Renzi, attento alla
tela di Roma
Primi cedimenti plastici in casa renziana. Tra le novità del
nuovo corso, c’è il fatto che il gruppo del segretario Pd finora si è dato a
gambe levate. Nel senso che, al di là delle sedi istituzionali, i rapporti con
gli esemplari del sistema sono considerati una lettera scarlatta. Nemmeno un
caffè, uno straccio di pizza, una cena lampo, i renziani sono quasi peggio dei
grillini. La contaminazione con il vecchio mondo è rito proibito. Occhi bassi,
non si accettano caramelle dai soliti noti.
Incantesimi Masi. Qualcuno della vecchia guardia è
riuscito a rompere l’incantesimo, a tagliare il nastro, ad ammazzare il vitello
grasso. Non uno qualsiasi. Ma Mauro Masi, ex indimenticabile (per prodezze di
vario genere) direttore generale Rai in super quota Pdl, ex segretario generale
di Palazzo Chigi, ora amministratore delegato Consap, concessionaria dei
servizi assicurativi pubblici, posticino niente male, retribuito ancora meglio.
A Cena Con Luigi. Masi dalle parti di Renzi? Fatto
sta. L’ex enfant prodige, suo primo scopritore e padrino Lamberto Dini, ha
organizzato una cena con un ospite d’onore sopraffino. Chi? Luigi De Siervo,
quattro quarti di sangue renziano, direttore di Rai Trade, manager bravissimo e
lavoratore indefesso a detta di tutti, uno che orami a viale Mazzini deve
incollarsi barba e baffi finti da Groucho Marx per non essere inseguito quasi
più di Luigi Gubitosi.
Ragni e Ragnatele. I rapporti tra i De Siervo e Renzi sono antichi e
familiari. Per esempio la sorella Lucia, ex assessore di Renzi, ora è a capo
della Direzione cultura del Comune di Firenze. Si dirà: che male c’è in una
cena con Masi, uno capace di svolazzamenti trasversali da titolo olimpico e che
al tempo in cui era capo della Rai nominò De Siervo direttore? Si tratta solo
di una serata conviviale. Ma è quello che Renzi teme come la peste. La tela di
Roma, il Palazzo come un ragno, che attira e paralizza.
Casa Nastasi. In città c’è un uomo molto
invidiato. E’ Salvo Nastasi, potentissimo direttore generale del ministero dei
Beni culturali, sposo di Giulia, figlia di Matilde Bernabei e Giovanni Minoli,
confermato dal susseguirsi di ministri di ogni colore e provenienza. E ora
ombra di Dario Nardella, ex vice sindaco a Firenze, deputato Pd, colonna del
“cantuccio magico” di Renzi. Salvo e Dario (diplomato violinista assai dotato,
pare) si sono conosciuti quando Nastasi, piovra del Mibac, si occupava del
destino tra i due è così stretto che Nardella è di casa a casa
Nastasi-Minoli-Bernabei e non di rado ha accettato la loro leggendaria
ospitalità.
Beato E Salvo. “Beato Salvo”, sussurra chi lo ha saputo e
quando lui si materializza ora tutti ai posti via a inchinarsi. Perché
l’embargo ferreo da parte di Renzi diffidente di Roma e delle sue sirene è il vero
attacco al sistema e al suo comportamento. E cade, maledizione suprema, alla
vigilia del terremoto della stanza dei bottoni, le nomine di primavera per
quasi un centinaio di poltrone pubbliche in scadenza, il segno per capire se
Renzi applicherà davvero il fattore cambiamento , si sente dire in una Roma
rosa dall’ansia come mai. Salvo Masi, salvo Nastasi, forse.
Denise Pardo – L’Espresso – 6 febbraio - 2914
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