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sabato 28 ottobre 2017

Lo Sapevate Che: Stiamo diventando maggioranza oppressa?...



La Notizia Fa Sognare, nel caso che riporta in un passato così lontano da sembrare irreale come un sogno. L’aeroporto di Pittsburgh, Pennsylvania, fa un esperimento: consentirà a parenti e amici dei passeggeri di accompagnarli fino all’imbarco. Che nostalgia. Mi ricorda l’epoca in cui cominciai a volare. Non aveva vent’anni. Salire sugli aerei era come prendere un bus, arrivavi all’ultimo, e se qualcuno voleva salutarti poteva arrivare quasi fino alla scaletta dell’aereo. Un mondo magico dove tante cose erano più semplici, una vita pre-terrorismo, sembra preistorica ed era appena quarant’anni fa. Oggi Pittsburgh può permettersi quest’audacia solo perché è una città depressa, tante fabbriche hanno chiuso, il suo aeroporto è poco attivo: fa un tentativo per rianimarlo, tornando indietro nel tempo. Innocenza perduta. In mezzo c’è stata l’escalation del terrorismo, l’11 settembre, e non credo che altri aeroporti potranno imitare l’esempio di Pittsburgh. Ma era inevitabile sprecare tanta parte della nostra vita a inseguire una illusoria sicurezza, le ore perdute nelle file davanti ai metal detector? Oggi alcuni controlli li abbiamo estesi qui in America – agli ingressi dei musei o dei concerti: in certe città europee come Parigi e Londra sono ancora più invasivi visto che i terroristi si adattano cambiando luoghi, tattiche e bersagli. L’evoluzione sembra a senso unico: più controlli, più disagi, più tempo di vita sacrificato. È l’unico modo per proteggerci? È un prezzo a cui non potevamo sottrarci? Ogni tanto mi pongo delle domande scomode. Le risposte rischiamo di essere ancora più imbarazzanti. Davvero all’aeroporto l’anziana signora sulla sedia a rotelle deve essere sottoposta agli stessi controlli di un ventenne con il passaporto tunisino? I controlli mirati, ad personam, gli israeliani li hanno sempre fatti ma in Occidente non sono politically correct. Discriminazione etnico-religiosa. Neppure Bush o Trump hanno osato, quindi sto scrivendo un’eresia…E dunque per non demonizzare una minoranza (la quale peraltro non esita affatto a demonizzare noi abbiamo complicato enormemente la vita alla maggioranza. Inevitabile, se non vogliamo sacrificare valori fondamentali, principi del nostro Stato di diritto? Però, però. Applico lo stesso ragionamento ad absundum a un tema completamente diverso, dove so di trovare più comprensione a sinistra. Mentre scrivo sono tornato di recente da Las Vegas, dopo la sparatoria-strage più mostruosa della storia americana. Sotto accusa, ovviamente, è la diffusione delle armi in questo paese e la felicità di comprarle. Ma spesso non si studiano i numeri, si descrive un Far West che non esiste. Qui negli Stati Uniti di armi ce ne sono troppe (265 milioni!), ma sono molto più concentrate di quanto si creda: solo un quinto degli americani ne possiede. E metà di quelle armi sono in mano a una minuscola minoranza, il 3% della popolazione sono i veri “collezionisti” di arsenali (17 armi a testa in media). Di nuovo, quando si invoca un diritto costituzionale a essere armati per l’autodifesa, in realtà si parla dello strapotere di una minoranza che prevarica sui diritti di tutti gli altri. Anche questo però è un tabù. Così come la responsabilità civile e penale dei produttori di armi. Pensate, basterebbe un solo processo con condanna a risarcimenti miliardari, sul tipo di quello contro la Philip Morris per i danni del tabacco alla salute, e vedremmo di colpo un atteggiamento diverso dai fabbricanti di fucili e pistole. Sono anche loro una minuscola minoranza. Approfittano del fatto che la maggioranza è rassegnata, passiva, non si organizza. Ma è così che si suicidano le democrazie: scivolando lentamente verso la convinzione che noi non contiamo nulla che le maggioranze devono sempre subire e pagare per pochi, che le domande scomode le dobbiamo ingoiare in silenzio.
Federico Rampini – Opinioni – Donna di La Repubblica – 21 ottobre 2017 -

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