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domenica 31 ottobre 2021

Speciale: Menù di Halloween del 31 di Ottobre e buon pranzo a tutti!

  

Non ho mai rincorso le donne degli altri perché non riesco a entrare negli armadi quando i mariti tornano all'improvviso. Bud Spencer

 

 

Piccoli Muffin di Zucca

Per 40 muffin

 

Ingredienti:

 

250 gr di farina, 15 gr di lievito per dolci in polvere, 120 gr di pancetta affumicata, 250 gr di polpa di zucca, 1 uovo, 1,8 dl di latte, 1 vasetto di yogurt intero, 3 pizzichi di curry, 2 pizzichi di paprica dolce, 1 pizzico di zenzero in polvere, 1 pizzico di chiodi di garofano in polvere, timo secco, 150 gr di burro, sale.

 

Pulire dalla scorza la zucca, tagliarla a pezzi e cuocerla a vapore per 20 minuti, fin che diventi tenera. Frullarla a purea. Tritare la pancetta. Fare fondere a fuoco dolcissimo 130 gr di burro. In una grande ciotola mettere la farina e mescolarla al lievito, 2 pizzichi di sale, tutte le spezie e un cucchiaino di timo secco. In un’altra ciotola mettere l’uovo e sbatterlo, unire il burro fuso, lo yogurt, il latte, la purea di zucca e alla fine la pancetta tritata. Versare questo secondo composto al centro della farina e amalgamare velocemente gli ingredienti. Imburrare 40 stampini molto piccoli (grandi come una piccola bignola) e riempirli con il composto. Appoggiarli sulla placca del forno foderata con carta da forno e cuocerli in forno preriscaldato a 180° per 30 minuti. Sfornarli e attendere qualche minuto prima di toglierli dagli stampi. Servirli tiepidi.

 

 

 

 

Piatto caratteristico Irlandese per Halloween: Colcannon

per 4 persone

 

Ingredienti:

1 kg di patate, 3 cipollotti puliti, 200 gr di latte intero, verza gr. 340 (pulita), olio evo, pepe nero, burro 60 gr, sale.

Pulire le patate, ridurle a tocchetti di 3 cm. Metterle a bollire in una casseruola con abbondante acqua. Farle lessare per 10 minuti e poi scolatele. Eliminate dal cavolo le foglie più scure e dure e tagliate la base. Ridurre a julienne le foglie (lavate preventivamente) sino ad ottenere 340 gr di cavolo.

Pulire i cipollotti e sminuzzarli. Versare 4 cucchiai d’olio evo in un tegame e quando è caldo versate la verza e lasciatela scottare per 10 minuti, quindi unite i cipollotti e lasciate cuocere dolcemente per 5 minuti.

Mescolate e unite le patate bollenti, schiacciandole direttamente nel tegame con i rebbi di una forchetta. Salare e pepare. Cuocete per pochi minuti a fuoco basso.

Sistemate la preparazione in un piatto da portata, formandola a fontana e nel centro unire subito i 60 gr di burro che scioglierà nella preparazione fumante. Servire accompagnando a piacere, con crostoni di pane.

 

 

 

       

Flan di Zucca e Patate con Salsiccia

Per 4 persone

 

Ingredienti:

 

800 gr di patate a pasta gialla, 300 gr di zucca già pulita, 100 gr di panna fresca, 60 gr di emmenthal, 2 uova, 2 cucchiai di farina, salvia, 250 gr di salsiccia, 1 cucchiaio di semi di finocchio, noce moscata, burro, sale pepe

 

Pelare mezzo kg di patate e tagliarle a tocchetti. Ridurre a tocchetti anche la zucca e fare cuocere il tutto a vapore per 30 minuti. Passare dallo schiacciapatate facendo cadere la purea in una terrina. Unire alla purea 25 gr di burro, la farina, l’emmenthal grattugiato, la panna, le uova battute, una grattata di noce moscata, un pizzico di sale e pepe.

Foderare una pirofila rotonda con carta da forno lavata strizzata e ben imburrata. Rivestire le pareti con le patate rimaste (lasciarne delle fettine da posare sulla superficie della torta), sbucciate e tagliate a fettine sottilissime.

Versare nella pirofila il composto preparato e ricoprirlo con le patate residue. Condire in superficie con 40 gr di burro fuso aromatizzato con qualche foglia di salvia. Mettere in forno preriscaldato a 180° per 30 minuti. Poi alzare la temperatura a 200° e tenere il flan ancora in forno per 15 minuti.

Nel mentre spellare e sbriciolare la salsiccia. Farla rosolare in un tegame con 10 gr di burro e i semi di finocchio. Sfornare il flan e servirlo a fette, accompagnandolo con la salsiccia ben calda cosparsa sopra.

 

 

 

Irish Coffee  

Per 6 persone

 

Ingredienti:

 

6 cucchiai di zucchero di canna, 8 cucchiai di whisky irlandese, un caffè per 6 persone, preparato con la moka, panna fresca da montare 200 gr, gr 150 di cioccolato fondente.

 

Montare leggermente la panna e metterla in frigorifero. Preparate il caffè con la moka. Quindi scaldate 4 bicchieri da Irish, asciugateli, mettete sul fondo di ognuno 2 cucchiai di zucchero e 2 cucchiai di whisky. Mescolate un poco poi versate il caffè bollente, senza riempire il bicchiere. (lasciare liberi circa 2 cm di bicchiere). Girare bene per far sciogliere lo zucchero. Mettete delicatamente in ogni bicchiere 2 cucchiai di panna montata e delle scorzette di cioccolato.

