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domenica 31 gennaio 2021

Lo Sapevate Che: Alan Alexander Milne, è stato uno scrittore britannico, noto soprattutto per la serie di libri per bambini con protagonista l’orsacchiotto Winnie the Pooh


Alcune persone si preoccupano troppo. Penso che questo sia chiamato amore.
[Some people care too much. I think it's called love. ]” Alan Alexander Milne

 

Alan Alexander Milne (spesso indicato come A. A. Milne) nasce il 18 gennaio del 1882 a Kilburn, in Inghilterra. Trascorre i primi anni della sua infanzia a Londra, e nella capitale britannica frequenta la scuola privata in cui il direttore è suo padre John Vine Milne. Tra i suoi insegnanti c'è anche H. G. Wells. Successivamente entra nella Scuola di Westminster, per poi iscriversi al Trinity College di Cambridge, dove - approfittando di una borsa di studio - ha l'opportunità di studiare matematica.

Negli anni del Trinity si dedica alla redazione di "Granta", la rivista scolastica, su cui scrive numerosi articoli realizzati con il fratello Kenneth Milne. I suoi scritti attirano l'attenzione di "Punch", la più importante rivista umoristica britannica, che richiede e ottiene - quindi - la sua collaborazione.

Nel 1913 sposa Dorothy de Sélincourt - detta Daphne, che nel 1920 dà alla luce il figlio Christopher Robin Milne.

Dopo la guerra

Nel corso della Prima Guerra Mondiale Alan Alexander Milne entra nell'esercito. Terminato il conflitto, si espone in modo significativo contro la guerra. A partire dalla seconda metà degli anni Dieci pubblica numerosi libri di vari generi. Al 1922 risale, per esempio, il romanzo giallo "The Red House Mistery" (in italiano, "Il dramma di Corte Rossa").

Si dedica, inoltre, alla scrittura di lavori teatrali, grazie a cui la sua fama supera i confini nazionali per arrivare fino agli Stati Uniti. Milne, in più, scrive anche per il cinema, complice l'incontro con Leslie Howard, attore che aveva recitato nella sua commedia "Mr. Pim Passes By", che lo convince a realizzare quattro sceneggiature per la Minerva Films, la sua casa di produzione. Si tratta di "The Bump", "Twice Two", "Five Pounds Reward" e "Bookworms".

Alan Alexander Milne e Winnie the Pooh

Divenuto padre, nel 1920, di Christopher Robin, nel 1925 Alan Alexander Milne compra Cotchford Farm, una villa di campagna nell'East Sussex, ad Hartfield. Nello stesso anno prende la decisione di concentrarsi sulla letteratura per ragazzi.

Sono sicuro di questo: nessuno può scrivere un libro che i bambini gradiranno, se non lo si scrive innanzitutto per sé stessi.

Dopo avere scritto "Gallery of Children", nel 1926 pubblica "Winnie-the-Pooh" (Winnie Pooh), un libro che rappresenta la trascrizione delle storie che l'autore è abituato a raccontare al suo bambino. Non a caso Christopher Robin è uno dei protagonisti, insieme con i suoi animali di pezza, tra i quali spicca Winnie Pooh.

Nel 1927 l'autore inglese dà alle stampe "Now We Are Six", una raccolta di poesie per bambini che vede ancora Pooh come protagonista, mentre un anno più tardi è la volta di "The House at Pooh Corner" (in italiano, "La strada di Puh").

Il ritorno ai romanzi

Dopo il secondo libro con al centro della scena l'orsacchiotto di pezza, tuttavia, Milne decide di abbandonare la letteratura per bambini, anche perché nel frattempo Christopher Robin sta crescendo.

Torna, quindi, ai romanzi: "Two People" viene pubblicato nel 1931, mentre è di un paio di anni più tardi "Four Days Wonder". Nel 1934 Milne completa il saggio "Peace with honour", in cui espone le proprie tesi contro la guerra, che tuttavia verranno ritrattate nel 1940 in "War with honour".

Ho rinunciato a scrivere libri per bambini. Volevo fuggire da loro come avevo voluto una volta fuggire da 'Punch': come ho sempre voluto fuggire. Invano.

Nel frattempo continua a dedicarsi al teatro, scrivendo le opere "Sarah Simple" e "Gentleman Unknown". Per il cinema realizza la sceneggiatura di "Four Days Wonder", mentre per la televisione si occupa della scrittura di "The Man in the Bowler Hat". Nel 1952 Alan Alexander Milne si ritira nella sua villa di Hartfield dopo avere subito un intervento chirurgico al cervello che gli provoca un'invalidità permanente: è qui che muore il 31 gennaio del 1956.

