Etichette

martedì 29 aprile 2014

Lo Sapevate Che: Quando Le Sante Trovano l'Estasi...




Scrive il teologo ortodosso Christos Yannaras: “Se esci dal tuo io, sia pure per gli occhi belli di una zingara, sai cosa domandi a Dio e perché corri dietro a lui”

Santa Gemma Galgani:” Signore mio Gesù, quando le mie labbra si avvicineranno alle tue per baciarti, fammi sentire il tuo fiele…Mi si fece vedere Gesù tutto piaghe, mi fece avvicinare a sé, gliele baciai tutte; quando fui a quella del costato mi parve di non poter resistere. Come ero contenta!” (Lettera a Monsignor Volpi, settembre 1900).
Santa Teresa d’Avila: “un giorno mi apparve un angelo bello oltre ogni misura. Vidi sulla sua mano una lunga lancia alla cui estremità sembrava esserci una punta di fuoco. Questa parve colpirmi più volte nel cuore tanto da penetrare dentro di me.
Il dolore era così reale che gemetti più volte ad alta voce, però era tanto dolce che non potevo desiderare di esserne liberata. Nessuna gioia terrena può dare un simile appagamento. Quando l’angelo estrasse la sua lancia, rimasi con un grande amore per Dio. “ (Autobiografia)
Sembra qualcosa di analogo al senso di benessere che insorge al termine di un rapporto sessuale. Se una persona religiosa sposata avesse questo tipo di rapporto col sacro, incorrerebbe nel peccato dell’adulterio. Se nubile incorrerebbe nel peccato della fornicazione….
Renato Pierri


Sessualità e mistica hanno tra loro un intimo legame e una profonda connessione che può essere colta solo da chi ha compreso che l’essenza della sessualità non sta tanto nel piacere dei sensi, come per lo più si crede, quanto nel cedimento del proprio io (che come dice Freud è un “precipitato di difese” ) per naufragare in quell’altra parte di se stessi che Platone chiama “divina follia, la più alta, la più eccelsa”.  Per questo Socrate, a proposito delle cose d’amore (tà erotikà), la stessa espressione usata dai mistici quando parlano del loro rapporto con Dio.
Se concepiamo la sessualità come semplice vicenda di corpi, non dissimile da quella animali, non posso dar torto alle sue osservazioni, se invece di portiamo all’altezza autentica della sessualità che è oltrepassa mento dei limiti dell’io per incontrare l’altro da sé ( e questa è propriamente la sessualità umana), allora forse l’unico a nostra disposizione, per incontrare quell’altro da sé che per mistici è Dio.
Comprendiamo allora, perché K. Faspers, commentando l’episodio della monaca Eloisa innamorata del teologo Abelardo, possa scrivere: “ Eloisa è devota, la sua intenzione di voler seguire Abelardo persino all’inferno non significa che Abelardo sia il suo Dio, che tra Dio e Abelardo sceglierebbe Abelardo, ma che non può essere un vero Dio chi cercasse di separarla da Abelardo per un voto monastico. Non si tratta di una sensualità selvaggia, che per sua matura passa rapidamente, e che è così forte da esigere l’immediata soddisfazione. Non si tratta neppure di un erotismo spiritualizzato, ma di un amore incondizionato e trascendente, il cui tradimento costituirebbe una minaccia per l’esistenza, che vedrebbe compromesso il suo rapporto con la trascendenza”.
Per capire queste cose bisogna averne capite altre due in primo luogo che la sessualità è oltrepassa mento del limite, e che grazie a questo oltrepassa mento stabilisce un nesso con l’altro da sé ( a questo allude l’etimologia che vuole sexus derivato da nexus). E per comprendere i nessi che il sesso inaugura dobbiamo decentrare l’io dall’egemonia e qualità, a cui l’io non è in grado di accedere. In secondo luogo occorre comprendere che il Dio dei mistici non è quell’entità metafisica da cui dipendono le leggi morali che dischiudono la via della salvezza, ma come scrive Jasper: “E’ sempre e solo quel Dio che esiste per la singola esistenza”. E in questa direzione mi pare che si muova anche il magistero di Papa Francesco.
Da ultimo, non dimentichiamo che il cristianesimo, nonostante abbia sempre parlato di “anima” (nozione che tra l’altro non appartiene alla tradizione giudaico-cristiana), è in realtà una religione dei corpi che ha il suo centro nell’incarnazione del Figlio di Dio.
Ne sono ulteriori conferme: l’atto di fede dei cristiani che nel Credo ripongono la loro fede, e non nell’immortalità dell’anima ma nella resurrezione dei corpi, e l’iconografia cristiana che, nei dipinti delle nostre chiese, celebra la corporeità. A questo punto possiamo dire che i mistici, con il loro linguaggio, sono i più fedeli testimoni del messaggio cristiano.

Nessun commento:

Posta un commento