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venerdì 6 ottobre 2017

Lo Sapevae Che: Che sorpasso! Le donne guidano meglio degli uomini...



“Deve Essere Una Donna”, sospirava sconsolato Omar, quando finivamo bloccati in un ingorgo stradale o eravamo costretti a rallentare. Ragazzo egiziano studente negli usa, compagno di squadra di mio figlio, che accompagnavo alle partite di calcio con lui. Omar era la naturale espressione di quello che la maggioranza degli uomini arabi pensano delle donne al volante, fino alla posizione estrema dei Sauditi che proibiscono loro di guidare. Ma la parola chiave nel pregiudizio non era “arabi”: era “uomini”. Quel ragazzo esternava semplicemente quello che ogni uomo al volante pensa e non osa dire, per non essere arrostito da mogli, parenti, fidanzate, colleghe. Dal 22 marzo del 1900. Data in cui la signorina Anne Rainsford French ricevette la prima patente di guida negli Stati Uniti, dunque probabilmente nel mondo, gli uomini sono segretamente convinti che le donne non sappiano guidare. Ci sono ormai valanghe di statistiche, compilate da agenzie governative e da compagnie di assicurazioni, che dicono il contrario. Negli Stati Uniti, ci sono più femmine “patentate” che maschi: 105,7 milioni contro 104,3, eppure gli uomini provocano sei milioni di incidenti rispetto ai quattro causati da donne. I maschi ricevono quattro volte più contravvenzioni per eccesso di velocità, guida pericolosa, ubriachezza o influenza di droghe e sono responsabili di incidenti più gravi. Le assicurazioni che guardano ai dati e non al genere, applicano infatti premi più bassi alle donne. La spiegazione del pregiudizio maschilista, ha cercato di dimostrare l’università del Michigan, lo Stato in cui si trova Detroit e che è quindi attentissimo a tutto ciò che riguardi i motori, sta probabilmente in una parola: aggressività. Le donne al volante tendono, in media, a essere meno aggressive degli uomini e, soprattutto quando arrivano figli, evitano manovre spericolate, semafori bruciati, sorpassi azzardati, sfide corsaiole. Vanno mediamente più adagio. Qualche anno fa, quando seguivo occasionalmente gare di Formula Uno, chiesi a Luca Montezemolo, allora presidente della Ferrari, perché ci fossero pochissime pilote, se la scarsità, o l’assenza di femmine nelle corse automobilistiche fosse un prodotto del sessiamo che allora, più di oggi, dominava tutto il mondo dello sport, con o senza motori. “Le donne sono in generale meno stupide degli uomini e tendono razionalmente ad alleggerire il piede sul gas per non andare a schiantarsi”, mi rispose. Rallentano istintivamente per quella razione di secondo che fa la differenza, giro dopo giro, Ma se la Formula Una resta un club maschile esclusivo, molto altro sta cambiando nel rapporto fra i motori e le donne, da quado Anne ottenne quella licenza che gli permetteva di guidare veicoli “a vapore o a benzina”. L’automobile è sempre più un vocabolo declinato al femminile, acquistato in maggioranza da donne, scelto da donne e condizionato da loro molto più di quanto i maschi, aggrappati ai loro sogni di spider rosse come psicoterapia per la crisi della mezza età, credano. Le giovani sotto i 30 anni, ormai raramente sposate o madri di famiglia, guidano con la stessa spregiudicata aggressività dei loro coetanei maschi. Le case automobilistiche s’ingegnano a montare accessori e optional in grado di attrarre le femmine della nostra specie, esaltando fra l’altro la capienza dei portapacchi o dei vani bagagli. Anche se ancora, con mia grande sorpresa, nessun modello di nessuna marca ha trovato un modo per sistemare le borse, che finiscono sbattute sul sedile del passeggero, se vuoto, o lanciate su quello posteriore. Noi automobilisti dovremo accettare la supremazia delle donne alla guida, in attesa che le automobili si pilotino da sole.
Vittorio Zucconi – Opinioni – Donna di La Repubblica – 30 settembre 2017-

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