Questa Strana Europa
Che Salva Le Banche
E Lascia Affondare I
Giovani
Qualcuno conoscerà pure
la “teoria del lampione” di Jean-Paul Fitoussi.
Parte dalla nota
storiella di quell’uomo che cerca le chiavi di casa sotto
Un lampione. “Le hai perse
qui?” gli chiede l’amico. “No” è la risposta
“ma qui c’è la luce”. L’economia e la politica di oggi
sono come l’uomo che cerca le chiavi nel
posto sbagliato. Da una parte la realtà ha ormai smentito tutte le teorie
liberiste. Le liberalizzazioni, i continui tagli allo Stato sociale, nelle
promesse dei liberisti avrebbero dovuto renderci tutti più ricchi, soprattutto
i ceti medi, garantendo così una poderosa crescita e un futuro prospero alle
future generazioni.
E’ accaduto l’opposto. L’economia è andata in recessione, i
ceti medi si sono impoveriti, la disoccupazione giovanile è schizzata alle
stelle. Eppure i teologi del liberismo negano l’evidenza e anzi accusano gli
Stati di non aver applicato abbastanza bene una ricetta disastrosa. Chiedono
più precariato giovanile, altri tagli al welfare e austerità, più
liberalizzazioni. Altro che morte delle ideologie. I liberisti di oggi sono
come i comunisti di ieri, quelli che dipingevano i regimi dell’Est come il
paradiso in terra dei lavoratori, nonostante la fame e i gulag.
Ora dicono che i nostri giovani devono essere ancora più
flessibili e precari. Per trovare lavoro non bisogna essere choosy, schizzinosi, come blaterano
tanti: come se i giovani italiani non fossero già i più precari e sotto pagati
d’Europa, e nonostante questo disoccupati al 42 per cento. Naturalmente è vero
il contrario. Bisogna scegliere con cura nuovi posti di lavoro, migliori e
meglio pagati dei call center. Cercare oltre il lampione che riflette la luce
del passato.
L’economia dell’ambiente può creare in Europa milioni di
posti di lavoro. Il turismo e la cultura in Italia, con il patrimonio che
abbiamo, impiegano la metà di addetti della Francia e poco più d’un terzo
rispetto alla Germania (!). Lo sviluppo tecnologico crea in continuazione nuovi
lavori, per i quali i nostri giovani,a furia di tagli alla scuola, non sono
preparati. Per fare tutto questo ovviamente occorre un grande intervento
pubblico da parte degli Stati e dell’Unione europea. Basterebbe destinare
all’investimento in posti di lavoro anche soltanto la metà dei duemila miliardi
messi a disposizione dall’Europa per il salvataggio delle banche negli ultimi
anni. Purtroppo non è questa la direzione dell’Unione. Che si prepara a dare
altri mille miliardi alle banche. Sarà colpa poi dei cittadini se monta il
sentimento antieuropeo?
Curzio Maltese – Venerdì di Repubblica – 25 – Aprile 2014
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