Si
può credere ancora a Berlusconi? La minaccia di far saltare il governo sembra
l’ultimo bluff di un maestro del genere. Quello della destra è un ricatto bello
e buono. Su un piatto della bilancia pone il salvacondotto per il suo leader,
sull’altro la sopravvivenza del governo Letta. Se il Pd voterà per la
decadenza, i ministri del Pdl si dimetteranno e si andrà al voto a ottobre. E’
vero semmai il contrario.
Paradossalmente,
un Berlusconi fuori dai giochi è la miglior polizza d’assicurazione per il
governo delle larghe intese. Mentre un voltafaccia del Pd in materia
scatenerebbe un tale terremoto politico da non escludere anche il voto
anticipato.
Proviamo
a immaginare. Una volta sancita la decadenza di Berlusconi da senatore,
l’ultima cosa che conviene alla destra è il ritorno alle urne. Berlusconi
dovrebbe rinunciare all’unico salvacondotto che gli rimane, il potere di
condizionare la maggioranza di governo, per avventurarsi a un voto autunnale
drammatico e rischiosissimo. Gli italiani probabilmente punirebbero chi ha
provocato una crisi di governo per problemi personali. In ogni caso la destra,
si chiami Pdl e Forza Italia, dovrebbe affrontare la campagna elettorale senza
l‘arma più potente: la presenza sul campo del su leader, non più candidabile.
In simili condizioni e contro un centrosinistra prevedibilmente guidato da
Matteo Renzi, le ciance di vittoria della destra sarebbero quasi nulle. E’
davvero difficile credere che un personaggio astuto e raziocinante come
Berlusconi possa scegliere una soluzione tanto assurda.
E
ora passiamo all’ipotesi B. Il Pd o una parte del partito decide di smentire la
legge e se stesso e vota per la salvezza del Cavaliere, magari nel segreto
della votazione al Senato, con una trentina di franchi tiratori. Chi lo
voterebbe più un Pd così? Sarebbe oltretutto il terzo e il più grave dei
tradimenti ai propri elettori. Dopo aver giurato solennemente di votare
compatti per Romano Prodi presidente e dopo aver negato fino all’ultimo di
poter governare con la destra, il Pd si troverebbe a giustificare la più oscena
delle giravolte. A quel punto davvero converrebbe alla destra far saltare i
tavolo, andare al voto anticipato con Berlusconi leader “agibile” e incassare
la catastrofe elettorale dell’avversario.
Mancano
pochi giorni alla scoperta del bluff sull’ ”agibilità politica “ politica,
termine che non si sentiva dalle assemblee studentesche degli anni Settanta.
Uno dei due giocatori ne uscirà per forza sconfessato. Un voto secondo la
legge, che costringa Berlusconi a scontare le conseguenze dei propri reati,
avrebbe fra gli altri effetti positivi lo sgombero dal tavolo di lavoro
governativo dalle questioni personali dell’alleato. Un voto contro la legge,
per la salvezza dello statista evasore fiscale, segnerebbe in ogni caso
la
morte del governo Letta. Se non quella politica, la fine morale, nella
coscienza degli italiani. L’archiviazione
della retorica delle larghe intese e sella responsabilità nazionale
sotto la coltre pesante e opaca di un miserabile inciucio.
Curzio
Maltese – La Repubblica – 23-8-13
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