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giovedì 28 febbraio 2019

Lo Sapevate Che: Cultura in pillole: CARLO GOLDONI...


 “Se non mi amate, lasciatemi, e se non sapete amare, imparate.”
Carlo Goldoni nasce nel 1707 da una famiglia borghese. La passione per il teatro si affaccia presto ma il padre tenta di farlo studiare: i periodi all'università si alternano a momenti di fuga e all'attività teatrale. Si laurea solo nel 1731 in Giurisprudenza a Padova e, nello stesso anno, a causa della morte del padre, si trasferisce a Venezia con la famiglia.
Dal 1737 al 1741 dirige il teatro San Giovanni Crisostomo
Tra il 1745 e il 1748 si trasferisce a Pisa e lavora come avvocato ma non rinuncia alla passione per il teatro

Nel 1748 torna a Venezia dove lavora con la compagnia di Gerolamo Medebach per il teatro Sant'Angelo
Dal 1753 al 1762 lavora per il teatro di San Luca alle dipendenze dei fratelli Vendramin. Infuriano le polemiche sulla sua riforma del teatro
Nel 1762 si trasferisce a Parigi ma la sua riforma del teatro lascia perplessi i francesi che da lui si aspettano la commedia dell'arte
Dal 17765 al 1770 insegna italiano a Versailles tralasciando il teatro
Torna alla sua antica passione tra il 1775 ed il 1780
Nel 1792 gli viene revocata la pensione. Muore in povertà nel 1793

La produzione artistica di Carlo Goldoni
Goldoni nel corso della sua vita ha scritto più di 200 commedie in italiano e in dialetto veneziano. Le più famose sono:

La donna e il garbo (1743)
La famiglia dell'antiquario (1750)
I pettegolezzi delle donne (1750)
La locandiera (1752)
I rusteghi (1760)
La trilogia della villeggiatura (1761)

La riforma del teatro di Carlo Goldoni: in cosa consiste?
Goldoni torna a dare importanza al copione che ora gli attori devono seguire scrupolosamente. Una grande novità rispetto all'improvvisazione propria della commedia dell’arte
Abolisce le maschere che vengono sostituite da personaggi caratterizzati psicologicamente 

La critica a Goldoni
Carlo Gozzi fu uno dei massimi detrattori di Carlo Goldoni. Egli lo accusa di:
Volgarità: Goldoni rappresenta la realtà ma senza l'eleganza che viene invece chiesta ad uno scrittore
Convinto che "la verità piace sempre", non seppe distinguere tra quelle verità che possono essere raccontate da quelle a cui invece non va data troppa visibilità
  
Nelle sue commedie i nobili sono ingiusti e vengono ridicolizzati, a fronte di un popolo rappresenta le virtù: una scaltra opera di avvicinamento alla plebe
Gozzi critica il realismo del teatro goldoniano, individua la pericolosità dell'esaltare il popolo a fronte della ridicolizzazione della nobiltà. In questo modo il teatro di Carlo Goldoni diventa quasi uno strumento rivoluzionario. 

Speciale: Festeggiamo il Giovedì grasso!...


Agnolotti di Ricotta con sugo di Maiale
Per 6 persone                                                                                                         

350 gr di farina di grano duro, 2 uova, 550 gr di ricotta, 500 gr di puntine di maiale, 1 carota, 1 gamba di sedano, 1 cipolla, 200 gr di sugo di pomodoro già pronto, 1/ bicchiere di vino rosso, ½ lt di brodo vegetale, zucchero, 1 foglia di alloro, cannella in polvere, olio, sale, pepe.

Preparare la pasta:
In una terrina mettere la farina a fontana e unirvi un pizzico di sale, le uova e 12 cucchiai d’acqua. Amalgamare tutti gli ingredienti e lavorare bene l’impasto. Appoggiare l’impasto ottenuto su di un piano di lavoro leggermente infarinato e lavorarlo ancora bene sino a renderlo liscio e omogeneo. Avvolgere la palla in un telo per 10 minuti.
Nel mentre mescolare la ricotta con un po’ di sale e 4 cucchiaini di zucchero. Stendere la pasta in una sfoglia sottile e sistemare sopra dei mucchietti ben distanziati tra di loro. Ricoprirli con un’altra sfoglia, farla aderire bene a quella sottostante e con una rotella dentata, ritagliare dei ravioli quadrati di 5 cm.

