Carni lacrimanti di fiele e
di sale.
dolenti issano l’anima
esausta
sulla cima d’una sequoia
dormiente,
dove il tempo par non
passare;
bianca bandiera di stremi e
di resa.
Congeli quel fremito freddo
l’ansia che assale
non un cuore che ostinato
sospira e palpita!
Guardi l’orizzonte con
l’occhio vitro
d’un cerbiatto che incrocia
il mirino
prima del colpo che infrange
il silenzio,
mentre incredula e muta è la
sterile terra.
Figli d’un padre che di
miserie si nutre
e dalla cima del monte più
alto, tuona.
E pur l’ami e pur lo chiami;
a volte par che senta e
risponda,
ma è solo l’eco del tuono che
torna.
Eccolo, affrettati a
discender la fronda…
Sta passando non vedi?
Il tempo non attenderà il tuo
congedo,
scorre incessante e di lui
non resta
che respira le ceneri che il
suo valicar lascia.
Rita Veloce. I Colori Del
Vento
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