Quanto Dolore Per Una
Legge
Le norme sulla
fecondazione assistita sono oggi incostituzionali.
Hanno provocato
sofferenze, discriminazioni, difficoltà inutili.
Sono lo specchio di una
società arretrata e ignorante e di politici indifferenti
La storia di Forza
Italia, poi diventata Popolo della Libertà, passata attraverso pittoresche
coalizioni e ora ridiventata Forza Italia e Nuovo Centro destra, oltre che dai
processi che coinvolono suoi esponenti a ogni livello, può essere esemplificata
anche attraverso il
racconto di ciò che è stata la legge sulla procreazione assistita, nota come
legge 40/2004 rispecchia forse ciò che l’Italia è diventata: un paese in cui i
diritti sono considerati privilegi e a orientare il corso delle cose non sono
esperti e studiosi, non è la ricerca scientifica, non sono qualifiche e
competenze acquisite dopo anni di studio, ma il peggior senso comune. Il più
retrogrado, quello di politici il cui unico scopo è essere più solerti persino
della chiesa in cui dicono di credere e nel cui nome giurano di agire. Un paese
che fa della famiglia il nucleo sociale fondamentale ma che non ritiene sia poi
diritto di tutti potersene costruire una. La legge 40/2004 è una legge iniqua e
liberticida. E’ una legge mortificante per la donna, sprezzante del suo corpo e
incurante delle sofferenze che vive una coppia che non riesce ad avere figli.
Tutto questo, dal 2004 a oggi la Corte Costituzionale e le sentenze di diversi
tribunali italiani, lo hanno a più riprese stabilito.
Difficilmente Troverete persone che abbiano voglia di
raccontare la loro esperienza riguardo al percorso che hanno fatto per riuscire
a avere un figlio. Questa difficoltà ha una doppia matrice: da una parte
l’arretratezza della nostra società, una società che non conosce affatto le
tecniche di procreazione assistita, per cui tutto – anche un semplice racconto
– suonerebbe come troppo “tecnico”. Dall’altra, una morale pseudo cattolica
secondo cui se non si riesce a procreare in maniera naturale allora non bisogna
forzare la natura. La mancanza di informazioni e la mancanza – cosa assai più
grave – di volontà di informarsi, rispetto a questi temi, è proprio di una
società terribilmente arretrata, arroccata sulle proprie posizioni più che per
convinzione, per non conoscenza.
La 40/2004 E’ Stata
Dichiarata
illegittima nelle sue parti fondamentali. Nei limiti alle modalità di
procreazione, nell’impossibilità per coppie portatrici di malattie genetiche di
acceder alle diagnosi reimpianto, nel numero di embroini che non doveva superare
i tre, nell’unico impianto possibile e nel divieto di poter crioconservare gli
embrioni. Se solo si sapesse cosa vive il corpo della donna che decide di
intraprendere la strada della fecondazione assistita, si proverebbe in ogni
modo a evitarle ulteriori sofferenze. Dpsi giornaliere di gonadotropina per
poter stimolare l’ovulazione e poi il prelievo di ovociti, che è un intervento
a tutti gli effetti e poi, dopo qualche giorno l’impianto. Tutto questo senza
alcuna certezza che il risultato sia positivo. Stabilire di poter fecondare
solo tre cellule uovo e di poter fare un unico impianto, significa che nel caso
in cui questo processo non abbia esito positivo, e le probabilità sono in media
del 30%, bisogna ricominciare tutto daccapo. E quando l’impianto non va a buon
fine, nella migliore delle ipotesi c’è gran delusione, nella peggiore la donna
deve sottoporsi a raschiamento. Ho spiegato ciò che il corpo della donna
subisce, non riesco nemmeno a immaginare cosa debba provare lei e come possa
stare il suo compagno. Ecco, generalmente tutto questo lo sa solo chi lo ha
vissuto sulla propria pelle. Impossibile quindi sperare nell’empatia che simili
storie dovrebbero necessariamente suscitare.
Oggi, però, arriva il colpo di grazia – ci sarebbe ancora
tanto da fare - alla 40/2004: la Corte
Costituzione si pronuncia a favore della fecondazione eterologa e nessun
Parlamento potrà più ripristinare il divieto. Un divieto che in Italia ha
creato vergognose discriminazioni. Quando una legge viene trattata come la 40/2004,
vuol dire che il governo che la ha prodotta non rappresentava nessuno, nemmeno
chi lo ha votato.
Roberto Saviano –
L’Espresso – 24 aprile 2014
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