Per il sugo:
Scaldare in una casseruola 4 cucchiai d’olio, unirvi le verdure tritate e farle dorare. Aggiungere la foglia d’alloro, un cucchiaino di cannella, un pizzico di zucchero, sale e pepe e le puntine di maiale. Fare rosolare la carne, bagnarla con il vino, fare evaporare a fuoco vivace, aggiungere il sugo di pomodoro, il brodo caldo. Continuare la cottura per 1 ora e mezza a fuoco lento, fino a quando il sugo sia un po’ ristretto. Eliminare la carne dalle ossa, tritarla e rimetterla nel sugo, continuare la cottura ancora per mezz’ora. Fare cuocere i ravioli al dente, in una casseruola con abbondante acqua in ebollizione leggermente salata, scolarli e condirli subito con il sugo preparato.


Chiacchere
Per 8-10 persone

gr 500 di farina, gr 100 di zucchero, gr 100 di burro, 3 uova, 2 cucchiai di zucchero a velo, una bustina di vanillina, vino bianco secco o Marsala, olio.

Mescolare la farina, lo zucchero e la vanillina e disponete il tutto a fontana, su una spianatoia. Rompetevi al centro le uova, unite il burro a pezzetti e 3 cucchiai di vino. Impastate bene gli ingredienti e se l’impasto dovesse risultare troppo consistente, aggiungete ancora un po’ di vino o di Marsala.
A questo punto stendete la pasta in una sfoglia sottile e ricavate da essa con una rotellina dentata, tanti pezzi di pasta di circa 8cm per 12. Fate 3 tagli nel mezzo nel senso della lunghezza e lasciando unite le estremità, intrecciate in modo irregolare. Ponete sul fuoco una padella con abbondante olio e friggetevi le chiacchere, lasciandole dorare da tutte le parti. Scolatele e adagiatele su un foglio di carta assorbente. Spolverizzate con abbondante zucchero a velo.


Sgonfiotti
Per 4-6 persone

50 gr di uva sultanina, un bicchierino di brandy; per la pastella: 3 albumi, 2 cucchiai di acqua, 75 gr di zucchero, scorza grattugiata di ½ limone, 3 tuorli, 100 gr di farina, olio, sale, zucchero a granella.

Scottate in acqua bollente l’uva sultanina, sgocciolatela bene e mettetela in una terrina a bagno nel brandy.
Preparate una pastella: montate gli albumi con l’acqua a neve fermissima, aggiungete lo zucchero, un pizzico di sale e la scorza del limone. Incorporatevi, uno alla volta, i tuorli, poi unite la farina, l’uva sultanina, ben scolata e mescolate bene.
In una padella far scaldare a bollore l’olio e versarvi la pastella a piccole cucchiaiate, ben distanziate fra loro, cuocendone pochi alla volta e dorandoli da tutte le parti. Scolateli con una paletta forata e adagiateli a perdere l’unto in eccesso su carta assorbente da cucina. Cospargeteli con zucchero a granella.

mercoledì 27 febbraio 2019

Lo Sapevate Che: Cultura in pillole: "Leonardo da Vinci. Disegnare il futuri": l'Autoritratto in mostra a Torino nel 2019


Il 2019 sarà l’anno leonardiano e Torino, come tante altre città d’Italia e del mondo, si prepara ad accogliere questo grande avvenimento con tanti eventi: mostre, incontri, conferenze e tanto altro.

Ovviamente, tra questi non poteva mancare il celebre Autoritratto di Leonardo da Vinci custodito nel caveau della Biblioteca Reale di Torino che sarà al centro di una esposizione ai Musei Reali.

La mostra dal titolo “Leonardo da Vinci. Disegnare il futuro” con protagonista l’Autoritratto del genio fiorentino sarà ospitata nelle sale della Galleria Sabauda dal 15 aprile, giorno della nascita del grandissimo artista e scienziato.

 Esposti, fino al 14 luglio 2019, ci saranno anche numerose opere di diversi altri artisti, tra i quali Michelangelo, Raffaello e Rembrandt. L’esposizione sarà completata anche dalla collezione di 13 disegni autografi, acquistati nel 1839 da Carlo Alberto, e dal Codice sul volo degli uccelli, regalato alla Biblioteca di piazza Castello nel 1893.

