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mercoledì 16 aprile 2014

Lo Sapevate Che: L'Antitaliano!....




Cittadino Benito Presente!

A Torino e Ravenna Lega e Forza Italia hanno votato per mantenere la cittadinanza onoraria a Mussolini (e negarla al sottoscritto). Un anacronismo inaccettabile che svilisce un istituto importante, simbolo di civiltà

Firenze, Milano, Torino, Ravenna, Bologna, l’Aquila, Roma, Padova, Venezia, Viterbo, Treviso sono alcune delle città che mi hanno conferito la cittadinanza onoraria. Poi ci sono comuni più piccoli come Montebelluna, Padula, Medole, Agliana, Bassano Romano, Scandicci, comuni dove spesso la cronaca nazionale non arriva. Comuni i cui rappresentanti politici (di ogni parte), negli anni, mi hanno scritto lettere e fatto giungere messaggi di sincera solidarietà.
La cittadinanza onoraria è un’istituzione generosa, non un gesto vuoto e inutile. E’ un simbolo laico di appartenenza. Significa stringersi come comunità attorno a un uomo e fargli sentire che non esiste solitudine civile. I diritti di cittadini di un territorio si aprono a un'altra persona. Aggiungere cittadini all’anagrafe di un luogo, per titolo onorario, significa allargare la propria comunità, creare legami, intrecci. E’ l’unico modo che ciascuna comunità ha per rinnovarsi, per vivere.
L’Esempio Più Interessante dell’utilizzo che i comuni più sensibili fanno di questo strumento, lo abbiamo sotto gli occhi. In attesa che il governo metta mano alle iniquità create da leggi sull’immigrazione razziste e xenofobe, sempre più comuni italiani decidono di fare da sé, decidono di lanciare un messaggio importante alla politica, decidono di conferire la cittadinanza onoraria ai figli degli immigrati. Bambini a cui però lo stato tarda a garantire diritti. All’inizio del 2014 l’Unicef conta l’attribuzione di 246 cittadinanze onorarie, il doppio rispetto all’anno scorso, ma ancora un numero esiguo.
Quindi da un lato la volontà di accogliere nella propria comunità cittadini appartenenti ad altre comunità per condividerne il percorso, dall’altro – ed è ciò che sta accadendo in questi mesi e che sta facendo discutere – la necessità di voler prendere le distanze da cittadini che sono diventati onorari in momenti storici distanti e profondamente diversi da quello attuale.
Prima Ravenna e poi Torino hanno discusso nei rispettivi consigli comunali l’opportunità di revocare la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini ed è interessante notare le differenze di approccio a una materia che, sembrerà banale e forse persino superfluo sottolinearlo, ancora dopo quasi un secolo scalda gli animi.
Intanto La Prima Obiezione che viene mossa a questo genere di proposte è l’opportunità di utilizzare tempo prezioso che potrebbe essere dedicato a questioni più urgenti con discussioni di carattere squisitamente storico e che scarsa ricaduta hanno sulle difficoltà economiche attuali. Se però riusciamo ad accettare che i consigli comunali possano anche prendersi del tempo – e io credo sia legittimo che entro i limiti del buon senso questo avvenga – per ragionare sulla storia più o meno recente del nostro paese, allora è interessante notare come Torino e Ravenna siano partiti da assunti completamente diversi. A Torino, con la revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini, la città ha voluto sanare “un vulnus che durava da 90 anni, dimostrando quanto Torino sia legata profondamente alla sua storia e alla sua identità antifascista”. La mozione di revoca ha ottenuto 29 voti favorevoli, 3 contrari e 5 astenuti. A Ravenna, invece, la maggioranza del consiglio comunale ha votato contro la revoca. Il Pd ha motivato così il suo voto: “La storia è memoria e non può essere cancellata. La storia ha già giudicato Mussolini e il fascismo e riteniamo anzi che non si debba depennare una verità acclarata; nel 1923, nell’anno stesso in cui veniva ucciso Don Minzoni, quando il fascismo era quindi già prevaricante, ci si poté permettere con un atto arbitrario di attribuire la cittadinanza onoraria al capo del fascismo”. A me resta solo un dubbio, questo: perché Forza Italia a Ravenna  e la Lega Nord a Torino, contrari alla revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini, hanno chiesto di revocarla piuttosto a me? Quanti voti credono di racimolare in questo modo? Per mano di politicanti nostalgici e cialtroni sono diventato l’anti-Mussolini. Ne sarei fiero se non fosse un anacronismo inaccettabile.
Roberto Saviano – L’Espresso – 17 Aprile 2014

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