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mercoledì 28 agosto 2013

Lo Sapevate Che: Quello Che I Cibi Sussurrano Ai Nostri Corpi...




La dieta non è solo un conto di calorie. Alcuni alimenti attivano gli enzimi che ci fanno sentire sazi, e altri stimolano la fame.

Per dimagrire contate le calorie che ingerite a ogni pasto e quelle che eliminate facendo sport? Sembra razionale, ma la “scienza” dell’alimentazione è già – dicono – più avanti. “E’ arrivato il momento di considerare il cibo non solo e non tanto per le calorie che contiene ma per la sua capacità di stimolare, tramite segnali chimici, i nostri recettori, i nostri recettori a compiere determinate azioni. In sostanza i cibi vanno considerati per la loro capacità di agire come ormoni” ci spiega Randy Seeley, direttore del centro studi sull’obesità e il diabete dell’Università di Cincinnati, autore, con Karen Ryan, dello studio Food as Hormone pubblicato su Scienze.”Gli alimenti contengono sostanze che mandano segnali chimici al nostro organismo e lo inducono ad azioni precise, come immagazzinare grasso o bruciare, e noi riteniamo che questo di tipo di sostanze segnalatrici abbiano un impatto su certi aspetti della salute più importante rispetto al modo in cui i nostri enzimi decompongono gli alimenti per produrre energia per le celle, ossia rispetto a quanto si è considerato cruciale finora” spiega Seeley. “Più questi segnalatori riescono a sollecitare i giusti recettori più è probabile che la dieta sia efficace nel migliorare la nostra salute o nel prevenire malattie. Rivolgere l’attenzione ai messaggeri chimici che, una volta ingeriti, condizionano il corpo perette inoltre di pensare a un nuovo modo di personalizzare le diete, identificando quali recettori attivare o disattivare per specifici individui”.
Qualche esempio generale? “L’aminoacido leucina può attivare l’enzima mTOR, che fa diminuire l’appetito, quindi una dieta ricca di leucina può far sì che non si mangi troppo. La leucina si trova soprattutto nei fagioli di soia, nelle uova, nella carne, nel pesce e nelle noccioline americane” dice Seeley. “La glutammin, invece, può stimolare la produzione del GLP-1 (glucalon-like peptide-1 ovvero peptide-1 simile al glucagone), un ormone intestinale che normalmente si attiva e invia un segnale di sazietà al cervello quando, appunto nell’intestino, c’è un eccesso di zuccheri. Alimenti ricchi di glutammina sono il latte, lo yogurt, il formaggio, la carne, la frutta secca”. Interpretare i messaggi chimici che condizionano il corpo aiuta anche a capire perché è meglio evitare i grassi: “E per via del recettore PPAR-gamma, che regola la trascrizione di geni importanti e del glucosio. Quando PPAR-gamma è stimolato dagli acidi grassi contenuti in ciò che mangiamo, ha una doppia, micidiale azione: non solo induce il tessuto adiposo ad aumentare l’immagazzinamento di lipidi, ma ci fa anche crescere l’appetito”.
Giuliano Aluffi – Venerdì di Repubblica 23-8-13

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