In tutto, alla mostra torinese che celebra l’anno leonardiano saranno esposte 50 opere che raccontano la ricerca di Leonardo, non solo nel campo artistico ma anche scientifico. La mostra, curata dalla direttrice dei Musei Reali Enrica Pagella, da Francesco Paolo di Teodoro e da Paola Salvi, sarà realizzata in collaborazione con il Politecnico e le Università torinesi, con il sostegno del Comune e della Regione.(15-04-19 sino al 14 luglio).


Leonardo da Vinci   
Leonardo di ser Piero da Vinci è stato un inventore, artista e scienziato italiano. Uomo d'ingegno e talento universale del Rinascimento, incarnò in pieno lo spirito della sua epoca, portandolo alle maggiori forme di espressione nei più disparati campi dell'arte e della conoscenza.(Wikipedia)

Biografia  Visione d'insieme
Tra Empoli e Pistoia, sabato 15 aprile 1452, nel borgo di Vinci nasce Leonardo di Ser Piero d'Antonio. Il padre, notaio, l'ebbe da Caterina, una donna di Anchiano che sposerà poi un contadino. Nonostante fosse figlio illegittimo il piccolo Leonardo viene accolto nella casa paterna dove verrà allevato ed educato con affetto. A sedici anni il nonno Antonio muore e tutta la famiglia, dopo poco, si trasferisce a Firenze.
La precocità artistica e l'acuta intelligenza del giovane Leonardo spingono il padre a mandarlo nella bottega di Andrea Verrocchio: pittore e scultore orafo acclamato e ricercato maestro. L'attività esercitata da Leonardo presso il maestro Verrocchio è ancora da definire, di certo c'è solo che la personalità artistica di Leonardo comincia a svilupparsi qui.
Possiede una curiosità senza pari, tutte le disclipline artistiche lo attraggono, è un acuto osservatore dei fenomeni naturali e grandiosa è la capacità di integrarle con le sue cognizioni scientifiche.
Nel 1480 fa parte dell'accademia del Giardino di S. Marco sotto il patrocinio di Lorenzo il Magnifico. E' il primo approccio di Leonardo con la scultura. Sempre un quell'anno riceve l'incarico di dipingere l'Adorazione dei Magi per la chiesa di S. Giovanni Scopeto appena fuori Firenze (oggi quest'opera si trova agli Uffizi). Tuttavia, l'ambiente fiorentino gli sta stretto.
Si presenta allora, con una lettera che rappresenta una specie di curriculum in cui descrive le sue attitudini di ingegnere civile e costruttore di macchine belliche, al Duca di Milano Lodovico Sforza, il quale ben lo accoglie. Ecco nascere i capolavori pittorici: la Vergine delle Rocce nelle due versioni di Parigi e di Londra, e l'esercitazione per il monumento equestre in bronzo a Francesco Sforza. Nel 1489-90 prepara le decorazioni del Castello Sforzesco di Milano per le nozze di Gian Galeazzo Sforza con Isabella d'Aragona mentre, in veste di ingegnere idraulico si occupa della bonifica nella bassa lombarda. Nel 1495 inizia il famoso affresco del Cenacolo nella chiesa Santa Maria delle Grazie.
Questo lavoro diventa praticamente l'oggetto esclusivo dei suoi studi. Verrà terminata nel 1498. L'anno successivo Leonardo fugge da Milano perché invasa dalle truppe del re di Francia Luigi XII e ripara a Mantova e Venezia.
Nel 1503 è a Firenze per affrescare , insieme a Michelangelo, il Salone del Consiglio grande nel Palazzo della Signoria. A Leonardo viene affidata la rappresentazione della Battaglia di Anghiari che però non porterà a termine, a causa della sua ossessiva ricerca di tecniche artistiche da sperimentare o da innovare.
Ad ogni modo, allo stesso anno è da attribuire la celeberrima ed enigmatica Monna Lisa, detta anche Gioconda, attualmente conservata al museo del Louvre di Parigi.
Nel 1513 il re di Francia Francesco I lo invita ad Amboise. Leonardo si occuperà di progetti per i festeggiamenti e proseguirà con i suoi progetti idrologici per alcuni fiumi di Francia. Qualche anno dopo, precisamente nel 1519, redige il suo testamento, lasciando tutti i suoi beni a Francesco Melzi, un ragazzo conosciuto a 15 anni (da qui, i sospetti sulla presunta omosessualità di Leonardo).
Il 2 Maggio 1519 il grande genio del Rinascimento spira e viene sepolto nella chiesa di S. Fiorentino ad Amboise. Dei sui resti non vi è più traccia a causa delle profanazioni delle tombe avvenute nelle guerre di religione del XVI secolo.

