Gisella, Madre Single: “La Mia Famiglia Siamo Noi”
Gisella ha i capelli castani
e gli occhi blu, fa l’architetta e la ricercatrice sociale. E’ diretta, come
chi non si perde in chiacchiere, determinata come chi sa quello che vuole,
ruvida come chi, quello che voleva, se lo è conquistato da sola. La sua
scorza dura mi intimidisce e mi seduce,
perché è questo l’effetto che a volte fanno le armature: fascinazione e
incoercibile desiderio di scovare le crepe.
“Dodici anni fa rimasi
incinta. A metà della gravidanza il padre decise, che non era pronto e se ne
andò”. Così nacque Matilde, dentro una famiglia piccola. Due donne – una madre e una figlia – una famiglia
monogenitoriale, come ce ne sono tante, sempre di più, circa il 10 per cento
del totale. Di queste quasi l’85 per cento è composto da una madre con figli, i
padri soli sono una netta minoranza.
“Un amico, che capì il mio
spaesamento, fece un gesto simbolico: mi portò a conoscere una sua collega che
aveva, da sola, una bambina di quattro anni. Abitava al quarto piano senza
ascensore, come me. Lei poteva essere io, quattro anni dopo. Quell’incontro mi
fece capire che potevo farcela anche io”.
Gisella racconta dei primi
tempi durissimi, dell’isolamento, della responsabilità che ti schiaccia, di una
rete di amici che diventano famiglia e di un’idea fissa: “Da subito pensai che,
appena possibile, avrei dovuto fare qualcosa per chi si trovava nella mia
stessa situazione.
Matilde sta crescendo, gli
spazi di libertà di Gisella, piano piano, stanno riemergendo. Così, insieme a
Erika, che vive con una bambina piccola e ha un compagno altrove (“Li chiamano
pendolari della famiglia”) e a Michele, padre di due figli, avuti da due donne
diverse, ha creato Smallfamilies (www.smallfamilies.it), un progetto
nato per favorire e sostenere la qualità della vita e il benessere delle
famiglie monogenitoriali: per offrire loro informazioni, servizi, ascolto,
sostegno, condivisione.
“Si è genitori single per
motivi diversi: una separazione, un divorzio, la perdita del coniuge, il
rifiuto del partner a essere coinvolto in un progetto genitoriale, oppure
l’assenza prolungata di uno dei genitori”, spiega Gisella. Quali sono le difficoltà di un capofamiglia
di un nucleo monocratico?
Ci
sono problemi legati alla solitudine, al sentirsi diversi dalla famiglia
tradizionale, al peso dell’indispensabilità, alla paura della propria
fragilità. Ci sono problemi di natura culturale per cui, spiega Gisella, una
cosiddetta “ragazza madre” è talvolta percepita come una minaccia.
“A scuola può succedere che
la maestra scheda di disegnare il proprio papà può creare difficoltà al bambino ma anche all’insegnante. Perché
troppo spesso le anomalie, le differenze, le eccezioni all’interno delle comunità
sono considerate problemi e non ricchezze.
Ci sono poi le difficoltà
economiche che riguardano la quotidianità di famiglie monoreddito, spesso più
bisognose di aiuti esterni. Possono esserci problemi anche nell’organizzazione
delle vacanze. “Sapevi che negli alberghi le tariffe agevolate per famiglie con
bambini non si applicano se non si sono almeno due adulti? Così i piccoli
pagano come i grandi”. Gisella insiste sull’importanza di raccogliere dati sulle forme delle famiglie
monogenitoriali in Italia, attraverso un sondaggio, elaborato da Smalfamilies,
che aiuti a capire meglio questo variegato fenomeno ancora poco studiato.
“Avere informazioni consente di cogliere quello che succede all’interno delle
nostre famiglie. E fornisce strumenti fondamentali per aiutarle e non lasciarle
sole”.
Siamo sedute ai tavolini di
un bar all’aperto. Comincia a piovere. Ci alsiamo. Gisella mi sembra
improvvisamente altissima. Sorride, per un momento disarmata. “E un compagno?
Ce l’hai? Ti piacerebbe?”, le chiede impudente. “Non ho tempo, non ho spazio
per un partner nella mia vita, ora. Un domani, forse. Quando Matilde e io
saremo più grandi, chi lo sa?”.
elasti@repubblica.it – Donna di
Repubblica 27-7-13
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