Caro
direttore, la politica non è una scienza. Per questo in politica accadono e si
ripetono di continuo eventi davvero non comprensibili, e appartengono al
quotidiano, al day-by-day. Ma un
fenomeno si staglia su ogni altro in Europa e forse nel mondo libero: il
fenomeno Silvio Berlusconi. In Germania – e, presumo, anche in Francia o nel
Regno Unito per fare solo due esempi – un politico che acceca e inganna come
lui sarebbe riuscito a restare nell’arena della vita politica per un tempo
brevissimo, sempre ammesso che fosse riuscito ad entrarvi. Non lo dico per
lodare la classe politica del mio Paese, perché anch’essa ha i suoi bizzarri. Ma
mi chiedo, da inguaribile italofilo qui a Berlino: come è possibile che un
Paese così ricco di tradizioni, così fiero e conscio del suo valore, stile e
statura come l’Italia, da quasi vent’anni non sia riuscito a tener fuori
Berlusconi dalla scena politica?
Ero
sicuro che la sentenza della Corte di Cassazione avrebbe sancito la fine politica
del Cavaliere. Eppure, sebbene egli sia stato condannato in modo definitivo per
la prima volta, gli è stata ancora lasciata aperta una scappatoia, la
possibilità di rientrare da una porta di servizio. Il verdetto non ha
definitivamente bandito Berlusconi dalla sfera politica. E Berlusconi stesso –
anche dagli arresti domiciliari – utilizzerà questa chance. Ancora una volta, il Paese e l’Europa intera restano
raggelati, chiedendosi quale sarà la prossima mossa di questo giocatore
d’azzardo: che cosa farà? Forza Italia potrebbe divenire nuovamente una
importante forza politica? Ma, prima di tutto, riuscirà il governo Letta,
debole nonostante l’ampia maggioranza, a sopravvivere?
Guardando
a voi amici italiani da Berlino, due pericoli pendono come una spada di Damocle
sul governo. Il primo: in Berlusconi e nel suo Pdl è forte la tentazione di
lasciar cadere l’attuale esecutivo. In fin dei conti Berlusconi ha già dato
spesso prova – l’ultima volta nel suo aggressivo messaggio video dopo la
sentenza – di quanto la respublica (la
cosa pubblica. Il bene comune) gli sia indifferente. Il secondo pericolo: se,
nonostante la condanna, Berlusconi resterà senatore, nel Pd potrebbe
conquistare la maggioranza dei consensi chi vuole rompere la coalizione col
politico-bancarottiero Berlusconi. Entrambi gli scenari sarebbero
catastrofici,, proprio come la prosecuzione di un governo che è destinato a
sopravvivere grazie all’appoggio di Berlusconi.
Se
nemmeno la Corte di Cassazione riesce a mandare in pensione Berlusconi, il compito
torna al mondo politico e alla società. L’Europa versa in una situazione
difficile, e in Europa – anche, tra l’altro, tra Germania e Italia – si
confrontano idee e posizioni differenti su come l’euro possa essere salvato, ma
prima ancora su come tutti gli Stati della Ue possano riuscire a ritrovar uno
slancio comune. Su questi temi cruciali dobbiamo discutere e confrontarci anche
duramente, dobbiamo parlar chiaro sui pro e i contro della politica di
austerità. Dobbiamo discutere con passione su cosa possiamo fare per avere più
crescita, e su come c’immaginiamo la crescita, che non è una concessione octroyée dalla Germania o dal Nord.
Tutte le parti in campo hanno buoni
argomenti, che vanno confrontati e messi insieme nell’armonia d’un compromesso
efficace. Soltanto così l’eurozona potrà essere salvata, soltanto così l’euro e
la Ue potranno tornare attraenti per i cittadini di tutti gli Stati membri
dell’Unione. Ma sarebbe o sarà fatale, se in questo dibattito – confronto tra
europei un uomo come Berlusconi fosse qualcosa di più di una quantité
négligeable. L’Italia e l’Europa intera non possono più permettersi il lusso
delle situazioni comico-grottesche delle scelte politiche di questo
irresponsabile.
L’uomo
ha 76 anni, e il suo partito è sempre stato uno one-man-show. Guardando all’Italia dalla Germania, è molto
difficile capire perché gli ambienti che lo hanno appoggiato sostenuto e
sopportato, finora, non siano stati capaci di creare una vera formazione
conservatrice borghese di destra europea, che vada avanti senza uno Zampanò
come Berlusconi. E’ davanti agli occhi di tutti: presto il suo tempo finirà,
dunque lo schieramento politico della destra borghese deve fare adesso di tutto
per creare un partito che meriti questo nome. L’altra faccia della medaglia
della miseria è che anche il Pd non è in buona salute. Sebbene, a fronte della
fallita politica di Berlusconi, avesse tutte le chance di ispirare il Paese a
una nuova politica, si è lacerato in sciocche querelle, degne solo di alte tradizioni comuniste. Non dovrebbe
forse emergere una forte volontà che unisca il partito, lo spinga a unirsi per
inaugurare finalmente l’era post-Berlusconi?
Lo
ammetto, sono sconcertato e confuso. Su Berlusconi è stato detto tutto, ed egli
è ancora là. Io, da europeo che non rinuncia ad amare l’Italia, possono solo
permettermi di esprimere da Berlino un umile auspicio: liberatevi finalmente di
lui! Meritate di meglio che non tornare a essere ostaggi di un egocentrico.
Auguri.
L’autore è direttore del quotidiano
tedesco Die Welt
Thomas
Schmid – La Repubblica – 03-8-13
Nessun commento:
Posta un commento