Speciale: Speciali secondi piatti in compagnia...


Spezzatino di Vitello alla Birra con Patate al rosmarino
Per 4 persone

900 gr di spalla di vitello, 2 cipolle tritate, 1 spicchio d’aglio tritato, 2 cucchiai di concentrato di pomodoro, 2 cucchiai di farina di maizena, 2 tazze di carote a cubetti, 350 gr di birra STOUT, un cucchiaio di prezzemolo tritato, una presa di timo, poca acqua, olio, sale, pepe.

Tagliare la carne a cubetti di circa 5 cm per lato. Ungerli con olio e passarli nella farina a cui avrete aggiunto un pizzico di sale e pepe.
Fare dorare la carne a fuoco vivo in una padella con 3 cucchiai d’olio. Quindi aggiungere le cipolle, l’aglio e il concentrato di pomodoro sciolto in poca acqua calda. Fare cuocere per 5 minuti. Trasferire la preparazione in una casseruola e continuare la cottura aggiungendo la birra. Portare a ebollizione, aggiungere le carote a cubetti e la presa di timo. Fare cuocere a fuoco lento per un’ora finché la carne sia ben tenera.
A cottura ultimata spolverare con il cucchiaio di prezzemolo tritato. Servire la preparazione calda accompagnata dal piatto di patate al rosmarino. (ricetta che segue).

Patate al Rosmarino
Per 4 persone

500 gr di patate, 2 porri, un rametto di rosmarino, un pizzico di peperoncino, un etto di farina, curry in polvere, olio, sale.

Lavate, tagliate a bastoncini 500 gr di patate. Lasciatele a bagno per 10 minuti in una ciotola a perdere il loro amido.
In una padella con 4 cucchiai d’olio, fate soffriggere 2 porri tagliati a rondelle, un rametto di rosmarino, un pizzico di peperoncino. Eliminate porri e rosmarino, asciugate le patate, scolandole e mettendole in un sacchetto di nylon in cui avrete messo 100 gr di farina e un cucchiaio di curry, scuotetele bene, chiudendo l’apertura del sacchetto, versatele in un setaccio per perdere la farina in eccesso, versatele poi nella padella, aggiungendo un po’ d’olio. Friggetele finché diventino croccanti. Mettetele su carta assorbente a perdere l’unto in eccesso, poi in un piatto da portata.
Salatele e a piacere potete spolverarle ancora con un po’ di curry in polvere.

Pollo in Fricassea di Verdure
Per 4 persone

1 pollo, 1 carota, una costa di sedano, 2 cipollotti, 1 dl di panna, 20 gr di farina, 2 tuorli d’uovo, 100 gr di burro, brodo, sale pepe, noce moscata, prezzemolo.

Pulite, fiammeggiate, lavate e asciugate il pollo.
Tagliatelo a pezzi, infarinatelo e fatelo rosolare in un tegame con 30 gr di burro. Irroratelo ogni tanto, con un po’ di brodo. Insaporite con sale e pepe, un pizzico di noce moscata, il mazzetto di prezzemolo. Coprite il recipiente e fate cuocere per circa 30 minuti.
Pulite carota, sedano e cipollotti. Tritateli grossolanamente, metteteli in una casseruola con 30 gr di burro, copriteli di acqua, salateli, fateli cuocere a fuoco dolce. Quando saranno cotte, unitele al pollo, poi aggiungete, mescolando, i rossi d’uovo sbattuti con la panna. Portate a ebollizione, unite il burro rimasto a tocchetti e terminate la cottura. Servite caldo.

Polpette di Pollo lessate e Verdure in salsa
Per 4 persone

450 gr di petto di pollo, 200 gr di prosciutto cotto, 2 uova, parmigiano grattugiato, 1 spicchio d’aglio, un ciuffo di prezzemolo, 2 carote, una costa di sedano, una cipolla, una scatola di piselli al naturale, alloro, dado vegetale, burro, olio, sale e pepe.