Dopo la sua morte, i diritti sui personaggi del mondo di Puh sono passati dapprima alla vedova Daphne, poi acquisiti dalla Walt Disney. La casa di produzione ha fatto del personaggio Winnie The Pooh uno dei suoi marchi di maggior successo, realizzando film, cartoni animati, pupazzi, libri e merchandising vari.

Il film biografico del 2017

Nel 2017 è stato realizzato il film "Addio Christopher Robin" (Goodbye Christopher Robin), di Simon Curtis. L'opera racconta soprattutto la creazione di Winnie the Pooh (e di tutti gli altri personaggi del Bosco dei Cento Acri), narrata attraverso il rapporto tra Milne e il figlio. Tra gli interpreti ci sono Domhnall Gleeson - nei panni di A. A. Milne, e Margot Robbie - in quelli della moglie Daphne.

https://biografieonline.it/biografia-alan-alexander-milne

Lo Sapevate Che: Abolita la schiavitù in America, 155 anni fa

 

Abolita la schiavitù in America«La schiavitù o altra forma di costrizione personale non potranno essere ammesse negli Stati Uniti, o in luogo alcuno soggetto alla loro giurisdizione, se non come punizione di un reato per il quale l'imputato sia stato dichiarato colpevole con la dovuta procedura». È il contenuto della prima sezione del XIII emendamento alla Costituzione degli Stati  Uniti d'America, che nel 1865 mise al bando la schiavitù nei 36 Stati allora rappresentati dal Congresso.

Fu il completamento di una lunga battaglia di civiltà che aveva avuto il suo principale rappresentante in Abraham Lincoln, 16° presidente degli Usa dal 1861 al 1865. Il suo Proclama di Emancipazione, emanato nel 1863, liberò gli schiavi solo negli Stati ribelli della Confederazione, lasciando temporaneamente fuori i territori del nord sotto il controllo dell'Unione e quelli occupati.

Un documento significativo ma che per lo stesso Lincoln rischiava di apparire come una misura temporanea dettata dalla contingenza della Guerra di secessione (1861-1865). Ciò lo spinse a sostenere la necessità di un emendamento presso i deputati che seguivano le sue idee.

Fino a questo momento il Congresso aveva approvato leggi che salvaguardavano il ricorso alla schiavitù, a dispetto di alcune proposte pro abolizione presentate da diversi politici, per lo più di orientamento repubblicano. Proprio da due repubblicani, James Mitchell Ashley (dell'Ohio) e James Falconer Wilson (Iowa), e da un senatore democratico (John B. Henderson del Missouri), arrivò il corpo centrale del testo definitivo.

Il testo passò facilmente al Senato, mentre fu inizialmente respinto dalla Camera dei Rappresentanti. L'intervento del presidente Lincoln si rivelò risolutivo: la proposta di modifica fu approvata con 119 voti a favore e 56 contrari, nell'ultima seduta di gennaio. Immediatamente il Congresso trasmise il documento ai 36 stati della Confederazione per la ratifica finale. Il 6 dicembre del 1865 entrò
ufficialmente in vigore.


Prima della ratifica la schiavitù era legale solo in Delaware, Kentucky, Missouri, Maryland e New Jersey. All'entrata in vigore del XIII emendamento si contavano su tutto il territorio statunitense circa 40.000 schiavi, tutti concentrati in Kentucky. Furono gli ultimi ad andare incontro alla libertà.

L'iter legislativo si completò successivamente con altri due emendamenti cosiddetti della Ricostruzione: il XIV che tutelò i diritti civili degli ex schiavi e il XV che riconobbe il diritto di voto

anche ai nuovi cittadini.



L'ultima ratifica del XIII emendamento è avvenuta in epoca recente, esattamente nel 1995 da parte del Mississippi. Alla battaglia di Lincoln per questa preziosa modifica alla Costituzione statunitense è stato dedicato il film Lincoln di Steven Spielberg, uscito nel 2012 (in Italia nel gennaio 2013) e premiato con due Oscar per la "miglior scenografia" e il "miglior attore protagonista".

http://www.mondi.it/almanacco/voce/119014

Lo Sapevate Che: Don Bosco, nato in una frazione di Castelnuovo d’Asti, comune piemontese che oggi porta il su nome, fu un sacerdote molto vicino ai giovani disagiati, per accogliere i quali fondò la congregazione dei Salesiani


Il demonio ha paura della gente allegra.” Don Bosco

 

Amore e coraggio

Straordinario educatore e indimenticabile parroco, Giovanni Bosco nacque il 16 agosto 1815 in una famiglia contadina poverissima a Becchi Castelnuovo d'Asti (oggi rinominata Castelnuovo Don Bosco). Rimasto orfano di padre a soli due anni matura la vocazione sacerdotale fin da subito.

