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martedì 6 agosto 2013

Lo Sapevate Che: Il Sogno di Zoro...


Nostalgici O Fighetti? Ma Prima Del Congresso
Diteci Che Cos’è Il Pd

“Nel Pd c’è un clima da abbandono silenzioso”, sussurra Cuperlo in tv, a voce bassa il solito ma determinata quell’amen in più che dovrebbe servigli a farsi conoscere, riconoscere e risultare popolare e plausibile come  candidato alla segreteria del Partito. Lui eterno giovane consapevole di non essere più tale da tempo, dopo una vita di studi che in molti tendono a far coincidere con una vita di dalemismo, auspica che a scendere in campo per il congresso venturo sia il Pd. Ascoltandolo non è chiaro quanto, nel dirlo percepisca lo scetticismo e il disincanto generale che un così tautologico obiettivo inevitabilmente può generare nello spettatore alle prese da sempre con l’ostico quesito: “Che cos’è il Pd?”. A seguire, nella testa dell’elettore alla continua ricerca di risposte che gli risolvano almeno il problema della leadership se non quello più complicato dell’identità, l’altra inquietante domanda: “Chi è che in questo momento rappresenta meglio il Pd?”.
Il Pd è un partito di fighetti con tanti follower, un partito di democristiani rampanti con tanti voti, un partito di nostalgici abbrustolitori di salcicce, un partito di opinionisti televisivi, un partito che vince quasi dappertutto sul territorio salvo non riuscirci praticamente ma a livello nazionale, o un partito di centouno persone (espressione di quasi altrettante correnti) pronte a tutto soprattutto a tradire pur di non farlo risultare un partito affidabile?
Nel dubbio costante che ognuna di queste definizioni abbia troppo fondamento per essere archiviata come provocazione. Enrico Letta, l’uomo al momento più rappresentativo della forza politica in questione, dichiara che alla sua maggioranza non c’era alternativa politica (voto compreso) e che “questo è il tempo che ci è dato”, il tutto scagliandosi contro “i fighetti” del Partito alla ricerca di facile consenso online. Ora, ammesso e non concesso che il fighetto principale puntato da Letta sia Civati, chiarito a beneficio del mondo e di Letta che la parola fighetto risulta di rara antipatia, cacofonia e lontananza cromosomica almeno da Roma in giù, il rischio che il clima di abbandono venga bollato di fighettismo per il solo fatto di esistere., in tempi di dibattito congressuale sembra lusso eccessivo, se non inutile arroganza.
Perché se non si abbandona quando il partito che hai votato sembra sacrificare sull’altare del “tempo che ci è dato” ogni ambizione di incidere sul tempo che nessuno ci ridarà, quando l’approccio è talmente passivo da permettere ad Alfano altri mesi di stage al Ministero dell’Interno, quando le frequentazioni con ciò che dovrebbe essere per dna il diverso da te portano uno come Fassina ad affermazioni equivocabili con quelle di Brunetta, c’è poco da fare i fighetti con il fighettismo degli altri.
Oro –

Diego Bianchi – Venerdì di Repubblica 02-8-13

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