Etichette

martedì 25 luglio 2017

Lo Sapevate Che: Il medico tedesco che ingabbiò una donna con un capello...



Anche se pochi conoscono il suo nome, Fritz Kahn è nelle nostre coscienze e nel nostro subconscio collettivo”. Così scrive Steven Heller, tra i suoi autorevoli critici internazionali di comunicazione visiva, nell’introduzione al volume Fritz Kahn. Infographics Pioneer, bellissima monografia trilingue della Taschen (..) dedicata al pioniere dell’infografica, l’arte di rappresentare fenomeni complessi in forma grafica. Kahn ne ha illustrati di ogni tipo, dal sistema cardiocircolatorio al ruolo degli elettroni nella fisica del colore. Qualcuno ricorderà Siamo fatti così, la serie di cartoni animati creati da Albert Barillé che ha raccontato il corpo umano come una città gestita da tanti omini, ciascuna con la propria funzione fisiologica. È una chiave narrativa che non sarebbe stata medico, artista e autore e pensabile senza Fritz Kahn. Medico, artista e autore di pregevoli testi di divulgazione scientifica, ebreo tedesco scampato all’olocausto (prima la fuga in Palestina, poi a Parigi e infine a New York con l’aiuto di Albert Einstein), celebrato in vita ma dimenticato dopo la morte (1968), il suo lavoro è stato di fatto introiettato così in profondità dalla nostra cultura visuale da essere un riferimento (più o meno cosciente) per qualsiasi forma d’arte che enti di esprimere visivamente un’idea. La Taschen ripropone un’edizione rivista di una raccolta di 350 immagini, che indaga la zona di confine tra arte e scienza, mischiando surrealismo e dadaismo, fotocollage e f, l’umetto, microbiologia e storia naturale: i curatori, i fratelli Uta e Thilo von Debschitz, l’hanno concepita come un libro da tavolo per portare Kahn nei salotti del grande pubblico. La sua tavola più celebre, L’uomo come macchina, raffigura la testa e il busto umani come uno stabilimento industriale le cui parti comunicano tra loro grazie a minuscoli operai umanoidi, ognuno con la propria specializzazione. È un motivo ricorrente nell’opera di Kahn: le funzioni biologiche immaginate come funzioni meccaniche. O, viceversa, la tecnologia raffigurata come imitazione della natura. Per cui troviamo, messe a confronto, la sezione di un nervo con quella di un cavo elettrico, la forma aerodinamica del razzo con quella dello spermatozoo. Abbondano le metafore architettoniche. Non a caso, Kahn fu amatissimo dal Bauhaus. E frequentò l’Università di Berlino proprio negli anni in cui sembrava che le avanguardie artistiche e architettoniche dovessero trasferirsi in massa da Parigi alla capitale tedesca. La forza delle infografiche di Kahn, tuttavia, non sta solo nella potenza estetica, ma in ciò che lo scrittore (e medico) Alfred Döblin ha definito “una comprensione empatica” del sapere scientifico. Tra le sue intuizioni più preziose, quella di volgere in aneddoti e paradossi i più minuti fenomeni della biologia umana: un tappeto di 75 metri quadrati composto di alveoli polmonari, perché tanto ricoprirebbero queste strutture, se potessimo distenderle. Oppure una donna avvolta da un unico filo, che rappresenta la crescita quotidiana dei capelli. Un linguaggio tutt’ora di gran moda nella comunicazione scientifica.
Giulia Villoresi – Scienze – Il Venerdì di La Repubblica – 21 luglio 2017 -

Nessun commento:

Posta un commento