Nel 1841, giovane prete, arriva a Torino e comincia ad esplorare la città per farsi un'idea delle condizioni morali dei giovani. Ne rimane sconvolto. Ragazzi che vagabondano per le strade, disoccupati, sbandati e depressi pronti a qualsiasi cosa. Rimane inoltre profondamente impressionato dal constatare come tanti di quei ragazzi prendano da subito la via delle patrie galere. Capisce che non può rimanere indifferente a tutto ciò e decide di agire per cercare di sanare, come può, la difficile situazione.

Aiuta dunque i ragazzi a cercare lavoro, si prodiga per ottenere condizioni migliori a chi è già occupato e fa scuola ai più intelligenti. Nasce così nella periferia torinese il primo oratorio.

Nell'aprile 1846 apre a Valdocco nella "casa Pinardi" un oratorio intorno al quale nascerà col tempo il grandioso complesso della casa-madre dei Salesiani.

Il problema di accogliere non per alcune ore bensì a tempo pieno ragazzi senza casa diventa fondamentale ma si apre un problema di natura finanziaria. Don Bosco diventa promotore in prima persona della sua iniziativa e si mette alla ricerca di fondi.

La prima benefattrice è la madre Margherita che vende tutto quello che possiede per sfamare i ragazzi. Tra i giovani che hanno don Bosco per padre e maestro, qualcuno gli chiede di "diventare come lui". Così nasce, con la cooperazione di don Rua e di don Cagliero, la "Società di San Francesco di Sales" che darà vita all'omonimo ordine dei Salesiani. I Salesiani danno ai giovani non solo pane e una casa, ma procurano loro istruzione professionale e religiosa, possibilità di inserirsi nella vita sociale e buoni contratti di lavoro.

Don Bosco diventa col tempo una figura di rilievo nazionale. Uomo di straordinaria intelligenza, tanto da essere spesso consultato da Papa Pio IX, era dotato di "poteri" quasi sovraumani e forse, per chi crede, di natura divina (ad esempio, ripeteva fedelmente intere pagine di libri dopo averle lette una sola volta), Don Giovanni Bosco rimase sempre altrettanto straordinariamente una persona umile e semplice.

Nel 1872, instancabile, fonda la Congregazione femminile delle figlie di Maria Ausiliatrice, detta delle Suore Salesiane.

Pochi anni dopo, è il 31 gennaio 1888 quando si spegne a Torino, circondato dal cordoglio di tutti quelli che lo avevano conosciuto, lasciando dietro di sé una scia luminosa di opere concrete e di realizzazioni.

Don Bosco venne dichiarato venerabile nel 1907, Beato nel 1929 e Santo nel giorno di Pasqua, 1 aprile 1934. Il 31 gennaio 1958 Pio XII, su proposta del Ministro del Lavoro in Italia, lo ha dichiarato "patrono degli apprendisti italiani".

https://biografieonline.it/biografia-don-bosco

Speciale: Menù della festa!...☺♥ …


Il demonio ha paura della gente allegra.” Don Bosco

 

Piatto unico:

 

Lasagne di Carnevale

Per 4 persone                                                                                    

 

Ingredienti:

 

Per la sfoglia: 500 gr di farina, 4 uova intere, sale

 

Per il ragù: 300 gr di polpa di vitello macinato, 2 braciole di maiale, 2 salcicciotti freschi di maiale, 2 cipolle, una confezione da litro di passata di pomodoro, ½ bicchiere di vino rosso, sale e pepe nero, olio evo.

 

Per il ripieno: 500 gr di scamorza fresca, 4 uova sode, 200 gr di pecorino fresco sardo, 250 gr di ricotta di pecora, 50 gr di burro, parmigiano e pecorino grattugiati 300 gr.

 

Per la polpettine: 500 gr di carne macinata di vitello, 1 uovo, 3 cucchiai pecorino grattugiato, 1 cucchiaio di prezzemolo tritato, 1 fetta di pancarrè bagnata nel latte,sale

 

Preparazione del ragù: In un tegame (se avete quello di terracotta meglio ancora!) fare soffriggere le cipolle tagliate a fettine sottile, aggiungere la carne macinata di vitello, le braciole e i due salsicciotti sbriciolati. Fare rosolare, sfumare con il vino rosso. Aggiungere il pomodoro, salare e pepare. Aggiungere un po’ d’acqua calda e far cuocere a fuoco dolce con coperchio per circa 30 minuti, mescolando ogni tanto.

