Joyce e la Maserati di
La Russa
Che senso ha svenarsi e
comprare all’asta un’auto blu solo per posare il sedere sul posto già scaldato
da un sottosegretario?
E fare follie per le
lettere erotiche di uno scrittore?
Il collezionismo è
sempre una forma di feticismo
Sfogliando i cataloghi di
case d’asta come Christie o Sotheby si vede che, oltre a opere d’arte,
libri antichi, autografi e cimeli vari, sono battuti quelli che si chiamano
“memorabilia”, tipo, che so, le scarpette portate dalla diva tale nel tale
film, una penna appartenuta a Reagan, e cose del genere. Ora occorre
distinguere tra collezionismo bizzarro e caccia feticistica al cimelio. Il
collezionista è sempre un poco folle, anche quando si svena a raccogliere
incunaboli della Divina Commedia, ma la sua passione è concepibile. Andando a
sfogliare bollettini di collezionismo si vede che c’è anche chi raccoglie
bustine di zucchero, tappi di Coca Cola o schedine telefoniche. Ammetto che sia
più nobile collezionare francobolli che tappi di birra, ma al cuore non si
comanda.
Diverso E’ Volere a tutti i costi le scarpette portate
dalla diva in quel film. Se tu collezioni tutte le scarpette portate da dive,
da Meliès in avanti, allora la tua follia ha un senso, ma che cosa te ne fai di
un unico paio?
Su “Repubblica” del 28 marzo scorso ho trovato due notizie
interessanti. La prima, che appare anche in altri quotidiani, riguarda
l’offerta su Ebay delle auto blu messe all’asta da Renzi. Capirei ancora che
qualcuno possa desiderare una Maserati e colga l’occasione di acquistarne una,
sia pure onusta di chilometri, a prezzo stracciato, accettando poi di spendere
un sacco di soldi per la sua manutenzione. Ma che senso gareggiare a suon di
migliaia di euro per impadronirsi di quella comperata coi soldi nostri da la
Russa, a un prezzo doppio o triplo di quello registrato nella lista dell’usato
di “Quattroruote”? Qui il feticismo è evidente, anche se non si riesce a
comprendere la soddisfazione di chi potrà posare il sedere sui sedili in pelle
già riscaldati da un personaggio illustre. Per non dire di chi offre cifre
esorbitanti per crogiolarsi là dove si è scaldato le natiche un semplice
sottosegretario. Ma passiamo ora a un argomento apparentemente diverso, che
appare sullo stesso numero, e in doppia pagina. Sono state messe all’asta
lettere d’amore scritte a 26 anni da Ian Fleming, con prezzi intorno ai 60 mila
euro l’una, lettere in cui il giovane agente non ancora troppo segreto scriveva
“Vorrei baciarti sulla bocca, sul seno, sulle regioni più basse”. Ora esiste
legittimamente un collezionismo di autografi e, autografo per autografo, può
risultare più divertente uno alquanto pruriginoso. Anzi, persino un non
collezionista sarebbe lieto di mettere le mani sulla lettera dove Joyce
scriveva a Nora “sono il suo bambino, vorrei che tu mi picchiassi, frustassi
persino…non per gioco ma sul sedere e sulla carne nuda”. O quella in cui Oscar
Wilde scriveva all’amato lord Douglas “è un miracolo che quelle tue labbra
rosse come petali di rosa siano fatte non meno per la musica del canto che per
la follia dei baci”. Sarebbero se non altro ottime “conversation pieces” da
mostrare agli amici per passare una serata spettegolando sulle debolezze dei
grandi.
Quello Che Invece non mi pare sensato è il valore che
si suole dare a questi reperti per la storia della letteratura e per la critica
letteraria. Il sapere che Fleminga ventisei anni scriveva lettere tipiche di un
adolescente in calore, cambia forse il nostro difetto nel leggere le storie di
James Bond o il giudizio critico che si può pronunciare sullo stile del suo
autore? Per capire l’erotismo di Joyce, quale fatto letterario, basta leggere
lo “Ulisse”, specie l’ultimo capitolo – anche se chi lo ha scritto avesse
vissuto vita castissima. Visto che per molti grandi non solo è accaduto che la
loro fosse lasciva ma la vita proba, bensì che la loro pagina fosse proba ma la
vita lasciva, cambierebbe il nostro giudizio su “I promessi sposi” se venisse
alla luce che Manzoni a letto era un birichino e le sue due mogli sono morte
sfiancate dalla sua satiriasi?
So che è diverso volere la Maserati di La Russa e avere
documenti che provano come certi autori fossero fisicamente (o solo
mentalmente!) erettili. Ma, tutto sommato, sono due forme di feticismo.
Umberto Eco – L’Espresso – 10 aprile 2014
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