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lunedì 26 agosto 2013

Lo Sapevate Che: Poetica Francesca...



Poetica Francesca, Regina Tardiva
Alla Corte Del Cavaliere

“Non so se tra rocce il tuo pallido/viso m’apparve, o sorriso/ di lontananze
Ignote / fosti, la china eburnea/ fronte fulgente o giovine”…Con temerario
E consapevole arbitrio, si richiede qui il massimo dell’indulgenza, richiamando niente meno che La Chimera di Dino Campana a proposito di Francesca Pasquale, che si affaccia da una finestra di Palazzo Grazioli in attesa della sentenza che di lì a qualche ora condannerà Berlusconi cambiando gli orizzonti e magari anche il destino della vicenda pubblica italiana.
“Non so se la fiamma pallida/ fu dei capelli il vivente/ segno del suo pallore,/ non so se fu un dolce vapore,/ dolce sul mio dolore,/ sorriso di un volto notturno”…E anche questa che segue è una considerazione spericolata, ma forse è proprio quel particolare momento, quell’attesa, quella sorpresa di giornalisti, cameraman che si accalcano sotto la reggia, riscattano le qualità delle visioni che, come imboscate nella memoria perseguitano questa giovane donna riproponendone i miseri trascorsi e sguaiati in un emittente napoletana dopo tutto chiamata Tele Cafone.
E dunque lei che con altre ragazze danza su un prato intorno a un tipo che canta e schizza le ballerine con un’evocativa pompa; come pure la si è vista in costume da bagno in uno stabilimento balneare mentre lecca con malizia il gelato più fallico del mondo, donne il titolo del brano, O’ Calippo; per non dire dell’ultimo videoclip che una impietosa mano ha postate su Youtube, intonato all’esplicita formula: E’ levat’ a’ mutand!
E invece adesso eccola qui. Non si può dire che non sia bela. Indossa un elegantissimo abito alla Audrey Hepburn, il tendaggio alle sue spalle le assegna un tono solenne, il braccio trasmette un che di fragile, incastonata nella sua mirabile cornice, si direbbe che da lei promani una specie di malinconica grazia, quell’alone di poetica sfortuna che l’accumula a tante altre figure di giovani donne rimaste con il vecchio potente, amato fino all’ultimo. La Favorita dei giorni peggiore, poi Regina, ma troppo tardi.
Filippo Ceccarelli – Venerdì di Repubblica – 23-8-13

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