 

Preparare le polpettine che devono essere un po’ più piccole di una noce, amalgmando gli ingredienti descritti. Farle friggere in olio evo, rosolandole da tutte le parti e tenerle in attesa in un piatto.

 

Preparare la sfoglia: In una capiente terrina mettere la farina a fontana, aggiungere nell’incavo le uova e un pizzico di sale. Amalgamare bene sino ad ottenere un impasto omogeneo. Fare riposare la pasta coperta da un canovaccio per 15 minuti. Metterla su di un piano da lavoro infarinato e con il mattarello stenderlamsino a 3 mm di spessore e ritagliare tanti grossi rettangoli di pasta tutti uguali (potete usare l’apposita macchina per la pasta). Cuocere questi rettangoli (lasagne) in abbondante acqua in ebolizione leggermente salata (aggiungere nell’acqua un filo d’olio onde evitare che la pasta si attacchi). Scolarla bene e posare le lasagne su di un canovaccio inumidito una accanto all’altra.

 

Comporre le lasagne: In una capiente teglia, versare nel fondo uno strato leggero di salsa e posarvi sopra uno strato di pasta, unendo uno strato di ragù, la scamorza e il pecorino fresco a fette e le uova dure tagliate a pezzi, una parte delle polpettine, tenendo presente che devono bastare per tutti gli strati. Su tutto una spolverata generosa di parmigiano e pecorino uniti assieme, proseguire ripetendo gli strati ed aggiungendo delle noccioline di burro, fino a finire gli ingredienti. Far cuocere in forno preriscaldato a 200° per circa 40 minuti, fin che si sia formata in superficie una bella crosticina dorata. Togliere dal forno e far riposare la preparazione per una decina di minuti. (le braciole serviranno per un altro piatto, accompagnate da favolose patatine fritte nello strutto di maiale!).

 

 

Melanzane con Verdure al forno

Per 4 persone

 

Ingredienti:

 

2 melanzane lunghe di media grandezza, 2 scalogni, 3 carote, 1 scatola di piselli al naturale in scatola, 2 cucchiai di polpa di pomodoro, 1 cucchiaio di curry, 150 gr di crema di latte, prezzemolo, 1 cucchiaio di zenzero fresco grattugiato, olio, sale.

 

Lavare le melanzane, tagliarle a metà per il lungo e incidere la polpa con dei tagli. Farle cuocere a vapore con la parte tagliata rivolta verso il basso per 15 minuti. Toglierle, appoggiarle su un piano di lavoro e lasciarle intiepidire. Prelevare la polpa interna di ciascuna melanzana, facendo attenzione a non rovinare il fondo e le pareti del “guscio”. Pulire le carote e gli scalogni. Tagliare a rondelle fini le carote e a fettine sottili gli scalogni. Tritare anche parte della polpa tolta alle melanzane. In una padella con 3 cucchiai d’olio caldo, unire lo zenzero e il curry, tostare per qualche secondo, sempre mescolando. Unire le verdure preparate, i piselli scolati dal liquido la polpa delle melanzane e la polpa di pomodoro. Salare e far cuocere a fiamma bassa per 5 minuti, sempre mescolando. Versare la crema di latte, alzare la fiamma e dopo 2 minuti spegnere. Riempire le mezze melanzane con le verdure. Appoggiarle in una pirofila, versandovi il fondo di cottura. Al momento di servirle, preriscaldare il forno a 180° e infornarle per 5 minuti circa. Toglierle dal forno e distribuirvi in superficie il prezzemolo rotto grossolanamente con le mani.

 


 

Tortelli dolci di Carnevale

Per 4 persone

 

Ingredienti:

 

300 gr di farina, 80 gr di burro, 5 uova, 70 gr di zucchero a velo, 1 cucchiaio di acqua di fiori d’arancio, olio, sale.

 

Portare a ebollizione 3 dl e mezzo di acqua con il burro ridotto a pezzetti e un pizzico di sale. Aggiungervi la farina e mescolare bene con la frusta onde evitare la formazione di grumi. Fare cuocere per 10 minuti, fino a quando il composto diventi sodo. Lasciarlo intiepidire, aggiungere l’acqua di fiori d’arancio. Separare gli albumi dai tuorli e amalgamare i tuorli, uno alla volta all’impasto. Montare a neve fermissima gli albumi assieme a un pizzico di sale e incorporarli al composto, mescolando con delicatezza dal basso verso l’alto con l’aiuto di un cucchiaio di legno. In una larga padella portare a bollore abbondante olio e immergervi l’impasto preparato a cucchiaiate, distanziandole bene tra di loro. Fare friggere i tortelli sino quando siano gonfiati e abbiano assunto un colore dorato. Farli scolare su carta assorbente da cucina e spolverizzarli, dopo averli messi su un piatto da portato, di zucchero a velo. Si possono servire in compagnia di crema chantilly, pasticciera o al cioccolato.