 

Lo Sapevate Che: Federico Fellini: Nell'olimpo dei migliori registi di sempre, al punto che l'aggettivo felliniano ovunque rievoca scene immortali che hanno fatto la storia della settima arte.


L'unico vero realista è il visionario.

 

Federico Fellini

Rimini, o cara

Federico Fellini nasce a Rimini il 20 gennaio 1920 da famiglia piccolo-borghese. Il padre proviene da Gambettola e fa il rappresentante di commercio di generi alimentari, mentre la madre è una semplice casalinga. Il giovane Federico frequenta il liceo classico della città ma lo studio non fa molto per lui. Comincia allora a procurarsi i primi piccoli guadagni come caricaturista: il gestore del cinema Fulgor, infatti, gli commissiona ritratti di attori celebri da esporre come richiamo. Nell'estate del 1937 Fellini fonda, in società con il pittore Demos Bonini, la bottega "Febo", dove i due eseguono caricature di villeggianti.

Durante il 1938 sviluppa una sorta di collaborazione epistolare con giornali e riviste, come disegnatore di vignette: la "Domenica del Corriere" gliene pubblica una dozzina nella rubrica "Cartoline dal pubblico", mentre con il settimanale fiorentino "420" il rapporto diventa più professionale e prosegue fino ad accavallarsi con il primo periodo del "Marc'Aurelio". In questi anni Federico Fellini vive già stabilmente a Roma, dove si è trasferito nel gennaio 1939, con la scusa di iscriversi a giurisprudenza. Fin dai primi tempi, frequenta il mondo dell'avanspettacolo e della radio, dove conosce, fra gli altri, Aldo Fabrizi, Erminio Macario e Marcello Marchesi, e comincia a scrivere copioni e gag. Alla radio incontra, nel 1943, anche Giulietta Masina che sta interpretando il personaggio di Pallina, ideato dallo stesso Fellini. Nell'ottobre di quell'anno i due si sposano. Per il cinema ha già iniziato a lavorare fin dal 1939, come "gagman" (oltre a scrive battute per alcuni film girati da Macario).

Negli anni della guerra collabora alle sceneggiature di una serie di titoli di buona qualità, fra i quali "Avanti c'è posto" e "Campo de' fiori" di Mario Bonnard e "Chi l'ha visto?" di Goffredo Alessandrini, mentre subito dopo è fra i protagonisti del neorealismo, sceneggiando alcune delle opere più importanti di quella scuola cinematografica: con Rossellini, ad esempio, scrive i capolavori "Roma città aperta" e "Paisà", con Germi "In nome della legge", "Il cammino della speranza" e "La città si difende"; con Lattuada "Il delitto di Giovanni Episcopo", "Senza pietà" e "Il mulino del Po". E sempre in collaborazione con Lattuada esordisce alla regia all'inizio degli anni cinquanta: "Luci del varietà" (1951), rivela già l'ispirazione autobiografica e l'interesse per certi ambienti come quello dell'avanspettacolo.

L'anno successivo Fellini dirige il suo primo film da solo, "Lo sceicco bianco". Con "I vitelloni", invece, (siamo nel 1953), il suo nome varca i confini nazionali e viene conosciuto all'estero. In questa pellicola, il regista ricorre per la prima volta ai ricordi, all'adolescenza riminese e ai suoi personaggi stravaganti e patetici. L'anno dopo con "La strada" conquista l'Oscar ed è la consacrazione internazionale. Il secondo Oscar, invece, arriva nel 1957 con "Le notti di Cabiria". Come in "La strada", la protagonista è Giulietta Masina, che ha avuto via via ruoli di diversa importanza in tutti i primi film del marito. Qui veste i panni della Cabiria del titolo, una prostituta ingenua e generosa, che paga con atroci delusioni la fiducia che ripone nel prossimo.

Con "La dolce vita" (1959), Palma d'oro a Cannes e spartiacque della produzione felliniana, si acuisce l'interesse per un cinema non legato alle tradizionali strutture narrative. Alla sua uscita il film suscita scandalo, soprattutto negli ambienti vicini al Vaticano: gli si rimprovera, assieme ad una certa disinvoltura nel presentare situazioni erotiche, di raccontare senza reticenze la caduta dei valori della società contemporanea.

Nel 1963 esce "8½", forse il momento più alto dell'arte felliniana. Vincitore dell'Oscar per il miglior film straniero e per i costumi (Piero Gherardi), è la storia di un regista che racconta, in modo sincero e sentito, le sue crisi di uomo e di autore. L'universo onirico introdotto in "8½" ritorna in forma esplicita in tutti i film fino alla fine degli anni sessanta: in "Giulietta degli spiriti" (1965), ad esempio, è tradotto al femminile e tenta di far da riferimento alle ossessioni e ai desideri di una donna tradita.

Con il successivo "Toby Dammit", episodio di "Tre passi nel delirio" (1968), trasfigura una novella di Edgar Allan Poe, "Non scommettere la testa con il diavolo", asservendola ad un ulteriore approfondimento sulle angosce e sulle oppressioni dell'esistenza contemporanea. In "Fellini-Satyricon" (1969), invece, l'impianto onirico è trasferito alla Roma imperiale del periodo della decadenza. È una metafora del presente, in cui spesso prevale il piacere goliardico della beffa accompagnato da un interesse per le nuove idee dei giovani contemporanei.

