L’Occidente sta finalmente uscendo dall’era
della depressione. Ma sta decisamente entrando in quella dell’ansia. A lanciare
l’allarme è un articolo uscito sul New
York Times a firma di Alex Williams. Titolo eloquente Prozac Nation Is Now the United states of Xasax. Cioè il Paese del
Prozac è diventato gli sati Uniti dello Xanax. Così i due farmaci diventano simbolo
di un passaggio epocale. Dal congedo depressivo del secolo breve, dalla melanconia
di un tempo al tramonto, all’accelerazione sempre più ansiogena del nuovo che
avanza. In realtà le grandi mutazioni storiche si accompagnano sempre a un’accelerazione del ritmo sociale che
cambia il sentimento del tempo. È stato così all’inizio della modernità,
quando l’orologio è entrato a gamba tesa nella vita delle persone comuni. Ed è
diventato un timer esistenziale. Non a caso il grande filosofo Leibniz notava
che in tedesco la parola Unruhe indica
sia l’inquietudine sia il bilanciere dell’orologio. Come dire che il ticchettio
delle lancette corrisponde a una fibrillazione del mondo. In realtà, ieri come
oggi, ad accelerare la storia sono sempre le innovazioni tecnologiche. Ecco perché
adesso la digitalizzazione del quotidiano risincronizza ancora una volta il
tempo sociale e costringe tutti noi a vivere cronometro alla mano. Lanciati in
una rincorsa affannosa che moltiplica le azioni nell’unità di tempo e ci
condanna a un perenne affanno da multitasking. Così, non potendo avere le fatidiche
giornate di 48 ore corriamo sempre di più. Non riuscendo ad allungare il tempo
lo abbiamo zippato. E l’effetto collaterale di questa condizione da bom to run è un’epidemia di agitazione.
Marino Niola – Scienze – Miti D’Oggi – Il Venerdì di La
Repubblica – 7 luglio 2017 -
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