 

sabato 30 gennaio 2021

Lo Sapevate Che: Mahatma Gandhi, politico e filosofo di rilievo mondiale, nato a Porbandar, in India, e morto assassinato, a Nuova Delhi ne 1948. Nel mondo ha lasciato un segno tangibile e è conosciuto, soprattutto con il nome di Mahatma


Un genitore saggio lascia che i figli commettano errori.
E' bene che una volta ogni tanto si brucino le dita.” Mahatma Gandhi

 

La Grande Anima

Mohandas Karamchard Gandhi, detto il Mahatma (in sanscrito significa Grande Anima, soprannome datogli dal poeta indiano R. Tagore), è il fondatore della nonviolenza e il padre dell'indipendenza indiana.

Il nome Gandhi in lingua indiana significa 'droghiere': la sua famiglia dovette esercitare per un breve periodo un piccolo commercio di spezie.

Nato il 2 ottobre 1869 a Portbandar in India, dopo aver studiato nelle università di Ahmrdabad e Londra ed essersi laureato in giurisprudenza, esercita brevemente l'avvocatura a Bombay.

Di origini benestanti, nelle ultime generazioni la sua famiglia ricoprì alcune cariche importanti nelle corti del Kathiawar, tanto che il padre Mohandas Kaba Gandhi era stato primo ministro del principe Rajkot. I Gandhi tradizionalmente erano di religione Vaishnava; appartenevano cioè ad una setta Hindù con particolare devozione per Vishnù.

Nel 1893 si reca in Sud Africa con l'incarico di consulente legale per una ditta indiana: vi rimarrà per ventuno anni. Qui si scontra con una realtà terribile, in cui migliaia di immigrati indiani sono vittime della segregazione razziale. L'indignazione per le discriminazioni razziali subite dai suoi connazionali (e da lui stesso) da parte delle autorità britanniche, lo spingono alla lotta politica.

Il Mahatma si batte per il riconoscimento dei diritti dei suoi compatrioti e dal 1906 lancia, a livello di massa, il suo metodo di lotta basato sulla resistenza nonviolenta, denominato anche Satyagraha: una forma di non-collaborazione radicale con il governo britannico, concepita come mezzo di pressione di massa.

Gandhi giunge all'uguaglianza sociale e politica tramite le ribellioni pacifiche e le marce.

Alla fine il governo sudafricano attua importanti riforme a favore dei lavoratori indiani: eliminazione di parte delle vecchie leggi discriminatorie, riconoscimento ai nuovi immigrati della parità dei diritti e validità dei matrimoni religiosi.

Nel 1915 Gandhi torna in India dove circolano già da tempo fermenti di ribellione contro l'arroganza del dominio britannico, in particolare per la nuova legislazione agraria, che prevedeva il sequestro delle terre ai contadini in caso di scarso o mancato raccolto, e per la crisi dell'artigianato.

Diventa il leader del Partito del Congresso, partito che si batte per la liberazione dal colonialismo britannico.

Nel 1919 prende il via la prima grande campagna satyagraha di disobbedienza civile, che prevede il boicottaggio delle merci inglesi e il non-pagamento delle imposte. Il Mahatma subisce un processo ed è arrestato. Viene tenuto in carcere pochi mesi, ma una volta uscito riprende la sua battaglia con altri satyagraha. Nuovamente incarcerato e poi rilasciato, Gandhi partecipa alla Conferenza di Londra sul problema indiano, chiedendo l'indipendenza del suo paese.

Del 1930 è la terza campagna di resistenza. Organizza la marcia del sale: disobbedienza contro la tassa sul sale, la più iniqua perché colpiva soprattutto le classi povere. La campagna si allarga con il boicottaggio dei tessuti provenienti dall'estero. Gli inglesi arrestano Gandhi, sua moglie e altre 50.000 persone. Spesso incarcerato anche negli anni successivi, la "Grande Anima" risponde agli arresti con lunghissimi scioperi della fame (importante è quello che egli intraprende per richiamare l'attenzione sul problema della condizione degli intoccabili, la casta più bassa della società indiana).

All'inizio della Seconda Guerra Mondiale Gandhi decide di non sostenere l'Inghilterra se questa non garantirà all'India l'indipendenza. Il governo britannico reagisce con l'arresto di oltre 60.000 oppositori e dello stesso Mahatma, che è rilasciato dopo due anni.