Lessate le carote e tagliatele a cubetti, tagliate a cubetti il sedano e affettate la cipolla, scolate i piselli in scatola dal liquido di conservazione. Frullate il tutto aggiungendo un dl di brodo vegetale.
Versate il passato in un tegame con 20 gr di burro, 2 foglie di alloro e fate restringere. Salate e pepate.
Passate al mixer il petto di pollo e il prosciutto cotto. Mettete l’impasto in una terrina, amalgamatevi 2 uova, 60 gr di parmigiano, uno spicchio d’aglio e un ciuffo di prezzemolo tritati, sale e pepe.
Formate delle polpette rotonde e lessatele per 10 minuti in un brodo ottenuto con dado vegetale. Servitele accompagnate dalla salsa di verdure.

martedì 26 febbraio 2019

Lo Sapevate Che: Cultura in pillole: Arriva il 5G: ci cambierà la vita come accadde con...1G, 2G, 3G e 4G?


Se ne parla ormai ogni giorno, per le ricadute tecnologiche che promette, ma anche per le discussioni politiche che scatena: il 5G. Anche la quinta generazione della telefonia cellulare, come le precedenti, rivoluzionerà le nostre vite?

Apparentemente è solo una sigla: un numero seguito da una G, che ogni tot anni fa capolino sui media: 1G, 2G, 3G, 4G... Leggendo su internet e sui giornali vi sarete accorti che adesso è il turno del 5G  ("Arriva il 5G!"), cioè della quinta generazione dei sistemi di telefonia mobile. Da noi se ne sente parlare molto perché l'Italia è uno dei Paesi europei più avanti nella sperimentazione, tra i primi ad aver avviato test nelle città. Ad oggi gli operatori stanno sperimentando il 5G a Milano, Prato, L’Aquila, Bari, Matera, Torino, Roma, Cagliari, Catania, Lecce e Livorno. Ma bisognerà attendere il 2020 per l’apertura delle reti finora sperimentate privatamente. Negli Stati Uniti, in Corea e Cina invece avranno il 5G entro dicembre.

 OCCHIO ALLA CINA! Perché fa tanto discutere? Ci sono innazitutto ragioni politiche: il principale fornitore mondiale di apparecchiature per telecomunicazioni e capofila nella costruzione delle prime reti 5G è infatti la cinese Huawei, circostanza che ha spinto Usa, Germania e Gran Bretagna a esprimere, in forme diverse, i timori che un domani l'intelligence cinese possa - attraverso queste reti - agevolmente accedere ai dati riservati di cittadini europei.
  
Inoltre, come ogni generazione che lo ha preceduto, il 5G, è anche la scintilla di una rivoluzione culturale, che già fa sognare con le sue promesse mirabolanti: il nuovo standard di comunicazione sarà quello che permetterà alle auto a guida automatica di muoversi, lo sviluppo della cosiddetta e-health (in Cina un chirurgo qualche giorno fa ha utilizzato la rete di nuova generazione per operare con due braccia robot a 50 km di distanza), dell’intelligenza artificiale e di robotcome T-HR3, il robot di Toyota, che si potrà controllare a 10 km di distanza grazie a un visore 3D. Potrebbero arrivare anche i primi droni corrieri.

 In passato, si diceva, ogni volta che il numerino che precede la G ha prodotto uno scatto nel... contatore, ha portato con se aspettative che travalicano i semplici aspetti tecnologici. È così dai primi protocolli di reti cellulari, come il TACS, che segnò il lancio in Italia nel 1990 dei primi cellulari business. Da lì in poi è stato un crescendo.

Ecco come l’avvento di ogni nuovo standard di rete, più o meno una volta ogni decennio, ci ha cambiato la vita.

 ANNI 80/90: L'1G. La definizione di prima generazione gli è stata appiccicata solo in seguito, quando 1G fu archiviato per far posto allo standard digitale GSM o 2G. Le prime reti di telefonia mobile, sviluppate a partire dalla metà degli anni 80, si basavano infatti su una tecnologia di trasmissione analogica. Questo non impedì all'1G di dare il là alla rivoluzione tecnologica: è negli anni del TACS che cominciò a diffondersi l’idea di un telefono senza fili.
  