Conclusi con lo special televisivo Block-notes di un regista gli anni sessanta, il decennio successivo si apre con una serie di film in cui il passato riminese torna alla ribalta con sempre maggior forza. "Amarcord" (1973), in particolare, segna il ritorno alla Rimini dell'adolescenza, degli anni del liceo (gli anni trenta). I protagonisti sono la città stessa con i suoi personaggi grotteschi. La critica e il pubblico lo acclamano con il quarto Oscar.

A questo film gioioso e visionario si susseguono "Il Casanova" (1976), "Prova d'orchestra" (1979), "La città delle donne" (1980) "E la nave va" e "Ginger e Fred" (1985). L'ultimo film è "La voce della Luna" (1990), tratto da "Il poema dei lunatici" di Ermanno Cavazzoni. Federico Fellini torna in questo modo con i suoi pazzi nella campagna per ascoltare le sue voci, i suoi bisbigli, lontano dal clamore della città. Il film rispecchia in pieno questi dati: da un lato, abbiamo allora la sgradevolezza delle immagini dei baracconi che quotidianamente vengono montati e smontati, dall'altro il calore e la poesia delle sequenze del cimitero, dei pozzi, della pioggia, della campagna di notte. Nella primavera del 1993, qualche mese prima di morire, Fellini riceve il suo quinto Oscar, alla carriera. Federico Fellini si spegne a Roma per un infarto il 31 ottobre 1993 all'età di 73 anni.

https://biografieonline.it/biografia-federico-fellini

 

Lo Sapevate Che: Harry Houdini: Nessuna catena, camicia di forza o baule ha saputo resistere a colui che è passato alla storia come il più grande illusionista ed escapologo della storia.


Il fuoco è sempre stato e, ragionevolmente, rimarrà sempre, il più terribile degli elementi.”  Harry Houdini

 

 Spiriti e catene

Ehrich Weisz - questo è il primo nome di Harry Houdini, uno dei più grandi illusionisti di sempre - nasce il 24 marzo 1874 a Budapest (Ungheria).

Tra i molti prestigiatori che si sarebbero interessati allo spiritismo e avrebbero contribuito a svelarne i trucchi, il più famoso è senza dubbio lui, Houdini, il cui nome è sinonimo di magìa.

All'età di quattro anni si trasferisce con la famiglia negli Stati Uniti: in tale occasione la scrittura dei nomi viene modificata per essere resa più semplice ad una lettura "anglosassone", così il nome del piccolo Ehrich Weisz diventa Erik Weiss. La famiglia si stabilisce pprima ad Appleton, nel Wisconsin, dove il padre Mayer Samuel Weiss presta servizio nella locale congregazione ebraica riformata in qualità di rabbino. Poi nel 1887 Mayer si trasferisce a New York solo con il piccolo Erik; qui vivono in una pensione sulla 79ma strada, fino a quando la famiglia non sarà in grado di riunirsi in un alloggio definitivo.

Erik diviene un illusionista professionista nel 1891: sceglie il nome d'arte di Harry Houdini, come tributo al mago francese Jean Eugène Robert-Houdin. Due anni più tardi riesce nell'intento di far diventare Harry Houdini il proprio nome legale.

Nel 1893 conosce Wilhelmina Beatrice Rahner (in arte Bess), illusionista di cui Houdini si innamora. Dopo un corteggiamento durato tre settimane la sposa: Bess sarà la sua personale assistente di scena per tutto il resto della carriera.

Houdini inizialmente studia i giochi di carte e le arti illusionistiche tradizionali, autoproclamandosi "re delle carte". La grande occasione arriva nel 1899 quando incontra lo showman Martin Beck. Beck rimane impressionato da un numero in cui Houdini si libera da un paio di manette, tanto che gli consiglia di concentrarsi sullo studio di quella tipologia di numeri, inserendo i suoi spettacoli in un circuito di spettacoli di varietà. Nel giro di pochi mesi Houdini si esibisce nei teatri più rinomati degli Stati Uniti e nel 1900 viene chiamato ad esibirsi in Europa.

Dopo quattro anni torna negli Stati Uniti. E il suo nome è già leggenda.

Si esibisce fino agli anni '20 in tutti gli Stati Uniti, mostrando la sua straordinaria abilità nel liberarsi di manette, catene, corde e camicie di forza, spesso penzolando da una corda, o immerso nell'acqua, o sotto gli occhi del pubblico.

Il suo numero più famoso è forse la "cella della tortura cinese dell'acqua", presentato a partire dal 1913, un numero in cui Houdini rimane sospeso a testa in giù, in una cassa di vetro e acciaio, piena d'acqua e chiusa a chiave.

Sempre negli anni '20 pubblica alcuni libri in cui svela i suoi trucchi: molti lucchetti e molte manette - spiega - possono venire aperti solo applicando ad essi una forza sufficiente in un modo piuttosto particolare, altri invece possono venire aperti con l'aiuto delle stringhe delle scarpe. Altre volte Houdini usava chiavi o bastoncini opportunamente nascosti. Era in grado di fuggire da un barile per il latte riempito d'acqua il cui tappo era legato ad un collare da lui indossato, perché il collare poteva essere staccato dall'interno. Quando era legato da corde o da una camicia di forza, riusciva a crearsi uno spazio per muoversi dapprima allargando spalle e torace, poi allontanando appena le braccia dal corpo e quindi disarticolando le spalle.

