Noi Spettatori Stanchi Davanti Alla PoliticaDi Un Estate Calda e Vuota
“Ci manca solo che esca la coniglietta dalla torta”, dice l’amico di vecchia
Data sorseggiando acqua tonica al cospetto di una festa di 18 anni attigua,
tanto inattesa quanto improvviso motivo per ritardare di un’oretta il
momento della ritirata. La cartolina, che rapida si delinea di ultraquarantenni pigri che guardano neodiciottenni felici, è scena triste e malinconica, ma trovarsi sugli spalti di uno spettacolo cui poter accedere solo per caso è occasione che la curiosità non molla
I diciottenni in questione sono stranamente quasi tutti maschi. Per animarsi e festeggiarsi han fatto ricorso all’animatore per diciottenni, che, dopo un quiz e un canto da caserma, invita il festeggiato a sedersi al centro della pista per godersi l’attrazione della serata: la coniglietta, appunto.
Per inerzia mi avvicino al golfo mistico del festeggiamento, apprezzo lo spogliarello della ballerina sulle ore rimosse ma sempre funzionali note di You Can Leave Your Hat On.
E pazienza se nessuno dei festeggianti sa chi sia Kim Basinger, l’eccitazione cresce, i parenti del festeggiato fotografano e fanno video, il festeggiato bacia la ballerina che coprendosi di piume lancia baci e se ne va. Dal mare partono fuochi d’artificio, stiamo per andare via anche noi ma la ballerina ritorna in versione oba oba, ripiazza il festeggiato a macerarsi di testosterone su una sedia, mostra un samba da non toccare, anima l’animatore che tosto commenta. E’ il momento del trenino, la festa è all’apice, la ballerina si fa locomotiva, il festeggiato s’accoda, i festeggianti sono vagoni sudati.
Lasciata la festa di addio al celibato della minore età, ci ritroviamo pregni di commenti sulle nuovissime generazioni già pronte per eventuali revival di cene eleganti di cui quest’estate, per la prima volta, sui giornali non c’è traccia.
Il problema è che ormai, a Berlusconi condannato, ci scopriamo amaramente orfani di prospettive, sospesi come spettatori a Ferragosto, quando ognuno si intrattiene come può. Chi chiedendo la grazia a Napolitano, chi ragionando di successioni dinastiche, chi resuscitando vessilli e slogan da ridiscesa in campo, chi scorrendo il calendario alla ricerca di una data utile al congresso, chi valutando per quale carica sia più conveniente concorrere, chi scegliendo per quale democristiano tifare al congresso degli ex comunisti. Nel mentre il neo corpo elettorale brinda, balla e festeggia, all’apparenza ignaro o dimentico del primo regalo riciclato per lui: una bella campagna elettorale. Auguri.
Diego Bianchi – Venerdì di Repubblica – 23-8-13
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