Ancora un anno e mezzo
l’improbabile scommessa
Del governo Letta
Eppur si muove. Dopo
aver lasciato per otto mesi la legge elettorale nel congelatore, il governo
Letta di colpo si è svegliato dal letargo per criticare l’accordo fra Renzi e
Berlusconi. Le critiche non sono sbagliate – l’Italicum è pieno di difetti – ma il punto non è
questo. Loro dov’erano? Secondo l’impegno solenne di Enrico Letta, il governo
avrebbe dovuto prendere l’iniziativa sulle riforme dal giorno dopo
l’insediamento. Sono passati invece mesi e mesi di nulla, fino all’arrivo di
Renzi. Una figuraccia terribile per il governo, un’altra.
Questo governo dovrebbe durare ancora un anno e mezzo, ma è
davvero difficile crederci. Rimpasto o no, sembra avere esaurito la spinta propulsiva
e il suo stesso senso. E’ nato come maggioranza di larghe intese, con tanto di
richiami nobili al compromesso storico e alle grandi coalizioni tedesche, e si
è ridotto ormai a esecutivo di minoranza che più di minoranza non si può. E’ un
governo espressione di tre correnti politiche ultraminoritarie: i bersaniani
del Pd, gli alfaniani non del centrodestra e una parte del già minuscolo
centro. Tutti insieme non arrivano al 15 per cento del consenso e ogni giorno
sono il bersaglio delle bordate di Renzi, Grillo e Berlusconi, tre leader che
oggi fanno l’80 per cento dei voti.
Ogni mese per giunta un ministro deve andare in Parlamento
per rispondere di uno scandalo e della relativa mozione di sfiducia. Quanto ai
risultati concreti sui principali obiettivi, l’occupazione, la ripresa, il
rilancio economico, la detassazione del lavoro, tutti conoscono le cifre.
Ancora un anno e mezzo così? E per fare che cosa? Per guidare il semestre di
presidenza italiana all’Unione Europea, si era detto. Ora, con tutta la stima
personale per Enrico Letta, un semestre italiano guidato da un premier in
scadenza, a capo di un esecutivo ormai esautorato, sarebbe il modo peggiore per
buttare al vento un’occasione unica. L’occasione di fare sentire in Europa la
voce di una nuova Italia, non più debole, immobile, precaria e marginale com’e
stata in questi anni.
E’ strano che una persona intelligente come Enrico Letta si
sia giocata così male la chance della vita. Ha pensato forse di poter puntare
su tempi lunghi, su un’intera legislatura sostenuta dalle larghe intese e
benedetta dal Quirinale. Ma l’uscita di Forza Italia dalla maggioranza e poi
l’avvento di Renzi hanno distrutto la prospettiva. Renzi a parole è pronto a
sostenere il governo ancora a lungo, ma nei fatti sulla legge elettorale gli ha
dato una batosta fatale. Ha dimostrato che si tratta di un governo incapace di
fare e perfino di proporre, che si sveglia soltanto per criticare le proposte
altrui. L’atteggiamento mentale di chi si è già dimesso. Ancora un anno e mezzo
così, davvero?
Curzio Maltese – Il Venerdì di Repubblica – 31 gennaio 2014
Nessun commento:
Posta un commento