Il suo numero della camicia di forza inizialmente veniva eseguito dietro un sipario, da cui il mago balzava fuori nuovamente libero; poi Houdini avrebbe realizzato che senza il sipario il pubblico sarebbe rimasto più affascinato dalla sua personale lotta per liberarsi.

Benché non fosse facile, l'intero spettacolo di Houdini - compresi i numeri di evasione - veniva eseguito anche dal fratello Theo Weiss, in arte Hardeen. La grande differenza tra i due era nel numero della camicia di forza: Houdini disarticolava entrambe le sue spalle per uscirne, Hardeen era in grado di disarticolarne una sola.

Dopo la morte della madre cui era molto legato, negli anni '20 si interessa allo spiritismo, rivolgendosi a vari medium per cercare di mettersi in contatto con lei. Dopo aver presto scoperto che chi avrebbe dovuto aiutarlo in realtà cercava di imbrogliarlo, Houdini ingaggiò una vera e propria crociata furente contro lo spiritismo, tanto che dopo pochi anni, contribuirà in modo decisivo al declino e al discredito del movimento.

Houdini era solito recarsi nelle città in cui doveva tenere qualche spettacolo con uno o due di giorni di anticipo; indossando un travestimento faceva visita ai medium più famosi della città e chiedeva di contattare famigliari mai esistiti. Appena i medium cominciavano a raccontare dettagli su questi parenti immaginari Houdini li registrava come ciarlatani. Poi, la sera dello spettacolo, Houdini rivelava le sue visite ai medium della città e raccontava per filo e per segno gli imbrogli di cui era stato vittima.

Houdini entrerà a far parte anche del comitato di indagine sui fenomeni paranormali dello "Scientific American" (una delle più antiche e prestigiose riviste di divulgazione scientifica), posizione che gli darà modo di esaminare molti medium (tra cui Nino Pecoraro, Margery e George Valiantine): diversi saranno i sotterfugi che scoprirà, usati per simulare fenomeni spiritici.

Per qualche anno Houdini intreccia un'amicizia con lo scozzese Arthur Conan Doyle; la moglie di quest'ultimo inizia a sostenere di aver ricevuto un messaggio dalla madre di Houdini: il messaggio sarebbe stato in lingua inglese, mentre la madre si esprimeva solo in ungherese; c'erano dei riferimenti al cattolicesimo, mentre lei era ebrea; infine il messaggio non conteneva particolari che solo il figlio poteva conoscere. Dopo questo episodio l'amicizia tra i due si raffredda fino a terminare. Conan Doyle rimane profondamente offeso ma Houdini di lui scriverà: "è un brav'uomo, molto brillante ma è maniacale quando si parla di spiritismo. Non essendo iniziato al mondo del mistero, non essendogli mai stati insegnati gli artifici della prestidigitazione, guadagnare la sua fiducia e ingannarlo era la cosa più semplice del mondo per chiunque".

In seguito alla rottura dell'appendice, Harry Houdini muore di peritonite all'età di 52 anni, il 31 ottobre 1926, nella notte di Halloween.

Due settimane prima aveva subito un grave colpo all'addome, causato da uno studente di boxe della McGill University a Montreal. Questi lo andò a trovare nel suo camerino per mettere alla prova i suoi leggendari addominali; Houdini normalmente permetteva questo tipo di approccio, ma quella volta venne colto di sorpresa dal pugno del ragazzo e non ebbe il tempo di preparasi a ricevere il colpo.

Sarebbe poi venuto alla luce che non fu solo il colpo a provocare la morte dell'illusionista.

Dopo i funerali (tenutisi il 4 novembre a New York) a cui partecipano oltre duemila persone, la salma di Houdini viene sepolta accanto a quella dell'adorata madre, al Machpelah Cemetery nel quartiere Queens: il simbolo della Society of American Magicians è scolpito nella pietra.

Houdini scompare lasciando una personale lancia a favore degli oppositori dello spiritismo: poco prima di morire fa un patto con la moglie Bess dicendole che se fosse stato possibile l'avrebbe contattata dall'aldilà utilizzando un messaggio in codice convenuto tra loro due soli. Ogni notte di Halloween, per i successivi dieci anni, Bess avrebbe tenuto una seduta spiritica per verificare tale patto. Dopo l'ennesima fallimentare seduta, sul tetto del Knickerbocker Hotel di Los Angeles, nel 1936, Bess spegne la candela che aveva arso accanto alla fotografia di Houdini sin dal momento della sua morte.

Da allora sono numerosi i medium che hanno affermato di aver ricevuto messaggi da Houdini: nessuno ad ha tuttavia fornito la minima prova che ciò sia vero. Il giorno dell'anniversario della morte, ogni anno, la Society of American Magicians tiene una cerimonia in memoria di Harry Houdini che comprende una seduta spiritica per cercare di evocare il suo spirito.

https://biografieonline.it/biografia-harry-houdini

Lo Sapevate Che: Bud Spencer: È stato il gigante buono più amato dal pubblico di tutte le età ed insieme con l'amico Terence Hill ha formato una coppia leggendaria nella storia del cinema.


