E Al Quirinale Fu Terzo
Mandato
Tutto positivo il
bilancio della seconda presidenza Napolitano.
Nel paese è
drasticamente calato il consumo di ansiolitici. E le piante hanno smesso di
perdere le foglie. Solo Grillo non gli chiede di restare
“Confido che si stiano per realizzare le condizioni per il
mio distacco” : la frase con la quale Giorgio Napolitano conferma la volontà di
lasciare il Quirinale sta facendo discutere per la sua inusuale brevità. Pare
che la frase originale fosse “confido che, in virtù dell’evolversi della
situazione politica nella prospettiva di un assetto più favorevole al tema
fondamentale delle riforme istituzionali, non disgiunto dalla necessaria e
concorde attuazione di alcuni passaggi decisivi per il risanamento economico
nella direzione richiestaci dall’Unione Europea, possano infine verificarsi quelle condizioni più favorevoli,
o comunque meno sfavorevoli, che ci avvicinerebbero al compimento, sia pure
parziale, dei gravi compiti ai quali sono stato chiamato”. Lo staff del
presidente lo ha supplicato di essere più conciso perché stava per finire
l’inchiostro della stampante. Napolitano ha passato il pomeriggio a limare la
frase, chiedendo se fosse possibile lasciare almeno “non disgiunto” e “
concorde attuazione”. Solo verso sera, quando si è addormentato, i suoi
collaboratori hanno potuto sfilargli il foglio dalla scrivania e tagliarlo
drasticamente.
Il Bilancio E’ già tempo di bilanci. Non pochi i
punti a favore del secondo mandato: per esempio la drastica diminuzione del
consumo di sonniferi e ansiolitici, che vene ricondotta dagli esperti alle
numerose apparizioni pubbliche del presidente. (Si ricorda che il consumo di
psicofarmaci toccò il suo apice durante il settennato di Cossiga). Effetti
positivi anche sui giardini del Quirinale, che hanno visto rallentare il flusso
vorticoso della stagione fino a stabilire uno stato di requie armoniosa che i
botanici definiscono “giorgismo”. Il trauma della perdita delle foglie e
quello, opposto , della rinascita primaverile e della fioritura, hanno lasciato
il posto a un permanente stadio intermedio, con caduta delle foglie molto
diradata ( al massimo due o tre al giorno) e fioritura quasi impercettibile,
mai compromettente per la pianta stessa, che riceve la visita al massimo di
un’ape alla settimana.
Il Retroscena Secondo alcune indiscrezioni
Napolitano sarebbe molto amareggiato per l’inevitabile approssimarsi delle
elezioni europee. Come è noto, ritiene le urne una risorsa estrema, drammatica
e straordinaria, alla quale ricorrere solo in caso di assoluta necessità. Aveva
proposto di sostituire le elezioni europee con una cordiale chiacchierata tra
alcuni elettori dei diversi paesi, sorteggiati tra i tanti, da tenersi in
località segreta e in data da destinarsi. Quando gli è stato spiegato che non
era possibile, avrebbe deciso di lasciare per sempre la politica.
Le Polemiche Il blog di Grillo ha indetto un
referendum (al quale sono ammessi solo i cittadini iscritti all’Albo dei
Giusti, elenco depositato presso la Casaleggio e Associati) nel quale decidere
se Napolitano può lasciare il Quirinale da solo, oppure accompagnato da una
folla urlante che lo spinge per le scale mentre la luce sinistra delle torce
illumina i volti sfigurati dall’ira. In un successivo momento quel post è stato
corretto: i volti non saranno sfigurati dall’ira. Molto negativo anche il
giudizio del “Fatto”, ma la dura nota su Napolitano è passata quasi inosservata
perché nello stesso giorno il quotidiano pubblicava decine di ritratti ostili
di altrettanti esponenti politici, tre richieste di impeachment per capi di
Stato esteri e numerosi corsivi che accusavano di orribili colpe quasi tutti
gli esponenti del mondo politico, economico e intellettuale.
Il Successore
L’idea di un terzo mandato è stata definita dallo stesso Napolitano “del tutto
improponibile”. Questo, secondo gli analisti politici più attrezzati, non
esclude che il presidente possa tornare al Quirinale per ritirare i suoi
effetti e rimanerci il tempo necessario per portare a compimento l’operazione,
cassetto per cassetto. I tempi, per un uomo abituato a tenere conto anche dei
minimi dettagli, possono andare dai tre ai cinque anni.
Michele Serra – L’Espresso 30 aprile
2014
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