Il 15 agosto 1947 l'India conquista l'indipendenza. Gandhi vive questo momento con dolore, pregando e digiunando. Il subcontinente indiano è diviso in due stati, India e Pakistan, la cui creazione sancisce la separazione fra indù e musulmani e culmina in una violenta guerra civile che costa, alla fine del 1947, quasi un milione di morti e sei milioni di profughi.

L'atteggiamento moderato di Gandhi sul problema della divisione del paese suscita l'odio di un fanatico indù che lo uccide il 30 gennaio 1948, durante un incontro di preghiera.

https://biografieonline.it/biografia-mahatma-gandhi

Lo Sapevate Che: Ferdinand Porsche, ingegnere e imprenditore, nato a Liberec e morto a Stoccarda nel 1951. Famoso per aver fondato la casa automobilistica Porsche, ancora oggi leader nell’auto motive, nascerà in seguito la casa automobilistica Volkswagen


Non riuscivo a trovare l'auto sportiva dei miei sogni, così l'ho costruita da solo.     Ferdinand Porsche

 

Un progetto vincente

Il geniale progettista e designer Ferdinand Porsche nasce in Boemia il 3 settembre 1875 nel villaggio di Maffersdorf, poi denominato Leberec quando venne nuovamente ceduto alla Cecoslovacchia. Figlio di un umile stagnaio, sviluppa subito un forte interesse verso le scienze ed in particolare verso lo studio dell'elettricità. In casa sua Fedinand comincia infatti a condurre rudimentali esperimenti con acidi e batterie di ogni tipo. Il suo acume arriva perfino a fargli costruire un marchingegno in grado di produrre elettricità, tanto che la sua famiglia diviene una delle prime a poter utilizzare questa fonte di energia in quello sperduto paese. Inoltre, già da bambino è un entusiasta, oltre che di tutti i ritrovati tecnici in generale, in particolare delle automobili, di cui alcuni esemplari cominciano all'epoca a circolare per le strade.

La sua inclinazione verso le materie di tipo scientifico lo porta a Vienna dove, nel 1898, dopo aver conseguito studi adeguati, riesce ad entrare nella fabbrica di automobili elettriche di Jakob Lohner. Questa è la prima tappa di una lunga e del tutto unica carriera nel settore automobilistico. Basti dire che alla fine della sua attività Porsche avrà all'attivo più di trecentottanta progetti industriali.

Attorno al 1902 viene chiamato a svolgere il servizio militare nelle Riserve imperiali, prestando servizio come autista per i più alti ufficiali dell'esercito austro-ungarico. Lavora persino come autista di Francesco Ferdinando il cui successivo assassinio scatena la Prima guerra mondiale. In seguito, si sposa con Louise, che gli da due figli. Uno di essi, Ferdinand jr. (molto importante, come si vedrà, per il futuro dei Porsche), viene soprannominato "Ferry".

Come pioniere del design automobilistico, comunque, Porsche guadagna in fretta una buona somma di denaro. Con i soldi compra una casa estiva sulle montagne austriache (chiamata, in onore della moglie, "Louisenhuette"), dove Porsche può guidare e sperimentare le macchine che costruisce. Allo stesso modo, patito com'è di tutto quanto abbia un motore, è solito sfrecciare sulla calme acque dei laghi montani con barche costruite sempre da sé. Inoltre, in seguito, il suo figlio prediletto "Ferry", all'età di soli dieci anni guida piccole macchine costruite dal padre.

Finita la prima guerra mondiale, con il paese in ginocchio e con il giogo economico derivato dallo sforzo della ricostruzione, solo pochi facoltosi possono permettersi un'automobile. A partire da questa constatazione prende il via uno dei progetti più ambiziosi di Ferdinand Porsche: costruire una macchina economica che tutti possano permettersi, un'utilitaria con basso prezzo d'acquisto e ridotti costi di gestione che, stando alle sue intenzioni, avrebbe motorizzato la Germania.

Porsche si era già creato un'ottima reputazione, avendo lavorato come direttore tecnico all'Austro-Daimler, alla Daimler tedesca (che più tardi sarebbe diventata la Mercedes), disegnando le Mercedes SS e SSK nonché macchine da corsa, per poi passare all'austriaca Steyr. Il continuo girovagare tra fabbriche diverse, che una volta lasciate portavano comunque a termine i progetti di cui lui aveva creato i presupposti, non poteva però soddisfare il suo mai sopito desiderio di autonomia.