Non ho mai rincorso le donne degli altri perché non riesco a entrare negli armadi quando i mariti tornano all'improvviso.” Bud Spencer

 

 

Gigante buono

Bud Spencer (il cui vero nome è Carlo Pedersoli), nasce a Napoli il 31 ottobre 1929. La famiglia è discretamente benestante: il padre è un uomo d'affari che, malgrado i numerosi tentativi, non riesce ad acquisire una vera ricchezza a causa soprattutto delle due guerre mondiali affrontate e che hanno influito non poco sull'andamento dei suoi affari. Bud Spencer ha anche una sorella, Vera, anch'essa nata a Napoli.

Nel 1935 il piccolo Bud frequenta le scuole elementari nella sua città, con buoni risultati, poi, appassionato di sport, solo pochi anni dopo diventa membro di un club locale di nuoto, vincendo fin da subito alcuni premi. Nel 1940 la famiglia Pedersoli lascia Napoli per affari e si sposta a Roma. Il padre ricomincia da zero. Carlo inizia le scuole superiori ed entra contemporaneamente in un club di nuoto romano. Completa gli studi con il massimo dei voti.

Non ancora diciassettenne passa un difficile esame all'Università di Roma e comincia a studiare Chimica. Nel 1947, però, i Pedersoli per ragioni di lavoro si spostano in Sud America e Carlo è costretto a lasciare l'Università. A Rio lavora ad una catena di montaggio, a Buenos Aires come bibliotecario, e infine come segretario all'ambasciata italiana in Uruguay.

Un club di nuoto italiano lo reclama a gran voce e il futuro Bud Spencer torna in Italia, diventando campione italiano di nuoto a rana. In quegli anni (tra la fine degli anni '40 e l'inizio dei '50) vince il campionato nei cento metri stile libero, ed è il primo italiano ad abbattere la soglia del minuto. Deterrà il titolo fino alla fine della carriera.

Carlo Pedersoli non dimentica però gli studi e si iscrive nuovamente all'Università, questa volta in Giurisprudenza. Contemporaneamente ha fortunosamente la possibilità di entrare a far parte del magico mondo del cinema, grazie al suo fisico possente e scultoreo. Ha così modo di recitare per la prima volta in un film di produzione hollywoodiana, il celebre "Quo Vadis" (nel ruolo di una Guardia Imperiale).

Intanto, nel 1952 partecipa anche alle Olimpiadi di Helsinki come membro del team italiano (anche nella squadra di pallanuoto), che diviene campione europeo. Dopo le Olimpiadi, con altri promettenti atleti viene invitato alla Yale University. Passa alcuni mesi negli Stati Uniti e poi, quattro anni dopo, eccolo alle Olimpiadi di Melbourne dove raggiunge un rispettabile undicesimo posto.

Dotato di una volontà di ferro, malgrado tutti questi numerosi impegni riesce a laurearsi finalmente in Legge. Da un giorno all'altro decide però di cambiare vita, quella routine gli sta stretta: in primis, comincia a non sopportare più i massacranti e monotoni allenamenti in piscina. Raggiunge quindi il Sud America, forse perché a quelle terre si sentiva particolarmente legato.

Rivoluzionando davvero tutto il suo mondo e le sue priorità, lavora per nove mesi per una impresa americana intenta in quel periodo a costruire una strada che legasse Panama a Buenos Aires (la strada diventata poi famosa come la "Panamericana"). Dopo questa esperienza trova un altro lavoro per una ditta automobilistica a Caracas, fino al 1960.

Agli inizi degli anni '60, il futuro attore, ritorna a Roma. Qui sposa Maria Amato, di sei anni più giovane, conosciuta quindici anni prima. Nonostante il padre di Maria sia uno dei più affermati produttori cinematografici italiani, Bud inizialmente non è interessato al cinema. Firma invece un contratto con la casa musicale RCA, e compone canzoni popolari per cantanti italiani. Scrive anche qualche colonna sonora. L'anno dopo nasce Giuseppe, il primo figlio, mentre nel 1962 arriva la figlia Christiana. Due anni più tardi scade il contratto con la RCA e muore il suocero. Carlo è spinto a buttarsi negli affari, producendo documentari per la RAI italiana.

Nel 1967 Giuseppe Colizzi, un vecchio amico, gli offre un ruolo in un film. Dopo qualche esitazione, accetta. Il suo partner di lavoro sul set è uno sconosciuto Mario Girotti, in procinto di diventare per il mondo il ben noto Terence Hill, scelto per sostituire Peter Martell (Pietro Martellanza) vittima di un incidente a cavallo durante alcune riprese. Il film è "Dio perdona... io no!", la prima pellicola di quella che diverrà la coppia più spassosa e divertente per questo nuovo genere western.

Le due star, però, nelle presentazioni in locandina cambiano i nomi, considerati troppo italiani per la provinciale Italia di allora. Per fare colpo, per rendere più credibili film e personaggi ci vuole un nome straniero ed ecco allora che Carlo Pedersoli e Mario Girotti diventano Bud Spencer e Terence Hill. Il cognome è scelto dallo stesso Carlo, che da sempre è un fan sfegatato di Spencer Tracy. "Bud", invece, che in inglese significa "bocciolo", è scelto per puro gusto goliardico, ma si intona perfettamente alla sua corpulenta figura.

Nel 1970 la coppia gira "Lo chiamavano Trinità", con la regia di E.B. Clucher (Enzo Barboni), un vero e proprio "cult" che non solo ebbe un enorme un successo in tutta Italia, ma che tutt'ora viene annualmente replicato sulle televisioni nazionali, sempre con ottimi indici di ascolto, a testimonianza dell'amore e del gradimento che il pubblico manifesta per i due.

