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sabato 19 aprile 2014

Lo Sapevate Che: Il Vetro Soffiato....



Noi strane creature tra angeli e bestie

Siamo l’unico animale capace di osservarsi dall’esterno, grazie alla facoltà di pensare. Ma la mente umana è un mistero indecifrabile e oscilla sempre dalle aspirazioni spirituali agli istinti più bassi

Da tempo sostengo che noi umani siamo un animale assai strano, l’unico dotato d’un pensiero capace di guardare da fuori di sé in ogni attimo della vita e di cogliere i mutamenti che il passare del tempo produce nella tua persona: crescere, invecchiare, morire, ma anche amare, odiare, sfidare, vincere, perdere.
E’ certamente così e quando ne diventi consapevole credi d’aver raggiunto un risultato, una certezza, una verità. Ma se rifletti ancora un poco ti accorgi che non c’è alcuna certezza e alcuna verità che possano rassicurarti e darti quiete. Perciò il viaggio dentro di te deve continuare oppure chiudersi sapendo che ciò che credevi d’aver scoperto non ha alcun significato. A me sta accadendo questo. E me ne sono chiesto la ragione.
La Risposta Che Mi Sono Dato deriva dal mutamento della mente con la quale mi osserva dal fuori. L’osservazione avrebbe un senso se l’osservatore – cioè la mente – non fosse soggetta anch’essa al mutamento. Un orologio segna il tempo e il suo corso; la colonna di mercurio d’un termometro registra la febbre di un corpo. Si presume che questi strumenti siano inalterabili. Possono guastarsi ma vengono riparati oppure il guasto è irreparabile e allora si gettano via e sono sostituiti da altri che adempiono alla stessa funzione. Ma il caso della mente non è questo. In realtà la mente di una persona non può esser sostituita. Se si guasta, ti guarda da fuori in altro modo o addirittura perde il suo ruolo. Si tratta in questi casi di malattie, transitorie o permanenti, disturbi mentali leggeri o gravissimi, nevrosi, depressioni, ubriachezza molesta, dipendenza da droghe o addirittura follia.
Se solo di questo si trattasse, esistono cure, disintossicanti oppure luoghi di ricovero che mettono quella persona fuori gioco.
Drammi e a volte tragedie, ma non è di queste anormalità, ben note da tempo, che mi sono impegnato a riflettere.
La mia riflessione riguarda una mente che non soffre di alcun disturbo eppure cambia. E’ un ordigno che ad un certo punto auto decide di registrare il tempo con una velocità diversa da quella del corpo e con una diversa sensibilità. La mente cioè ha una sua autonomia comportamentale perché anch’essa cresce ed invecchia come gli altri organi del corpo, ma non necessariamente in sintonia con essi.
Se La Mente Resta Giovane e gli altri organi invecchiano, lei ti  guarda con occhi diversi e viceversa se invecchia più velocemente degli altri organi. Non è ammalata ma cambia con autonomia così come autonomamente avviene il mutamento del resto di te.
Ho visto di recente un film che racconta di un uomo innamorato di una voce che esce da un computer. Lui sa bene che si tratta di uno strumento elettronico e non di una persona. Lo sa, ma quella voce che è stata programmata proprio per sedurre un uomo, è talmente perfetta per portare a termine il suo compito che lui se ne innamora con passione. S’innamora di un computer. La voce, cioè il computer, possiede anche una propria autonoma capacità sentimentale capace di innamorarsi anche lei dell’uomo e in uno slancio di sincerità gli confessa di essersi innamorata e ricambiata da altri 400 uomini con i quali parla contemporaneamente.
Ho citato questo film intitolato “Lei” perché rappresenta una simulazione molto efficace della mente delle persone, in grado di soddisfare sentimenti, desideri plurimi e simultanei.
La mente umana è dunque uno dei misteri del quale dobbiamo tener conto quando viaggiamo dentro di noi. Siamo un animale pensante a mezza strada tra la bestia e l’Angelo. Non ritorneremo mai più allo stadio animalesco e selvaggio e non raggiungeremo mai quello angelico. La nostra identità è in continua oscillazione e il pendolo non può fermarsi se non nel momento in cui la persona diventa una spoglia inanimata.
Eugenio Scalfari – L’ Espresso – 17 aprile 2014

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