Se Alfano diventa Ghino
di Tacco
Il Nuovo centro destra
può giocare, come il Psi di Craxi, su due tavoli: stare al governo e usare
l’arma di ricatto del ritorno con Berlusconi.
Un atteggiamento che
porta benefici solo nel breve ma non costruisce una politica di respiro
Se Renzi ha avuto in questi giorni la sua grande occasione
non è da meno quella che si offre ad Alfano. L’oggetto misterioso Nuovo Centro
Destra, composto tutto di transfughi berlusconiani, per lo più di orientamento
cattolico-ciellino, entra nel gioco politico per la prima volta in piena
autonomia. Con Letta fungeva da stampella, e doveva reggere l’onta della sua
nascita “poltroni sta”, per mera convenienza ministeriale. Ora, invece, il Ncd
si presenta come formazione autonoma capace di trattare e contrattare con il
presidente designato su ogni punto, dal programma ai ministeri (e forse oltre,
pensando alla pioggia di nomine nei vari enti pubblici da definire). A ben
vedere la posizione di Alfano e soci è molto confortevole. Benché non godano di
buona stampa dalle file berlusconiane gli insulti siano all’ordine del giorno,
oggi hanno guadagnato una posizione centrale nello scacchiere politico. Un loro
spostamento a destra o al centro altera in maniera determinante gli equilibri
politici. Lo strabismo moderato di Renzi ne ha fatto degli interlocutori
fondamentali visto che il segretario del Pd di Sel non si cura affatto. E
questo nonostante che il partito di Vendola fosse alleato del Partito
Democratico in campagna elettorale. Detto en passant: presentarsi alle elezioni
con un partner per ottenere il premio di
maggioranza e poi scaricarlo, questo è il vero vulnus democratico, altro che il
cambio di leader in corsa, perfettamente legittimo (e praticato) nei regimi
parlamentari.
Accettando Di
Sostituire Letta
alla guida del governo dall’oggi al domani, Renzi non può che confermare la
precedente maggioranza. Non ha altri spazi di manovra. L’unica alternativa ad
un fallimento del suo tentativo sarebbero le elezioni, Ma, per quanto possa
rigettare su altri la responsabilità del precipitare della crisi, per il leader
del Pd lo smacco sarebbe enorme. E Alfano potrebbe tornare tranquillamente a
casa Berlusconi che fa la voce grossa contro i reprobi che lo abbandonano, ma è
pronto ad allargare le braccia sorridendo a 32 denti se le pecorelle smarrite
ritornano all’ovile. Casini docet. Il Ncd può alzare il prezzo e tenere Renzi
sulla corda riesumando Ghino di Tacco – l’autoraffigurazione del Psi craxiano
pronto ad intervenire in maniera corsara contro i propri alleati. Questo
atteggiamento porta benefici a breve termine, ma non costruisce una politica di
respiro. Per avere una vita autonoma e un futuro politico al partito di Alfano
deve caratterizzarsi come quel partito moderato che Berlusconi non è mai
riuscito ad incarnare, così come, peraltro, i residuati centristi di ogni tipo
(che ne è infatti di Todi, foriere di una aurea rinascita democristiana?).
I Segnali Di Un
Percorso in questa
direzione non sono chiari. L’opposizione feroce ai provvedimenti di civiltà sui
nuovi assetti familiari come le unioni omosessuali, che in tutta Europa anche i
partiti conservatori promuovono, indica un radicamento del Ncd in territori
molto conservatori e forse addirittura più arretrati di quanto potrebbe emergere
in Forza Italia. Ovviamente la connotazione confessionale della classe
dirigente alfaniana spinge in quella direzione. Ma se poi aggiungiamo anche
l’opposizione allo ius soli per i nuovi migranti e una chiusura sulla
depenalizzazione della cannabis, il quadro ipermoderato del Nuovo centro destra
prende forma. A questo punto la partnership con il Pd può giustificarsi solo
sul piano dell’emergenza, della necessità di assicurare al Paese un governo
dell’economia che, in un ottica ben più filoeuropea rispetto a Forza Italia,
rimetta in sesto il Paese. E’ questo il terreno necessitato della rinnovata
alleanza di governo. Il Ncd sembra quindi voler marcare la propria diversità
tradizionalista-confessionale verso sinistra, e la propria diversità responsabile,
moderata ed europeista verso destra. Questa potrebbe essere una strategia
vincente nel medio periodo per il partito di Alfano e per il governo Renzi. In
attesa, però, che il Ncd decida da che parte stare.
Piero Ignazi – L’Espresso 27 febbraio 2014
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