A detta degli storici del cinema, inoltre, questo divertente western (a dispetto del titolo, si tratta di una spassosa commedia ambientata nel west che prende un po' in giro gli stereotipi del genere), segna la fine dei brutali "Spaghetti-western" precedenti. L'anno successivo la consacrazione assoluta arriva anche con il seguito del film; "...Continuavano a chiamarlo Trinità", sempre con la regia di E.B. Clucher, che sbanca i botteghini del cinema europeo. Ormai Bud Spencer a Terence Hill sono delle vere e proprie star internazionali.

Finita l'ondata western c'è il pericolo che la coppia non sfondi in altri generi cinematografici, ma presto questa ipotesi viene smentita e, tra il 1972 e il 1974, con "Più forte ragazzi", "Altrimenti ci arrabbiamo" e "Porgi l'altra guancia" di nuovo sono ai primi posti dei film visti nelle sale cinematografiche italiane. Nel 1972 nasce Diamante, la seconda figlia di Bud. L'anno dopo gira il primo film della serie "Piedone lo sbirro", creato a partire da una sua stessa idea (Bud Spencer collaborerà alla stesura di tutti gli episodi seguenti).

Fra le varie passioni dell'attore c'è anche il volo (nel 1975 ottiene una licenza di pilota per l'Italia, la Svizzera e gli Stati Uniti), ma c'è anche la mai dimenticata canzone. Nel 1977 scrive per il suo film "Lo chiamavano Bulldozer" alcune canzoni (una di queste viene cantata da lui stesso). A sei anni di distanza dal successo dei due Trinità, Bud e Terence ritornano a essere diretti da E.B. Clucher nel film "I due superpiedi quasi piatti", riscuotendo un buon successo di pubblico, mentre negli anni seguenti girano altri due film insieme: "Pari e Dispari" e il mitico "Io sto con gli Ippopotami" del compianto Italo Zingarelli.

Dopo vari progetti andati a vuoto per far riunire la coppia, Bud Spencer e Terence Hill si ritrovano sul set diretti dallo stesso Terence Hill per un altro western: "Botte di Natale", che non riesce a rinverdire i vecchi fasti. Nel 1979 Bud Spencer ottiene il premio Jupiter come star più popolare in Germania, mentre nel 1980, a circa dieci anni di distanza dall'ultimo film western, torna al vecchio genere con il film "Buddy goes West".

Una delle sue ultime pregevolissime interpretazioni risale al 2003, nel film "Cantando dietro i paraventi" di Ermanno Olmi. Appare poi in "Pane e olio", per la regia di Giampaolo Sodano nel 2008 e "Tesoro, sono un killer", per la regia di Sebastian Niemann, nel 2009.

Nel 2010 pubblica la sua biografia ufficiale, intitolata "Altrimenti mi arrabbio: la mia vita", scritta assieme a Lorenzo De Luca, scrittore e sceneggiatore. Nel 2014 esce il suo terzo libro, intitolato "Mangio ergo sum", in cui Bud mescola filosofia e gastronomia: scritto a quattro mani ancora con De Luca, contiene anche una prefazione del suo amico Luciano De Crescenzo.

Bud Spencer - Carlo Pedersoli - muore all'età di 86 anni il 27 giugno 2016.

https://biografieonline.it/biografia-bud-spencer

Lo Sapevate Che: Sean Connery: Nato ad Edimburgo, in Scozia, è stato uno dei più celebri e affascinanti attori di Hollywood, attivo anche come regista.

 

Forse non sono un buon attore, ma qualsiasi altra cosa avessi fatto, sarei stato peggio.      Sean Connery

 

 

Fascino inconsumabile

Thomas Sean Connery nasce a Edimburgo (Scozia) il 25 agosto 1930. Per molti estimatori, e soprattutto per molte ammiratrici anche di diverse generazioni, è stato l'attore "affascinante" per antonomasia. L'eleganza, la classe, lo charme che lo contraddistinguevano sono dati identificativi del suo personaggio, che forse anche solo grazie alle sue interpretazioni di James Bond, è diventato leggenda.

Figlio di un camionista e di una cameriera, ad undici anni inizia a frequentare lezioni di danza. Cinque anni più tardi lascia la scuola e si arruola in marina. Sono di quell'epoca i due particolari tatuaggi sul suo braccio destro, che riportano: "Scozia per sempre" e "Mamma e Papà".

All'età di diciannove anni posa nudo per l'Edimburgh Art College. Inizialmente sembra una sfortuna, ma la sua precoce calvizie che in questo periodo inizia a manifestarsi, gli procurerà vantaggi positivi.

Nel frattempo Sean Connery compie diversi lavori, anche molto umili: lavapiatti, verniciatore di bare, bagnino, muratore, guardia del corpo. All'inizio degli anni '50 arriva la svolta. Dopo diverse piccole parti in ambito teatrale, partecipa nel 1951 al musical "South Pacific", un'opera discretamente importante, in scena a Londra.

Alto, slanciato, atletico, sguardo ammaliante, il giovane Sean Connery nel 1953 si classifica terzo al concorso "Mister Universo".

Comincia a sostenere piccole parti in produzioni televisive e per il cinema, arrivando anche a ricoprire ruoli importanti.