Propone comunque, nel 1929, la sua idea al suo capo Daimler che, timoroso di avventurarsi in un'impresa del genere, rifiuta. Così Porsche decide di fondare uno studio privato di progettazione che porta il suo nome. Questo gli permette di stipulare contratti con le case costruttrici e di mantenere allo stesso tempo una certa indipendenza. Nel 1931, si mette a collaborare con Zündapp, un produttore di motociclette. Insieme costruiscono tre prototipi, che però presentano subito gravi problemi apparentemente irrisolvibili (dopo dieci minuti di funzionamento i motori puntualmente fondevano). Zündapp, a questo punto, sfiduciato, si ritira. L'inarrendevole Porsche, invece, va in cerca di un altro partner, che trova nella NSU, un'altra ditta costruttrice di motociclette. E' il 1932. Coniugati gli sforzi, insieme migliorano il motore e lo rendono molto più affidabile, anche se questo, dal punto di vista della riuscita sul mercato, non basta. Incombono ancora, infatti, pesanti problemi finanziari. Anche la NSU dunque abbandona, lasciando nuovamente l'intraprendente progettista da solo e alla ricerca di un nuovo partner che possa finanziare la realizzazione del suo sogno.

Intanto però qualcun altro insegue lo stesso progetto di Porsche. Qualcuno di molto più grande, di più solido e con maggiori risorse economiche: si tratta delle neonata "Wolks Vagen", nome che letteralmente significa "Macchina del popolo". Risale a quel tempo l'invenzione da parte di questa casa automobilistica del mitico "Maggiolino", seppur nella sua forma rudimentale. Questa vettura, poi, ha una sorte curiosa, che coincide con il percorso di Porsche. Infatti, mentre Porsche si arrabattava con i suoi progetti, si scatena la Seconda guerra mondiale. In questa epoca, quella che doveva essere "la macchina del popolo", il Maggiolino, si trasforma anch'essa in una vettura da combattimento. E proprio Ferdinand Porsche viene chiamato a modificare per i nuovi scopi il progetto.

In breve vengono approntate nuove versioni del Maggiolino, adatte per i più disparati impegni sui campi di battaglia. In seguito Porsche disegna anche carri armati alimentati dall'energia elettrica. Quando Stuttgart viene pesantemente bombardata nel 1944 dagli aeroplani degli Alleati, Porsche e la sua famiglia sono comunque già tornati alla loro casa estiva in Austria. Alla fine della guerra è però messo agli arresti domiciliari, anche se le autorità militari francesi in seguito invitano l'anziano e distinto progettista a tornare in Germania per discutere la possibilità di costruire una macchina "Wolksvagen" per la Francia.

E' il momento in cui entra in campo invece il giovane Porsche Jr., dal talento non inferiore a quello del padre. Liberato il padre dalla prigionia francese, Ferry Porsche, che era nato nel 1909 e da sempre aveva collaborato nei progetti paterni, riunisce nel paese austriaco di Gmünd i collaboratori più validi dello Studio Porsche per realizzare un coupè sportivo che porti il suo nome. Nasce così il progetto 356, una piccola vettura sportiva basata sulla meccanica del Maggiolino che trae spunto dalla Typ 60K10.

Sono di questi anni i successi sportivi con le celeberrime auto da corsa a 16 cilindri, con motore centrale e barre di torsione che lo Studio progetta per il gruppo Auto Union. Porsche aveva sempre dato importanza alle competizioni sportive, lui stesso aveva vinto nel 1909 la coppa "Prinz Heinrich" a bordo di un'Austro-Daimler, ed aveva capito che le gare oltre a valido test per materiali e soluzioni rappresentavano un ottimo mezzo pubblicitario.

Ferry Porsche prende in mano le redini del destino del nome paterno dopo aver lanciato, nel 1948, diverse fabbriche con l'aiuto appunto del padre, ormai settantacinquenne e che morirà qualche anno dopo, precisamente il 30 gennaio 1951 a causa di un infarto. Da quel momento in poi, il marchio Porsche diventa distintivo di macchine sportive altamente raffinate e dalla linea unica, di cui la punta di diamante è rappresentata dalle mitiche e forse inarrivabili 911 e Boxster. In seguito, Ferry progetta nel 1963 la Carrera 904 e qualche anno dopo la fortunatissima 911.

