13 agosto, alcune ore più tardi
La mia prima lista era incompleta. Voglio provare a
completarla usando il metodo dei surrealisti: la libera associazione d’idee, la
ricettività puramente passiva. Adesso lei penserà che sono un’edonista, perché
ho lasciato intenzionalmente da parte le mille sfumature raffinate del piacere
intellettuale, di quello che danno gli impegni della vita adulta, e magari mi
troverà poco seria, anche se ho evitato di parlare di sesso. E invece no, si
tratta di cose molto serie, indispensabili per proteggere il “gusto” della
vita. Mi riferisco ai piccoli fremiti suscitati nell’intimo dai piaceri più
minuscoli, dalle incertezze e perfino dalle delusioni, per chi si concede il
lusso di provarne. Andiamo avanti.
….Dimenticavo le risate a crepapelle, le chiacchiere
al telefono, le letture scritte a mano, i pranzi di famiglia (non tutti) o con
gli amici, la birra alla spina, i calici di vino rosso o bianco, il caffè al
sole, le pennichelle all’ombra, mangiare ostriche in riva al mare o ciliegie
direttamente dall’albero, arrabbiarsi, ma non sul serio, fare collezione di qualcosa (pietre, farfalle,
scatoline o chissà che altro), la beatitudine delle sere fresche d’autunno, i
tramonti, restare svegli la notte mentre tutti gli altri dormono, cercare di
ricordarsi le parole di una canzone d’altri tempi, andare a caccia di odori e
sapori, leggere in giornale in pace, sfogliare un album di fotografie, giocare
con il gatto, immaginare la casa dei propri sogni…
…Osservare un artigiano che lavora, soffermarsi di
fronte a un ambulante imbonitore (però! E’ un bel pezzo che non lo faccio!),
godersi lo spettacolo della strada, ritrovare dopo anni amici persi di vista,
aprirsi davvero all’ascolto degli altri…
Chissà quante altre cose avrò dimenticato!
E lei? Cosa le mancherebbe di più se tutto questo
sparisse per sempre dalla sua vita?
Françoise Héritier – Il Sale Della Vita
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