Partecipa in seguito ad una selezione di un concorso indetto dal London Express che permetterà al vincitore di interpretare un personaggio che è a tutti gli effetti un vero e proprio mito: dal 1962 Sean Connery sarebbe entrato nel mito e nella storia del cinema, vestendo per sei volte i panni di James Bond, il celeberrimo agente segreto "007", protagonista dei romanzi di Ian Fleming.

Perfetto nel ruolo, Connery incarna tutte le caratteristiche di James Bond: astuto, elegante, freddo, seducente. L'attore diventa in breve uno dei più celebri sex-symbol a livello mondiale.

Dopo le prime comparsate nei teatri locali e qualche lavoro per la BBC, Connery arriva a un'audizione per la prima trasposizione dei libri di James Bond sul grande schermo: l'audizione di svolge proprio davanti all'autore Ian Fleming; quest'ultimo lo riteneva inadatto perché vedeva nel giovane attore un rude marcantonio scozzese (troppo alto con quei suoi 192 centimetri). E' la moglie di Fleming, ammaliata come molte altre donne da Connery, a far cambiare idea allo scrittore.

Nel 1971 cede la parte a Roger Moore, ma nel 1983 ci sarà un ritorno di fiamma fra attore e personaggio in "Agente 007 - Mai dire mai".

Come talvolta accade agli attori che troppo legano il proprio volto al nome del personaggio che interpretano, Sean Connery rischia di rimanere intrappolato nei panni dell'agente segreto. Le opportunità e le esperienze che seguono dimostrano tuttavia il talento e la versatilità dell'attore in ruoli differenti e con registi differenti: da Sidney Lumet, ad Alfred Hitchcock e John Huston.

Connery è uomo flemmatico in "Marnie" (1964), eroe vecchio e vulnerabile in "Robin e Marian" (1976), epico nella saga di "Highlander" (1985), monaco enigmatico nel capolavoro di Jean J. Annaud "Il nome della rosa" (1986, con Fred Murray Abraham, tratto dal noto romanzo di Umberto Eco), straordinario difensore della giustizia nel film "Gli Intoccabili" (1987, di Brian De Palma, con Kevin CostnerRobert De NiroAndy Garcia). Ladro di classe in "Sono affari di famiglia" (1988, di Sidney Lumet, con Dustin Hoffman e Matthew Broderick), appassionato archeologo in "Indiana Jones e l'ultima crociata" (1989, di Steven Spielberg, con Harrison Ford), saggio Re Artù ne "Il primo cavaliere" (1994, con Richard Gere e Julia Ormond), elegante delinquente in "The Rock" (1996, con Nicolas Cage) e sensuale complice di Catherine Zeta Jones in "Entrapment" (1999).

Tra i numerosi riconoscimenti ricevuti spiccano l'Oscar e il Golden Globe come miglior attore non protagonista per il suo ruolo di Jimmy Malone nel film "The Untouchables - Gli intoccabili".

Sean Connery negli anni 2000

Nel 2001 produce e interpreta un emozionante "Scoprendo Forrester" (di Gus Van Sant, con Fred Murray Abraham). La sua ultima fatica è "La leggenda degli uomini straordinari" (2003); dopo questo film si ritira dalle scene.

La forza recitativa di Sean Connery risiedeva nel suo carattere disincantato, spesso autoironico e talvolta demistificatoria e dissacrante. Sottolineata spesso dal suo humour e da un sorriso solamente accennato. Fuori dal set non mancava mai di esibire e sottolineare il suo celebre accento scozzese.

Legato molto al paese natale, ha combattuto per i valori della sua terra tra le fila dello Scottish Nationalist Party (SNP).

Vita privata e curiosità

Molto geloso della sua vita privata, Sean Connery è stato sposato due volte: dal 1962 al 1974 con l'attrice Diane Cilento, che gli ha dato il figlio Jason, anch'egli attore; dal 1975 fino alla morte con

Micheline Roquebrune, pittrice.

Nel 1989 il magazine "People" ha votato Sean Connery come "uomo più sexy del pianeta" e, dieci anni dopo, "uomo più sexy del secolo". Sempre nel 1999 è stato nominato Cavaliere dalla Regina Elisabetta II.

Dopo il film flop del 2003 "La leggenda degli uomini straordinari" decide di ritirarsi dalle scene e trasferirsi alle Bahamas. Personaggio riservato e senza peli sulla lingua ha dichiarato di non voler più recitare per due validi motivi: perché "la pensione è troppo bella" e perché "ci sono troppi idioti ora a Hollywood".

Ha dichiarato inoltre di non voler più mettere piede nella natia Scozia se non dopo l'indipendenza di quest'ultima dalla Gran Bretagna: a tal proposito le sue generose donazioni al partito indipendentista scozzese non si sono fatte mancare.

Sean Connery si è spento all'età di 90 anni il giorno 31 ottobre 2020 nella sua residenza di Nassau, nello stato delle Bahamas.

