Ma la ghigliottina non
era un golpe?
Il Pd ha lodato
l’intervento della Boldrini contro l’ostruzionismo dei 5 Stelle. Ma quando nel
2009 lo fece Fini parlò di “fine della democrazia”.
Le leggi, diceva
Giolitti, “per i nemici si applicano, per gli amici si interpretano”
Le volgarità di alcuni 5Stelle e gli sciagurati post dello
staff di Beppe Grillo su Laura Boldrini hanno impedito di discutere sulle vere
pietre dello scandalo che hanno scatenato la bagarre: il decreto Imu-Bankitalia
che, con la scusa, regala almeno 4,5 miliardi alle banche; e l’uso della
“tagliola” o “ghigliottina” da parte della presidente della Camera per
strozzare l’ostruzionismo di M5S e Sel. Il decreto era incostituzionale: sia
perché la rivalutazione delle quote azionarie di Bankitalia non presentava
alcun requisito di urgenza (essendo attesa da 8° anni), sia perché – come più
volte affermato dalla Consulta e dal presidente Napolitano – i decreti legge
non possono contenere norme fra loro “eterogene”. E l’atto d’imperio della
Boldrini per stoppare il filibuste ring, oltreché inedito e non previsto dal
regolamento di Montecitorio, non era affatto obbligato. Anzitutto perché non
c’è alcun dovere di convertire in legge i decreti: se il Parlamento non
provvede entro 60 giorni, essi decadono. Come ogni tanto accade. Dopodichè il
governo può rimediare a eventuali conseguenze letali con un nuovo decreto.
“Se Non Intervenivo”, s’è difesa la Boldrini, “gli
italiani avrebbero pagato l’Imu”. Bugia: bastava che avvertisse per tempo il
governo che non avrebbe azionato la ghigliottina, dunque avrebbe lasciato
proseguire l’ostruzionismo, così il governo avrebbe scorporato dalla materia
urgente dell’Imu (condivisa da tutti) quella non urgente delle banche. Salvo
assumersi la responsabilità del ritorno dell’Imu. Nulla di tutto ciò è
accaduto. I partiti della maggioranza, amorevolmente affratellati a Forza
Italia, han difesa a spada tratta la ghigliottina. Roberto Speranza, capogruppo
Pd, ha proclamato: “Dal nostro punto di vista è stato un atto ineccepibile a
difesa della Costituzione e della sovranità del Parlamento”. Ma il suo partito
la pensava all’opposto quando al governo c’era Berlusconi e il presidente della
Camera Gianfranco Fini annunciò la ghigliottina per stroncare l’ostruzionismo del
Pd contro il decreto sullo “scudo fiscale” (se poi non ve ne fu bisogno è
perché il Pd si arrese in extremis, garantendo financo il passaggio dello scudo
con alcune assenze decisive). Basta consultare il sito del Pd al primo ottobre
2009 per trovare la dichiarazione dell’allora capogruppo alla Camera, Antonello
Soro, Titolo: “Fini, ripensaci, con tagliola è fine democrazia parlamentare”.
Svolgimento: “Questo è un decreto mostruoso e come sempre si approva col voto
di fiducia. Se ora si introduce – fatto senza precedenti – la tagliola del
presidente della Camera, addirittura con due giorni di anticipo rispetto alla
scadenza del 60° giorno, cosa resta delle garanzie costituzionali per il
Parlamento e le opposizioni?...La “tagliola”, che è una facoltà, non un dovere
per il presidente della Camera, su un decreto correttivo di un altro decreto,
con l’apposizione del voto di fiducia, è la fine della democrazia parlamentare:
l’unico a fare le leggi da adesso in poi sarà solo il governo. Il presidente
della Camera è disposto ad assumersi questa responsabilità… Sarebbe davvero
imperdonabile se si applicasse la ghigliottina per la prima volta nella storia
su un provvedimento vergognoso…Perciò auspichiamo che Fini non applichi la
ghigliottina, consentendo all’opposizione di avvalersi di tutte le sue
prerogative”.
E’ Cambiato Qualcosa? Il Parlamento è sempre esautorato:
da tempo immemorabile non si vede una legge d’iniziativa parlamentare, solo
decreti di governo, per di più convertiti col ricatto del voto di fiducia. L’unica
differenza tra il 2009 e oggi è che allora il Pd era all’opposizione e chiedeva
di “avvalersi di tutte le sue prerogative”: le stesse che oggi, essendo al
governo, nega alle opposizioni. Allora l’eversore era Fini che minacciando la
ghigliottina, metteva “fine alla democrazia parlamentare”. Oggi i 5Stelle
dicono la stessa cosa della Boldrini: ma, anziché lei, i Killer della
democrazia parlamentare sono loro. “Le leggi”, diceva Giovanni Giolitti, “ per
i nemici si applicano, per gli amici si interpretano”.
Marco Travaglio – 13 febbraio 2014
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