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giovedì 15 agosto 2013

Ricordando, ricordando: ...Mica so' Pasquale...


Vien da rimpiangere quei bei colpi di stato di una volta, alla sudamericana, con i carri armati per le strade e le marce militari alla televisione. Almeno quelli si facevano subito riconoscere per ciò che erano, non si travestivano da democratici, non si nascondevano dietro abiti civili e ossimori tipo Casa delle Libertà. Per dirla con Luttazzi, è un golpe al rallentatore. Dopo la censura “a campione”, siamo ai rastrellamenti. Li vanno a prendere uno alla volta, casa per casa, fino a esaurimento. La lista degli “enucleandi” praticamente è completa. Fra poco la censura finirà per mancanza di persone da censurare. Il nuovo regime, più insidioso degli altri proprio perché non si fa notare, affina ogni giorno meccanismi sempre più sottili e truffaldini. Svuota il senso delle parole, ribalta la logica e la consecutio temporum, trasforma i lupi in agnelli e viceversa, si serve di finti oppositori per completare il lavoro sporco.
Ufficialmente, a sguinzagliare l’ispezione per scovare il cameraman che aveva osato riprendere la contestazione a Berlusconi nel tribunale di Milano era stata la “presidente di garanzia Lucia Annunziata. Ufficialmente, ad annunciare la chiusura di Raiot. Armi di distrazione di massa, è stato Paolo Ruffini, il democraticissimo direttore di Rai3, che non trovava il programma “in linea con la rete” (come se la satira potesse o dovesse essere in linea con qualcosa o qualcuno. Così il Cavaliere e i suoi cari potranno gabellare il tutto come un altro “regolamento di conti interno alla sinistra” (espressione cara al nostro premier, che la usò a proposito del delitto D’Antona).
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Marco Travaglio - Berluscomiche

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