Film di Sean Connery degli anni '50 e '60

Le armi del re (Lilacs in the Spring), regia di Herbert Wilcox (1955)

Club di gangsters ('No Road Back), regi a di Montgomery Tully (1957)

I piloti dell'inferno (Hell Drivers), regia di Cy Endfield (1957)

La grande porta grigia (Time Lock), regia di Gerald Thomas (1957)

Il bandito dell'Epiro (Action of the Tiger), regia di Terence Young (1957)

Estasi d'amore - Operazione Love (Another Time, Another Place), regia di Lewis Allen (1958)

Titanic, latitudine 41 nord (A Night to Remember), regia di Roy Ward Baker (1958) - non accreditato

Darby O'Gill e il re dei folletti (Darby O'Gill and the Little People), regia di Robert Stevenson (1959)

Il terrore corre sul fiume (Tarzan's Greatest Adventure), regia di John Guillermin (1959)

Scotland Yard sezioni omicidi (The Frightened City), regia di John Lemont (1961)

A 077, dalla Francia senza amore (On the Fiddle), regia di Cyril Frankel (1961)

Il giorno più lungo (The Longest Day), regia di Ken Annakin (1962)

Agente 007 - Licenza di uccidere (Dr. No), regia di Terence Young (1962)

A 007, dalla Russia con amore (From Russia with Love), regia di Terence Young (1963)

La donna di paglia (Woman of Straw), regia di Basil Dearden (1964)

Marnie, regia di Alfred Hitchcock (1964)

Agente 007 - Missione Goldfinger (Goldfinger), regia di Guy Hamilton (1964)

La collina del disonore (The Hill), regia di Sidney Lumet (1965)

Agente 007 - Thunderball (Operazione tuono) (Thunderball), regia di Terence Young (1965)

Una splendida canaglia (A Fine Madness), regia di Irvin Kershner (1966)

Un mondo nuovo (Un monde nouveau), regia di Vittorio De Sica (1966)

Agente 007 - Si vive solo due volte (You Only Live Twice), regia di Lewis Gilbert (1967)

Shalako, regia di Edward Dmytryk (1968)

La tenda rossa (Krasnaya palatka), regia di Mikheil Kalatozishvili (1969)

Film di Sean Connery degli anni '70 e '80

I cospiratori (The Molly Maguires), regia di Martin Ritt (1970)

Rapina record a New York (The Anderson Tapes), regia di Sidney Lumet (1971)

Agente 007 - Una cascata di diamanti (Diamonds Are Forever), regia di Guy Hamilton (1971)

Riflessi in uno specchio scuro (The Offence), regia di Sidney Lumet (1972)

Zardoz, regia di John Boorman (1974)

Ransom, stato di emergenza per un rapimento (Ransom), regia di Casper Wrede (1974)

Assassinio sull'Orient Express, regia di Sidney Lumet (1974)

Il vento e il leone (The Wind and the Lion), regia di John Milius (1975)

L'uomo che volle farsi re (The Man Who Would Be King), regia di John Huston (1975)

Robin e Marian (Robin and Marian), regia di Richard Lester (1976)

Il prossimo uomo (The Next Man), regia di Richard C. Sarafian (1976)

Quell'ultimo ponte (A Bridge Too Far), regia di Richard Attenborough (1977)

1855 - La prima grande rapina al treno (The First Great Train Robbery), regia di Michael Crichton (1979)

Meteor, regia di Ronald Neame (1979)

Cuba, regia di Richard Lester (1979)

Atmosfera zero (Outland), regia di Peter Hyams (1981)

I banditi del tempo (Time Bandits), regia di Terry Gilliam (1981)

Obiettivo mortale (Wrong Is Right), regia di Richard Brooks (1982)

Cinque giorni una estate (Five Days One Summer), regia di Fred Zinnemann (1982)

Mai dire mai (Never Say Never Again), regia di Irvin Kershner (1983)

Sword of the Valiant: The Legend of Sir Gawain and the Green Knight, regia di Stephen Weeks (1984)

Highlander - L'ultimo immortale (Highlander), regia di Russell Mulcahy (1986)

Il nome della rosa, regia di Jean-Jacques Annaud (1986)

The Untouchables - Gli intoccabili (The Untouchables), regia di Brian De Palma (1987)

Il presidio - Scena di un crimine (The Presidio), regia di Peter Hyams (1988)

Indiana Jones e l'ultima crociata (Indiana Jones and the Last Crusade), regia di Steven Spielberg (1989)

Sono affari di famiglia (Family Business), regia di Sidney Lumet (1989)

Film di Sean Connery degli anni '90 e 2000

Caccia a Ottobre Rosso (The Hunt for Red October), regia di John McTiernan (1990)

La casa Russia (The Russia House), regia di Fred Schepisi (1990)

Highlander II - Il ritorno (Highlander II: The Quickening), regia di Russell Mulcahy (1991)

Robin Hood - Principe dei ladri (Robin Hood: Prince of Thieves), regia di Kevin Reynolds (1991)

Mato Grosso (Medicine Man), regia di John McTiernan (1992)

Sol levante (Rising Sun), regia di Philip Kaufman (1993)

Alla ricerca dello stregone (A Good Man in Africa), regia di Bruce Beresford (1994)

La giusta causa (Just Cause), regia di Arne Glimcher (1995)

Il primo cavaliere (First Knight), regia di Jerry Zucker (1995)

The Rock, regia di Michael Bay (1996)

The Avengers - Agenti speciali (The Avengers), regia di Jeremiah S. Chechik (1998)

Scherzi del cuore (Playing by Heart), regia di Willard Carrol (1998)

Entrapment, regia di Jon Amiel (1999)

Scoprendo Forrester (Finding Forrester), regia di Gus Van Sant (2000)

La leggenda degli uomini straordinari (The League of Extraordinary Gentlemen), regia di Stephen Norrington (2003)

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