All’inizio le tariffe erano proibitive e il cellulare “radiomobile” era visto come status symbol da ricchi: fece anche un’apparizione al cinema nel film Wall Street di Oliver Stone, ambientato non a caso nel mondo degli investitori miliardari. Poi qualcosa cambiò. In Italia i primi telefoni TACS caratterizzati dai prefissi 0336, 0337, 0360, 0368 si diffusero anche grazie al lancio di una tariffa Family proposta dall'allora Telecom Italia Mobile, nel 1993, con costi ridotti nelle fasce serali e nel weekend, ma altissimi durante il giorno. È il momento in cui il telefonino cominciò a democratizzarsi.

 ANNI 90: IL 2G. Il GSM fece capolino nel 1991, ma in Italia se ne cominciò a sentir parlare solo nel 1993. Lo standard digitale, rispetto al precedente analogico, oltre a consentire un miglior uso della banda e a rendere più sicure le conversazioni, introdusse la possibilità di usufruire di servizi dati come gli sms e, in un secondo momento, del collegamento a internet via wap. Ma furono soprattutto i messaggini di 160 caratteri a rivoluzionare le nostre abitudini: molte comunicazioni che prima necessitavano una telefonata, ora si potevano esaurire in un messaggio. La loro brevità era stata stabilita a tavolino dall’ingegnere tedesco Friedhelm Hillebrand nel 1985.

 A causa dei ristretti limiti di larghezza di banda delle reti wireless, principalmente utilizzate dai telefoni cellulari, ogni messaggio doveva essere il più corto possibile. A convincere Heillebrand che 160 caratteri bastassero, fu il fatto che in Germania, cartoline e telex recavano di solito meno caratteri. E forse aveva ragione lui: l’anno di svolta è il 1996 quando, con l’introduzione delle sim card a consumo, anche gli adolescenti ebbero accesso all'uso di un cellulare, appropriandosi degli sms come strumento di comunicazione. "Nessuno aveva previsto quanto velocemente e rapidamente i giovani li avrebbero usati", ha ammesso Hillebrand in seguito, spiegando quanto fosse stupito dalle storie di giovani coppie che si separavano tramite sms. I telefoni nel frattempo diventavano sempre più piccoli.
  
ANNI DUEMILA: IL 3G. La terza generazione di cellulari spuntò in Italia nel 2005, dopo essere stata largamente sperimentata in Corea e Giappone. L’evoluzione riguardò soprattutto l’uso della rete sul telefonino: lo standard UMTS prometteva velocità di download da 384 Kbps a un massimo teorico di 21 Mbps (con lo standard HSDPA). Anche se difficilmente questo traguardo veniva raggiunto, l’UMTS consentì ai cellulari di sbarcare finalmente su internet. Il 3G è infatti lo standard dei primi smartphone.

Smartphone, l'evoluzione della specie: con la possibilità di navigare in Rete col cellulare, nasce la necessità di avere display sempre più grandi. Addio telefonino, lo smartphone cresce di conseguenza. | SHUTTERSTOCK

Se ne avvantaggiarono il Blackberry, che portò l’email sul cellulare, e quelle app che erano collegate a internet: l’App Store dell’iPhone nacque ufficialmente a luglio del 2008, con 500 app tra cui Facebook e le mappe. Arrivarono le videochiamate e, sempre grazie al 3G, andammo oltre gli sms: nel 2009 due dipendenti di Yahoocrearono Whatsapp, un sistema di messaggistica che sfruttava il traffico dati internet. Nel 2011 fu la volta di Instagram, che - complici cellulari con fotocamere sempre più potenti - ci ha trasformato tutti in fotografi. Per navigare in internet col cellulare i costi non erano ancora accessibili come oggi, ma il pc iniziava decisamente a perdere... l'esclusiva. L’effetto collaterale? Nacque l'esigenza di avere display più grandi, di conseguenza le dimensioni stesse dei cellulari iniziarono ad aumentare considerevolmente rispetto all’era del GSM.

 ANNI 10 DEL 2000: IL 4G. Il 27 giugno 2011 venne pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il bando per l'assegnazione delle licenze 4G, che nella sua versione più evoluta (LTE) permetteva di raggiungere teoricamente 326,4 Mbps in download. Questa capacità di rete è alla base del boom delle attuali comunicazioni mobili: i dati costano sempre meno, c'è il boom dei video in alta definizione via internet, lo streaming musicale rende obsoleto persino l’mp3, e si parla ormai da tempo di internet of things, l'internet delle cose, con i dispositivi sempre connessi alla rete e controllabili a distanza via cellulare. Ma non solo: la velocità delle reti 4G ha permesso anche il diffondersi dei pagamenti via smartphone ed è stato complice del boom dei bitcoin e delle criptovalute
 
Ora, dunque, il 5G bussa alle porte. Quanto ci cambierà la vita?

https://www.focus.it/tecnologia/digital-life/

Speciale: Piatti unico, Insalata e Dolce!...


