Leggiamoci
La Costituzione
Parlamento
delegittimato perché frutto del Porcellum. Renzi capo del Governo abusivo in
quanto non eletto dal popolo. Ecco perché queste idee sbagliate sono figlie
dell’ignoranza della nostra Carta fondamentale
Su questo argomento mi ero intrattenuto in una bustina di due
anni fa, ma non sono io che mi ripeto. Infatti ritrovo sempre nel corso delle
varie discussioni su Governo, Parlamento, legge elettorale, due affermazioni
che sino a ieri sembrano patrimonio di gruppi della destra populista, ma talora
vengono ripresi anche da persone di altra estrazione politica e altro spessore
culturale.
La prima affermazione è che questo Parlamento è delegittimato
perché è stato eletto con il Porcellum, legge dichiarata incostituzionale. Ma
nel momento in cui questo Parlamento è stato eletto il Porcellum era legge
dello Stato, non si sarebbe potuto votare secondo altra legge, e quindi il
Parlamento è stato eletto secondo la legge allora vigente. Si dovrà certo procedere
a nuove elezioni in base a una nuova legge, ma chi deve decidere quale sia
questa nuova legge è pur sempre il Parlamento attuale, nel pieno dei suoi
poteri in quanto eletto secondo le regole che vigevano al momento della sua
elezione.
Capisco che la situazione possa suscitare perplessità, ma o
si mangia questa minestra o si salta questa finestra, e ogni affermazione sulla
illegittimità di questo Parlamento appare campata in aria.
L’Altra Idea che circola è che il capo del
Governo attuale e i suoi ministri non sono stati eletti dal popolo. E’ vero che
sarebbe stato meglio per Renzi affrontare nuove elezioni e presentarsi sulla
scena politica come capo eletto del partito che avesse riscosso la maggioranza
dei consensi, ma questo non avrebbe per nulla significato che Renzi, in quanto
futuro capo del Governo, sarebbe stato eletto dal popolo.
E’ stata astuzia berlusconiana, ponendo il suo nome e il suo
volto come simbolo della sua lista, ad avere convinto chissà quanti elettori
che votando la sua lista si eleggeva lui come capo del Governo. Niente di più
falso, tanto è vero che Berlusconi avrebbe potuto vincere le elezioni e poi
andare a proporre al capo dello Stato un premier di sua scelta, Santanché,
Scilipoti o Razzi, tanto per dire, senza per questo violare il dettato
costituzionale.
La Costituzione infatti stabilisce che il popolo elegge i
parlamentari (con preferenze o liste bloccate, questo è un altro problema, ma
la Costituzione non si pronuncia in merito), il Parlamento elegge il presidente
della Repubblica il quale, dopo avere ascoltato i rappresentanti dei vari
partiti, nomina lui, sponte propria, il capo del Governo e i suoi ministri, e
in linea di principio potrebbe nominare anche sua nonna, o il capostazione di
Roccacannuccia, se la maggioranza delle forze politiche gli avesse fatto il
loro nome.
Spetterà Poi al Parlamento dare fiducia al Governo
nominato dal presidente della Repubblica (così istituendo un controllo da parte
dei rappresentanti del popolo) e se questa fiducia viene negata tutto ricomincia
da capo a quindici, sino a che il presidente della Repubblica non trova un
Governo che piaccia al parlamento. Così è avvenuto che presidenti della
Repubblica abbiano nominato come capi del Governo personaggi non parlamentari
come Dini e Ciampi, e come ministri vari tecnici, e persino quando il
presidente ha nominato Monti, facendolo senatore a vita un minuto prima, Monti
non era stato affatto eletto dal popolo bensì appunto nominato dal presidente.
Il bello è che queste cose son dette, sia pure in maniera un
poco indiretta, dall’articolo 64 della Costituzione, dove a un certo punto si
precisa: “I membri del governo, anche se non fanno parte delle camere, hanno
diritto, e se richiesti obbligo, di assistere alle sedute. Devono essere
sentiti ogni volta che lo richiedono”. Capito? Per i costituenti era talmente
ovvio che i membri del governo potessero benissimo essere estranei al
Parlamento che si precisava in che modo però potessero o dovessero partecipare
alle sue riunioni. A essere onesti, quando a Berlusconi si rimproverava di
farsi vedere pochissimo in Parlamento, non si sarebbe dovuto censurarlo come
presidente del Consiglio bensì come deputato o senatore neghittoso.
Umberto Eco – L’Espresso – 24 Aprile 2014
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