cucina. Nella
struttura Gualtiero Marchesi ha creato alcuni piatti speciali, puntando sulle
carni bianche e i vegetali: la cucina sana, che insieme all’attività fisica è
la pietra angolare della terapia per il “cuore stanco”, incapace di pompare
sangue. Che non va sottovalutato: almeno due malati su dieci muoiono entro un
anno dall’episodio che li ha condotti in ospedale.
Federico Mereta – L’Espresso – 29 maggio - 2014
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