Lasciata la Porsche AG nel 1972, fonda la Porsche Design, dove, con un limitato numero di collaboratori si dedica alla progettazione di veicoli sperimentali e di vari oggetti, caratterizzati da un look aggressivo e high-tech sostanzialmente fedele ai criteri del funzionalismo, tutti destinati alla produzione di grande serie, di cui cura solo l'aspetto stilistico-formale senza entrare in merito all'ingegnerizzazione.

https://biografieonline.it/biografia-ferdinand-porsche

Lo Sapevate Che: Franklin Delano Roosevelt, protagonista della scena politica del Novecento e principale artefice dello sviluppo economico degli USA


È buonsenso prendere un metodo e provarlo. Se fallisce, ammettilo con franchezza e provane un altro. Ma soprattutto, prova qualcosa.” Franklin Delano Roosevelt

 

 

La forza del carattere

Franklin Delano Roosevelt nasce il 30 gennaio 1882 a Hide Park, da una famiglia protestante di antica origine olandese, emigrata nell'America del Nord nel XVII secolo. Il padre James è un classico gentleman della buona borghesia europea.

In questo clima di solido benessere, Franklin trascorre i primi anni della sua vita compiendo viaggi in Europa e ricevendo un'aristocratica quanto puntigliosa educazione dalla madre e dai tutori di Hide Park. Adolescente, i genitori lo iscrivono alla scuola più prestigiosa d'America, quella di Groton, nel Massachussets; si tratta di un istituto retto in modo rigido e che impartisce un insegnamento severo e rigoroso. L'esperienza di Groton, con la sua ferrea disciplina, costituisce per Franklin una scuola anche di carattere, cosa che contribuisce a farlo crescere in modo temprato e a donargli un carattere risoluto.

Nel 1900, forte di questa esperienza, si iscrive ad Harvard dove si laurea in appena tre anni.

Né gli studi né la successiva professione di avvocato però riescono a soddisfarlo in pieno, sempre più attratto in realtà dalla vita politica. La passione per l'agone politico lo porta allora a candidarsi con i Democratici al senato. Divenuto presidente del Comitato per le foreste, la caccia e la pesca, si batte con grande energia per la salvaguardia e il rispetto delle risorse naturali del Paese.

L'anno seguente diviene Sottosegretario alla marina, incarico che manterrà per diversi anni. Dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, Roosevelt conclude questo primo periodo della sua vita politica ritirandosi a vita privata (non senza avere avuto la soddisfazione di vedersi proposto alla vicepresidenza degli Stati Uniti).

Nel 1921 si ammala gravemente di poliomelite, perdendo completamente l'uso delle gambe; da allora in poi è costretto a servirsi di un busto di acciaio e a camminare con le stampelle. Tutti pensano che l'infermità rappresenti un ostacolo insormontabile al prosieguo di ogni altra attività ma, con grande forza d'animo, reagisce e trova la forza di tornare ad occuparsi di affari e di politica.

Nel 1928 la Convenzione Democratica lo nomina candidato alla carica di governatore dello Stato di New York, traguardo che raggiunge con successo. Si getta quindi con entusiasmo nella campagna elettorale per la presidenza degli Stati Uniti d'America, coadiuvato da un formidabile "trust di cervelli", sebbene ciò gli costi una considerevole fatica fisica. Alle elezioni risulta vincitore anche se con una maggioranza ristretta.

Nei primi cento giorni del suo mandato, Franklin Delano Roosevelt propone un programma radicale per rimettere in sesto l'agricoltura, sostenere i disoccupati e coloro che rischiano di perdere case e fattorie; il piano comprende anche delle riforme, che trovano una prima attuazione nella costituzione della Tennessee Valley Authority. Nel 1935 il paese è ormai in ripresa, ma la classe industriale e le banche non appoggiano il programma di Roosevelt, il cosiddetto New Deal. Temono gli effetti dei suoi "esperimenti" (maggiori tasse sulla ricchezza, nuovi controlli sulle banche e sulle funzioni pubbliche e un enorme programma di lavoro per i disoccupati).

E' un periodo caratterizzato da una quantità di contraddizioni (tanto da generare discordanze anche fra gli storici più recenti), tuttavia il New Deal segnerà indubbiamente l'inizio di un periodo di riforme economiche e sociali che solleveranno ad un livello mai raggiunto prima le forze progressiste e democratiche degli Stati Uniti. Non a caso Roosevelt sarà l'unico presidente ad essere eletto per quattro volte consecutive.

Intanto si affacciano alle porte i drammatici avvenimenti che segneranno la Seconda Guerra Mondiale. Il 7 dicembre 1941, in seguito all'attacco di Pearl Harbor (che rappresentò per l'America un vero e proprio choc), dichiara guerra al Giappone entrando nel conflitto mondiale a fianco di Gran Bretagna e Russia.

Nel febbraio 1945 partecipa assieme a Winston Churchill e Stalin alla conferenza di Yalta, evento che influenzerà le sorti di tutto il mondo post-bellico.

Franklin Delano Roosevelt muore il 12 aprile 1945, durante i primi mesi del suo quarto mandato, stroncato da un'emorragia cerebrale.

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