Lasagne ai tre Formaggi
Per 4 persone

400 gr di pasta fresca per lasagne, 150 gr di fontina, 150 gr di gorgonzola cremoso, 150 gr di mozzarella, 150 gr di parmigiano grattugiato, ½ lt di latte, 3 cucchiai di maizena, 80 gr di burro, noce moscata, olio, sale, pepe.

In una casseruola con acqua salata in ebollizione, aggiungere 4 cucchiai d’olio e fare lessare, poche alla volta, per 2 minuti, le lasagne. Prelevarle con l’aiuto di una schiumarola posarle su di un canovaccio, non sovrapposte.
Tagliare a fettine sottili la mozzarella e fare colare l’acqua di vegetazione da un colino. Eliminare la crosta dalla fontina e dal gorgonzola. Tagliargli entrambi a cubetti. Preparare la besciamella: in una casseruola portare quasi a bollore il latte meno ½ bicchiere dove si scioglieranno a freddo i 3 cucchiai di maizena. Unire 60 gr di burro e prima che il latte raggiunga il bollore, unire il latte con la maizena, mescolare e cuocere per qualche minuto sin che la crema si ispessisca. Togliere dal fuoco e aggiungere una grattata di noce moscata, regolare di sale e pepe.
Imburrare con il burro residuo una pirofila rettangolare, sistemare uno strato di lasagne, velarle con la besciamella e coprirle con la mozzarella e il parmigiano.
Sovrapporre un altro strato di pasta e besciamella, e sopra sistemarvi gorgonzola e parmigiano.
Coprire con un altro strato di lasagne velate dalla besciamella e ricoperte con la fontina e il parmigiano. Terminare con un ultimo strato di pasta condita con la besciamella rimasta e spolverare con parmigiano.
Fare cuocere in forno preriscaldato a 180° per 20 minuti, gratinare per 3 minuti.

Insalata mista di Stagione

Ravanelli, valeriana, dente di leone, cicorietta, cipolline, pomodori cuore di bue. Tutto nella quantità che si desidera, condita con olio evo, poco sale, aceto o limone.

Torta Sacher
Per 6 persone

150 gr di farina, 100 gr di zucchero, 100 gr di cioccolato amaro, 6 uova, 120 gr di burro, una bustina di zucchero vanigliato, 3 cucchiai di marmellata di albicocche.
Per la copertura 100 gr di zucchero, 200 gr di cioccolato amaro, 2 cucchiaini di cioccolato sbriciolato.
Per accompagnare, panna montata.

Tagliate a pezzi il cioccolato e fatelo sciogliere in una casseruola a bagnomaria, aggiungete 2 cucchiai di acqua. Lasciate raffreddare.
Lavorate in una terrina 100 gr di burro fino a farlo diventare una crema soffice, unite lo zucchero, il cioccolato sciolto, i tuorli di uovo, uno alla volta e gli albumi precedentemente montati a neve.
Setacciate sulla crema 150 gr di farina e lo zucchero vanigliato e amalgamate bene con un cucchiaio di legno.
Imburrate una tortiera di circa 20 centimetri di diametro, infarinandola leggermente. Versatevi il composto e livellate la superficie. Fate cuocere in forno preriscaldato a 220° per circa 1/2 ora.
Togliete la torta dal forno e lasciatela raffreddare.
Dividetela orizzontalmente in 2 parti.
Scaldate leggermente la marmellata in un pentolino, spalmatela in una parte della torta e sovrapponetela all’altra.
Preparate la copertura della torta: Sciogliere lo zucchero con un cucchiaio di acqua poi unire il cioccolato e lasciar cuocere mescolando per circa 3 minuti. Spalmate il cioccolato su tutta la superficie della torta per mezzo di una spatolina e lasciatelo raffreddare.
Portate in tavola con al centro della torta il cioccolato sbriciolato. Potete accompagnare con panna montata.