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sabato 17 agosto 2013

Lo Sapevate Che: Il Dialogo di Socrate con le Leggi...


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Il Concetto che Socrate oppone a Critone, rifiutando la fuga in ossequio alle leggi, che non si possono trasgredire, è illustrato dal discepolo più illuminato, Platone, nel dialogo intitolato appunto Critone, o delle leggi. Platone così riferisce il ragionamento di Socrate: “Se ci venissero incontro le Leggi e la città tutta quanta, e ci si fermassero innanzi e ci domandassero: - Dimmi, Socrate, che cosa hai in mente di fare?... Che cosa hai da reclamare tu contro di noi e contro la città, che stai tentando di darci la morte? E anzi tutto, non fummo noi che ti demmo la vita, e per mezzo nostro tuo padre prese in moglie tua madre e ti generò? Parla dunque: credi forse che non siano buone leggi quelle di noi che regolano i matrimoni, e hai da rimproverare loro qualche cosa?
-         Non ho nulla da rimproverare – risponderei io.
-         E allora, a quelle di noi che regolano l’allevamento e l’educazione dei figli, onde fosti anche tu allevato e educato, hai rimproveri da fare? Che cosa non facevano bene, quelle di noi che sono ordinate a questo fine, prescrivendo a tuo padre che ti educasse nella musica e nella ginnastica?
-         Bene – direi io.
-         E sia. Ma ora che sei nato, che sei stato allevato, che sei stato educato, potresti tu dire che non sei figliolo nostro e un nostro servo e tu e tutti quanti i progenitori tuoi? E se questo è così, pensi tu forse che ci sia un diritto da pari a pari fra te e noi, e che, se alcuna cosa noi tentiamo di fare contro di te, abbia il diritto anche tu di fare altrettanto contro di noi? O che forse, mentre di  fronte al padre tu riconoscevi di non avere un diritto da pari a pari, e così di fronte al padrone se ne avevi uno; il diritto, dico, se alcun male pativi da costoro, di ricambiarli con altrettanto male; e nemmeno se oltraggiato di oltraggiarli, e se percosso percuoterli, nè altro di questo genere: ecco che invece, di fronte alla patria e di fronte alle leggi, questo diritto ti sarà lecito, cosicché, se noi tentiamo di mandare a morte te, reputando che ciò sia giusto, tenterai anche tu con ogni tuo potere di mandare a morte noi, che siamo le Leggi e la Patria, e dirai che ciò facendo operi il giusto, tu, il vero e schietto zelatore della virtù? O sei così sapiente da avere dimenticato che più della madre e più del padre e più degli altri progenitori presi tutti insieme è da onorare la Patria… e che, o si deve persuaderla o s’ha da fare ciò che ella ordina di fare, e soffrire se ella ci ordina di soffrire.
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-         Socrate – Beve La Cicuta Per Inventare l’Uomo Moderno


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